Nel video l’intervista a Matteo Marzoli, Fratello di Alice Neri
È terminata questa mattina in Tribunale a Modena la requisitoria dei pubblici ministeri Giuseppe Amara e Claudia Natalini nel processo sull’omicidio di Alice Neri, la 32enne di Ravarino trovata carbonizzata nella propria auto a Fossa di Concordia nel novembre del 2022. Per l’unico imputato, Mohamed Gaaloul, la pubblica accusa ha chiesto 30 anni per omicidio e soppressione di cadavere, il massimo possibile. A prendere parola, anche Antonio Igroia, che rappresenta il marito di Alice, Nicolas Negrini, il quale, a sorpresa, ha lasciato il processo, revocando la costituzione di parte civile. Secondo il legale, fermo sostenitore dell’ipotesi che possa essere coinvolto un “terzo uomo” nell’omicidio, le indagini si sono svolte in modo sciatto e approssimativo, concentrandosi unicamente sul 30enne tunisino. Durante l’udienza, sono intervenuti anche gli avvocati della madre e del fratello della donna, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini, che hanno invece difeso il modo in cui si sono svolte le indagini. Matteo Marzoli, il fratello di Alice, si dice soddisfatto della richiesta di condanna: per lui non ci sono piste alternative a Gaaloul. Si tratta delle battute finali di un processo lungo e difficile, che dovrebbe arrivare a sentenza a metà luglio. Secondo la pubblica accusa, il 30enne Mohamed Gaaloul è stato l’ultimo ad aver visto Alice Neri viva: tra le prove contro l’imputato, il suo DNA rinvenuto su un mozzicone di sigaretta e sul manico della tanica d’olio che sarebbe stata usata per appiccare l’incendio. Secondo i pm, inoltre, Gaaloul conosceva il luogo isolato in cui la 32enne è stata portata e uccisa con un coltello. A causare la morte, i fendenti ricevuti al cuore e al torace. Intanto la salma nella scorsa udienza è stata dissequestrata. La famiglia potrà darle l’ultimo saluto