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La curiosità


    La squadra pugliese è reduce da una clamorosa rimonta ai danni del Lanciano (sabato scorso al San Nicola): 4 gol in meno di 20 minuti. Il Lanciano, infatti, conduceva 3-0 a fine primo tempo. Al 5’ st è iniziata la rimonta del Bari con un gol di Sciaudone, poi Caputo ha segnato la seconda rete al 18’, Defendi ha pareggiato al 22’ mentre Tallo ha firmato il 4-3 al 24’.

    Bari 4-3-3


      LAMANNA RISTOVSKI CEPPITELLI DOS SANTOS POLENTA DEFENDI ROMIZZI SCIAUDONE FEDATO CAPUTO GHEZZAL A disposizione PENA ROSSI SABELLI ALTOBELLO BELLOMO IUNCO TALLO All. TORRENTE

      «Legislazione incerta, autorizzazioni più facili»


        La protesta del sindacato giornalai

        C’è, come spesso avviene, purtroppo, un sistema normativo molto articolato e poco chiaro, dietro la polemica lanciata contro Coop Estense dal sindacato dei giornalai, Sinagi-Cgil. Non a caso, la sigla accusa il colosso della grande distribuzione di «sfruttare l’incertezza della legislazione vigente». Scendendo nei particolari, il decreto sulle liberalizzazioni convertito in legge circa un anno fa dal governo Monti – che rendeva libero l’esercizio dell’attività di edicolante (attraverso il rilascio da parte dei Comuni di una Scia, acronimo di segnalazione certificata di inizio attività) – non è mai stato seguito, per gli aspetti riguardanti l’editoria, dai relativi decreti attuativi. In mancanza di essi, la disciplina applicabile resta quella della legge sull’editoria, datata 2001. Tale legge distingue tra punti vendita esclusivi e non esclusivi. E tra questi ultimi vi sono anche supermercati e iper. Fin qui tutto in regola. Se non fosse che, come fa notare il sindacato, in Emilia-Romagna la Regione ha consigliato ai Comuni di sospendere il rilascio di nuovi permessi, in attesa di maggiori chiarimenti sulla normativa applicabile. Ora, secondo il Sinagi, però, Coop Estense, nonostante il diktata di Viale Aldo Moro, sta riuscendo ad ottenere dagli enti locali le autorizzazioni di vendita di giornali e riviste anche nei suoi esercizi. In molti casi riuscendo nel proprio intento. Altro punto sul quale il sindacato degli edicolanti batte forte è la possibilità, concessa alla grande distribuzione sempre nella legge sull’editoria, di selezionare le testate da vendere, con il risultato che, mentre i giornalai sono obbligati a tenere a disposizione tutte le testate (con relativi costi), Coop può scegliere di offrire le sole testate ‘alto vendenti, alcune decine, che coprono l’80% del venuto globale.

        POTERI FORTI


          Il mutualismo e le liberalizzazioni

          Al GrandEmilia lavori ormai finiti: arriva il distributore rosso


            La voce correva da tempo, in città. Ma ora non ci sono più dubbi: presto sbarcherà al GrandEmilia un distributore di carburanti a marchio Coop. A pochi metri dall’ipermercato, la struttura e le pompe sono ormai pronti e sul cartellone che informa della «prossima apertura» campeggia il logo di Coop Estense. Dunque, arriva anche in città l’onda lunga delle pompe di benzina del colosso della grande distribuzione. Che segue un trend già intrapreso da Conad. La società presieduta da Mario Zucchelli è partita dai possedimenti pugliesi, prima Brindisi e poi Bari. Ma il movimento sta arrivando anche al Nord. Nei mesi scorsi la consorella Coop Adriatica aveva annunciato, per i prossimi anni, l’apertura di ben otto distributori, il primo dei quali aprirà a giugno a Castel Maggiore, a pochi chilometri da Bologna. Il logo sarà Enercoop, ennesimo marchio di sistema della gdo rossa, peraltro già attivo in terra lombarda. Altri sette, per un totale di 33 addetti, seguiranno entro fine 2014, anche fuori regione (e dunque in Veneto, Marche, Abruzzo). Tutti venderanno anche Gpl e metano, «al prezzo più basso nel territorio di riferimento», ha assicurato il presidente di Coop Adriatica, Adriano Turrini. E adesso anche Modena sta per essere puntellata, da Coop Estense. Il colosso della Gdo, insomma, è lanciatissimo anche sui carburanti. Nei mesi scorsi, peraltro, Coop aveva pure siglato un accordo con Eni: ogni 40 euro di spesa i clienti dei supermercati ne avevano 5 di sconto nelle stazioni del Cane a sei zampe. Un’intesa un po’ singolare, se è vero, come è vero, che Coop è, di fatto, un concorrente di Eni. Ma tant’è. E presto anche al GrandEmilia sarà possibile rifornirsi di benzina o gasolio.

