Assistito dal suo avvocato di fiducia, il titolare del bar ha sottolineato che nell’ambito sia dalla perquisizione personale che di quella del locale non è stata trovata traccia di droga

E’ comparso ieri mattina davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia Mirko Burchi, il titolare del bar Milù di Fanano coinvolto della maxi operazione antidroga che ha portato nella notte di lunedì a tre arresti e due obblighi di firma, di cui uno disposto nei suoi confronti, con contestuale sequestro preventivo dell’attività. Assistito dal suo avvocato di fiducia, ha respinto ogni addebito sullo spaccio di droga, sottolineando che nell’ambito sia dalla perquisizione personale che di quella del bar non ne è stata trovata traccia. Ha quindi negato l’episodio-chiave dell’accusa, riferito da un giovane di Fanano che ha detto di aver acquistato per due volte droga da lui, così come ha negato che all’interno del locale avvenissero scambi, mentre per quelli contestati all’esterno ha semplicemente detto di non esserne mai stato a conoscenza. Ha sottolineato che per lui il bar era l’investimento della vita, e che non avrebbe mai fatto nulla per mettere a rischio l’attività da cui trae sostentamento la sua famiglia. L’eco per ciò che è successo è molto forte in paese, vista anche la collocazione del locale nella centrale piazza Rinaldi, con un pesantissimo danno d’immagine. Burchi si scusa con i clienti per la chiusura e si dice assolutamente pronto a ricominciare non appena sarà appurata la verità dei fatti. Intanto il suo avvocato ha chiesto per lui la revoca dell’obbligo di firma, riservandosi nei prossimi giorni di presentare istanza per il dissequestro del bar.