L’Italia lavora poco. Non per scelta, ma per un sistema che fatica a garantire continuità e stabilità occupazionale. A fotografare la situazione è un’indagine realizzata da CNA Area Studi e Ricerche, che lancia l’allarme: la durata media della vita lavorativa in Italia è tra le più basse d’Europa, ferma a 32,8 anni. Peggio di noi, solo la Romania. Il confronto europeo è impietoso: Olanda, Svezia e Danimarca guidano la classifica con oltre 40 anni medi di attività lavorativa, mentre Germania e Francia si collocano ben sopra la soglia italiana. Ma il problema non è solo la durata: è anche l’ingresso sempre più tardivo nel mondo del lavoro. In Italia, infatti, i giovani tra i 15 e i 24 anni rappresentano appena il 4,7% degli occupati. In Germania sono più del doppio.Secondo CNA, bisognerebbe invertire questa tendenza non solo per la tenuta del sistema previdenziale, ma anche per evitare che il tessuto produttivo si impoverisca. Secondo l’associazione, il punto di ripartenza sono le micro e piccole imprese. Sono loro infatti, più delle grandi aziende, a investire sui giovani: nelle attività con meno di 10 addetti, oltre il 22% dei dipendenti ha meno di 30 anni.

SOS LAVORO, PENSIONI IN BILICO: L’ITALIA È IL PAESE DOVE SI LAVORA MENO
E’ una indagine di Cna a fare un quadro poco esaltante sul fronte del lavoro nel nostro paese. La durata media della vita lavorativa in Italia è tra le più basse d’Europa. I giovani sono esclusi dal mercato e le pensioni sempre più a rischio.