            Ora Coop fa infuriare gli edicolanti


              I giornali nei supermercati piegano i rivenditori classici La Cgil: «Aperture aggressive, famiglie al tracollo»

              Aumentano, in provincia, i supermercati e gli iper che vendono giornali e riviste. E sale l’allarme tra gli edicolanti. Ieri il Sinagi, il sindacato dei giornalai della Cgil, ha diffuso un duro comunicato diretto contro Coop Estenese, in cui si accusa il colosso della grande distribuzione di attuare una politica «aggressiva», che punta ad «aprire sempre nuovi punti vendita», «causando il tracollo economico delle famiglie che lavorano in quelle rivendite». Gli edicolanti – circa 300 in tutto il modenese – sono preoccupati: «Dalle poche unità di vendita nel 2001 – si legge nella nota -, si sta procedendo ad una sistematica apertura in altre strutture commerciali con l’obbiettivo più che evidente di estendere la vendita di quotidiani e riviste in tutti i negozi Coop della provincia». Comprese – punge il sindacato – «le zone terremotate (ad esempio, il recente caso del supermercato di Novi), dove le edicole, ancora nel container, stanno cercando a fatica di continuare l’attività e dove hanno dimostrato il massimo impegno nelle settimane successive al terremoto». E il tutto «sfruttando l’incertezza della legislazione vigente». «I giornali e le riviste costano la stessa cifra da Bolzano a Palermo – fa notare Lucia Roversi, co-presidente di Sinagi Modena e titolare di un punto vendita in via Canaletto -, dunque parlare di concorrenza, per la nostra attività, non ha senso. Noi offriamo un servizio di pubblica utilità, siamo un presidio per il pluralismo dell’informazione». Osservazione, quest’ultima, che si ricollega ad un altro aspetto sottolineato dal sindacato in polemica: se le edicole «hanno l’obbligo di tenere tutte le testate pubblicate da un editore e dare loro parità di trattamento», infatti, Coop, «avendo un’autorizzazione non esclusiva alla vendita, può selezionare le testate cosiddette ‘alto vendenti’ e offrire solo quelle, quindi in genere circa alcune decine di testate, che sono poi quelle che fanno l’80% del venduto».

