Nel video l’intervista a Davide Paltrinieri, Portavoce Rete Modena 30
La sicurezza stradale torna centrale con il decesso di Lanfranco Bergamini, avvenuta dopo sei giorni di ricovero a causa di un incidente. Modena non sta andando nella direzione giusta. A dirlo è la rete di associazioni Modena 30, che sottolinea come questa situazione sia frutto di un modello di città che continua a privilegiare la velocità delle auto a scapito della vita delle persone. Secondo i dati dell’Osservatorio Regionale sulla sicurezza stradale città come Bologna sono riuscite a invertire la rotta e a calare gli incidenti, mentre Modena è peggiorata, rivelandosi maglia nera per pedoni investiti e un numero di morti sulle strade che ha generato un costo sociale di quasi 85mila euro: 462 euro pro capite, contro i 393 di Bologna. Per la Rete Modena 30 i continui decessi sulle strade non sono una fatalità, ma una tragedia annunciata. Siamo andati su viale Caduti sul Lavoro, dove l’attraversamento pedonale, in prossimità di una scuola e in una zona 30 della città, viene spesso ignorato dagli automobilisti. La morte, in pochi giorni, della signora Maria Sivio e di Lanfranco Bergamini, sembra tristemente confermare il triste trend dell’anno scorso. Eccesso di velocità e distrazione alla guida sono sempre le principali cause degli incidenti stradali. A queste secondo Modena 30 si aggiunge un’infrastruttura stradale che non protegge a sufficienza gli utenti più vulnerabili. Necessario quindi avviare azioni più decise.