Confartigianato: “La stretta sul credito continua a pesare sulle piccole e medie imprese. Abbiamo bisogno della fiducia delle banche”.

Insieme a tasse e burocrazia è il nemico giurato degli imprenditori, perché li priva dell’ossigeno vitale e ne frena lo sviluppo. “E chi sostiene che le cose ora stiano migliorando si sbaglia”: il credit crunch – o, altrimenti detto, il crollo dei prestiti alle aziende – c’è e il peso si sente, soprattutto sulle piccole e medie imprese. E’ Confartigianato a rilanciare l’allarme, numeri alla mano. In provincia di Modena, tra marzo 2014 e marzo 2015, il volume dei finanziamenti concessi dalle banche agli artigiani è crollato del 5,3%, calcola l’associazione. Che stima in circa 106 miliardi di euro la stretta sul credito riscontrata negli ultimi 4 anni a livello nazionale. Tra il 2011 e il 2015, il calo dei prestiti è stato dell’1,6% per le imprese di dimensioni maggiori e del 2,3% per quelle fino a 20 dipendenti La sproporzione a svantaggio delle pmi è evidente. Non solo: il denaro è più scarso e dunque anche più costoso. In Emilia-Romagna il tasso d’interesse medio applicato oggi è del 5,36%, in linea con il dato di Veneto e Lombardia. In Piemonte siamo a 4,53%. Ma c’è chi sta molto peggio: in Sicilia e Molise, ad esempio, il tasso medio sfiora addirittura l’8%. “Non c’è una significativa ripartenza nel credito alle imprese”, osserva Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia Romagna –. Le nostre sono realtà sottocapitalizzate, e proprio grazie alle ridotte dimensioni hanno un bisogno vitale del credito. Non ci stancheremo mai di dirlo – conclude l’associazione delle pmi –. Per tornare a crescere abbiamo bisogno della fiducia delle banche”.