Migliorano i numeri della differenziata in tutta l’Emilia-Romagna e in particolare a Modena, che si piazza al secondo posto tra le province della regione. Tuttavia, oltre alla raccolta, nei nostri territori è aumentato anche il totale complessivo di spazzatura prodotta, con la conseguenza che, nell’ultimo quinquennio, è salita la quantità di rifiuti inceneriti nei sette impianti della regione. A fotografare i numeri sono i dati forniti da Ispra nel suo ultimo Rapporto Rifiuti Urbani. L’analisi, che si riferisce alla raccolta registrata nel 2024, evidenza come l’Emilia-Romagna abbia raggiunto il 79% di rifiuti differenziati, dato che piazza la nostra regione al primo posto in Italia. In questo contesto la provincia di Modena è prima per crescita: in un solo anno il processo di separazione della spazzatura è aumentato del 5,5%, portando la nostra provincia a un 84,2% complessivo di differenziata. Meglio di noi, solo Reggio Emilia. Guardando ai singoli capoluoghi, il comune di Modena si piazza al sesto posto con un 78,9% di differenziata, godendo tuttavia dell’aumento più significativo, di oltre cinque punti. Se fin qui l’analisi ha evidenziato un comportamento virtuoso, con Viale Aldo Moro che già annuncia il raggiungimento dell’obiettivo dell’80% di differenziata entro il 2025, esiste anche un lato meno confortante. L’Emilia-Romagna è infatti la terza regione in Italia per aumento percentuale di rifiuti prodotti, con il primato assoluto per quanto riguarda il valore pro capite. Nella nostra regione, ogni cittadino si stima produca 663 chili di rifiuti all’anno. Un dato in controtendenza rispetto alla logica di economia circolare e impatto ambientale