La protesta del sindacato giornalai
Cè, come spesso avviene, purtroppo, un sistema normativo molto articolato e poco chiaro, dietro la polemica lanciata contro Coop Estense dal sindacato dei giornalai, Sinagi-Cgil. Non a caso, la sigla accusa il colosso della grande distribuzione di «sfruttare lincertezza della legislazione vigente». Scendendo nei particolari, il decreto sulle liberalizzazioni convertito in legge circa un anno fa dal governo Monti – che rendeva libero lesercizio dellattività di edicolante (attraverso il rilascio da parte dei Comuni di una Scia, acronimo di segnalazione certificata di inizio attività) – non è mai stato seguito, per gli aspetti riguardanti leditoria, dai relativi decreti attuativi. In mancanza di essi, la disciplina applicabile resta quella della legge sulleditoria, datata 2001. Tale legge distingue tra punti vendita esclusivi e non esclusivi. E tra questi ultimi vi sono anche supermercati e iper. Fin qui tutto in regola. Se non fosse che, come fa notare il sindacato, in Emilia-Romagna la Regione ha consigliato ai Comuni di sospendere il rilascio di nuovi permessi, in attesa di maggiori chiarimenti sulla normativa applicabile. Ora, secondo il Sinagi, però, Coop Estense, nonostante il diktata di Viale Aldo Moro, sta riuscendo ad ottenere dagli enti locali le autorizzazioni di vendita di giornali e riviste anche nei suoi esercizi. In molti casi riuscendo nel proprio intento. Altro punto sul quale il sindacato degli edicolanti batte forte è la possibilità, concessa alla grande distribuzione sempre nella legge sulleditoria, di selezionare le testate da vendere, con il risultato che, mentre i giornalai sono obbligati a tenere a disposizione tutte le testate (con relativi costi), Coop può scegliere di offrire le sole testate alto vendenti, alcune decine, che coprono l80% del venuto globale.