              Cig, in provincia 3 milioni e 700mila ore soltanto in un trimestre


                E’ allarme cassa integrazione in provincia di Modena. Secondo l’Inps nel primo trimestre 2013 le ore autorizzate di cig sono oltre 3 milioni e 700mila, rispetto ai 3 milioni e 138mila ore dello stesso trimestre dell’anno scorso. Da inizio anno a crescere sono in particolare sia quella in deroga, sia quella straordinaria, ovvero i due strumenti finanziati in prevalenza da risorse pubbliche, in quanto l’ordinaria è coperta interamente con i contributi pagati dalle stesse aziende e dai loro dipendenti. Nei primi tre mesi di quest’anno la cassa integrazione straordinaria ha visto autorizzate 1.766.121 ore e quella in deroga 1.372.107. Il continuo e massiccio ricorso alla cig in deroga conferma il persistere di una situazione di crisi trasversale alle piccole e medie aziende così come alle grandi, che avendo esaurito gli ammortizzatori standard fanno ricorso anche all’ulteriore utilizzo dell’ammortizzatore sociale in questione. A questi dati, va aggiunta la quota modenese di ore (non ancora definita) dei circa 6.500 accordi regionali di cassa integrazione in deroga, non ancora registrati dall’Inps a causa del blocco dovuto all’incertezza sul rifinanziamento. Le risorse stanziate dal Governo per la cassa in deroga coprono però ancora pochi mesi, al massimo sino a giugno, ed è perciò urgente lo sblocco di ulteriori risorse per rifinanziare questo ammortizzatore sociale. A questo scopo le organizzazioni sindacali manifesteranno a Roma giovedì mattina 16 aprile davanti al Parlamento per rivendicare adeguati finanziamenti per gli ammortizzatori in deroga. Serve almeno un miliardo di euro. O almeno questa era la stima fatta sino ad oggi per avere garantita la copertura per l’anno in corso. Perché ieri il ministro Elsa Fornero è intervenuta sull’argomento lanciando un grido preoccupato per i lavoratori e per il sistema degli ammortizzatori sociali. «Se riuscissi a destinare al finanziamento della cassa integrazione un altro miliardo di euro potrei dirmi soddisfatta, anche se c’è il rischio che possa non essere ancora sufficiente», ha detto, ampliando così il vuoto delle risorse mancanti. Sono diverse le realtà industriali modenesi che tremano a questa affermazione, visto che quest’anno per molte di loro termina il panorama di ammortizzatori sociali disponibili. Oltre ai dati sulla cig provinciale, ieri l’Osservatorio della Cgil ha diffuso il numero di quanti si sono rivolti agli sportelli del sindacato per fare richiesta di indennità di disoccupazione e mobilità: nel primo trimestre 2013 le domande sono state 2.600, contro le 2.166 richieste fatte nello stesso periodo dello scorso anno.

                LA CRISI INFINITA


                  Big del sistema emiliano in ginocchio

                  Mattone, c’è una vittima eccellente Coop Icea a un passo dal fallimento


                    I troppi debiti fanno saltare il concordato preventivo

                    Non sempre il concordato preventivo garantisce la sopravvivenza dell’azienda. Nel reggiano lo strumento che permette la rinegoziazione dei debiti con i creditori sta permettendo a big come Coopsette e Unieco di sopravvivere, mentre nel modenese una storica cooperativa delle costruzioni è vicina a gettare la spugna. Di queste ore l’indiscrezione secondo cui la Coop Icea di Castelfranco Emilia sarebbe in procinto di attivare la procedura fallimentare. «Ho avuto una breve telefonata con il presidente della coop, Marco Marinelli, che ha ammesso l’impossibilità di terminare il concordato preventivo», conferma il segretario Fillea-Cgil di Modena, Sauro Serri. Ieri alcuni dipendenti hanno iniziato ad organizzare i primi presidi fuori dalla sede a Castelfranco Emilia: a giorni i sindacati sperano in un incontro per studiare con i vertici forme di tutela per soci, lavoratori e clienti. I primi segnali di indebolimento di Coop Icea, attiva sul mercato da quasi settant’anni, sono coincisi con l’esplosione della congiuntura negativa nel biennio 2007-2008, ma sono peggiorati ulteriormente negli ultimi due anni con l’immobilismo sempre più cronico del suo core-business: l’immobiliare residenziale e artigianale. Nel 2010 la coop aveva attivato la cassa integrazione ordinaria, diventata un anno dopo cassa straordinaria per ristrutturazione e poi per crisi. «Stiamo costruendo un piano di intervento per scongiurare una fine irriversibile», affermava nel 2011 a proposito di Coop Icea l’allora presidente provinciale di Legacoop, Roberto Vezzelli. Un piano che non ha sortito gli effetti desiderati perché i debiti della coop sono aumentati a dismisura (sembra vicino ai 50 milioni di euro). A inizio 2013 Coop Icea ha avviato una procedura di concordato preventivo che però, alla luce degli ultimi sviluppi, non ha incontrato il favore dei creditori. La realtà di Castelfranco è una cosiddetta cooperativa di produzione lavoro, ovvero il socio è imprenditore e lavoratore allo stesso tempo. Così molti degli attuali 70 dipendenti devono ora fare i conti con una perdita doppia, sia in termini di investimento (quota associativa, acquisto di immobili incompleti, ecc.), sia in termini lavorativi con la perdita del posto. Da almeno un anno diversi cantieri di Coop Icea (localizzati soprattutto nell’area delle Terre di Castelli e in Appennino) sono fermi per la mancanza di liquidità. Con il probabile fallimento si apre ora l’incognita su chi e quando li farà ripartire. (vi.ma)

                    Big in difficoltà


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