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mercoledì, Agosto 20, 2025
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Il columnist


    Promessa mancata del calcio italiano, Augusto De Bartolo è rientrato nell’universo sportivo dalla porta di servizio, descrivendo da giornalista le gesta di chi è protagonista di un sogno che lui avrebbe voluto coronare sin da bambino. Dal 2007 infatti lavora come redattore a Sky.it. Nel 2011 ha scritto Tutti gli uomini che hanno fatto grande l’Ac Milan per Castelvecchi editore.

    La Cantina, cucina modenese dentro un piccolo grande sogno


      Silvano Scacchetti: «Un locale alla portata di tutti»

      Silvano Scacchetti ha realizzato il suo sogno di creare un piccolo gioiello d’ospitalità nel mezzo della pianura della provincia di Modena: per la precisione a Medolla, sulla Statale 12 al civico 179. E’ nata in questo modo ‘La Cantina’, frutto della ristrutturazione di una vecchia cantina sociale risalente al primo ‘900: dopo il paziente e accurato restauro, oggi ospita un hotel 4 stelle con 24 suite finemente arredate; una bella sala conferenza dotata delle tecnologie più avanzate; un vasto e accogliente giardino interno per le serate estive, sotto un pergolato di legno pregiato; e infine, attiguo al cortile, il ristorante Osteria La Cantina, dedicato agli appassionati buongustai che vengono in questa parte della provincia. Ma ora è giusto dare voce all’ideatore di questo progetto. Signor Scacchetti, come nasce l’idea di questo intervento? «Il fine di questo progetto è di dare un servizio elevato a tutti i clienti e visitatori che vengono in questa parte dell’Emilia, famosa per le sue eccellenze. L’Hotel e l’Osteria La Cantina, per la loro posizione baricentrica sul territorio, sono un punto d’incrocio per tutte le destinazioni regionali, sia d’affari che di turismo. Sorgono vicino ad importati distretti produttivi e commerciali, fra cui prima di tutto il biomedicale di Mirandola; inoltre da qui partono tanti itinerari tesi a cogliere il fermento culturale delle città e l’amenità delle piccole ed incantevoli località d’arte disseminate nella pianura. La nostra zona è visitata da molti imprenditori sia italiani sia stranieri». Quindi, clientela da tutto il mondo? «Certo, la nostra clientela è prevalentemente composta da stranieri, gente che buona parte dell’anno vive lontano da casa, e proprio per questo abbiamo voluto creare un ambiente familiare, caldo, autentico, spazioso, confortevole e rilassante, in modo che l’ospite si senta come a casa sua. Soprattutto lo vogliamo deliziare con la buona gastronomia del territorio». La vostra si può definire dunque una gastronomia della tradizione? «La nostra cucina parte dalla tradizione locale, con escursioni in altre regioni e un po’ di innovazione, per palati più esigenti». Rimanendo in tema, qual è il piatto più richiesto dagli stranieri? «Sicuramente i piatti tradizionali, a cominciare dai tortellini in brodo di cappone fatti alla vecchia maniera; per passare poi alle tagliatelle caserecce al ragù, ai cappellacci di zucca, agli agnolotti di carne, e via di seguito con tutte le paste fatte al mattarello. Possiamo offrire un’ottima selezione di salumi, che serviamo con gnocco fritto, tigelline e giardiniera fatta in casa. Come secondi in questa stagione offriamo il carrello dei bolliti con le relative salsine, ma è sempre apprezzato il filetto all’aceto balsamico di Modena. Molto gettonate le nostre proposte di pesce fresco, i dolci fatti nella nostra cucina, la nostra selezione di formaggi provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia, oltre ad un menu vegetariano e uno per celiaci che hanno esigenze particolari. Ma sono tante altre le proposte che il nostro chef Filippo Baraldi offre alla clientela, seguendo la stagionalità dei prodotti». E la vostra cantina? «Beh, contiene ben 380 etichette che rappresentano il meglio della produzione italiana e francese, oltre alla carta dei distillati e alla carta delle acque». Insomma non manca niente… «La base fondamentale delle nostre proposte è la ricerca della massima qualità nella materia prima e l’utilizzo di essa nei piatti della tradizione e dell’innovazione, dove potete cogliere quel sottile equilibrio tra rusticità ed eleganza che è l’anima stessa della campagna, punto di partenza e vera essenza delle nostre radici culturali e gastronomiche». Quindi non resta che provare. ‘La Cantina’ si trova a Medolla sulla Statale 12 al civico 179.

      C’è anche Progetto Comune: da Novi con i suoi perché


        NOVI – Non solo Comitati, c’è anche una lista civica d’opposizione che ha aderito al fronte unico di protesta: è Progetto Comune di Novi, che rimarca i perché della battaglia. «Perché la rivendicazione dei diritti di ‘cittadini terremotati’ dei Comitati della Bassa non possono che essere anche quelle dei cittadini di Novi-Rovereto-Sant’Antonio», «perché Novi, Rovereto e Sant’Antonio devono ‘ri-appartenerci’», «perché non possiamo permettere che il nostro paese, al di là dell’argine del Secchia, resti isolato dal resto del cratere», «perché non dobbiamo essere solo delle ‘comparse’ ma i protagonisti della nostra vita», «perché crediamo che solo uniti possiamo amplificare le nostre richieste di ‘cittadini terremotati’ e renderle concrete», «perché la ricostruzione deve diventare effettiva e non un’esile speranza», «perché il terremoto ha distrutto i muri e non possiamo permettergli di continuare a ferire le persone», «perché le responsabilità devono essere ripartite in misura alla partecipazione alle decisioni», «perché i nostri concittadini non possono essere lasciati da soli nelle fasi del post-sisma», «perché le risorse economiche devono essere messe a disposizione i tempi e con modalità certe e nella misura necessaria ad intervenire non solo sull’emergenza», «perché la burocrazia non può trasformarsi in una camicia di forza». E molti, molti altri perché.

        La ricostruzione che non c’è: adesso i Comitati si arrabbiano


          Se le firme non bastano, pronta la manifestazione

          UN ANNO DOPO


            I nodi vengono al pettine

            «Situazione catastrofica» La dura denuncia del Pdl


              Via all’odg nei Municipi del cratere

              Proroga delle scadenze, sburocratizzazione delle pratiche, nomina di due vicecommissari. Sono le tre precise richieste messe sul tavolo dal Pdl per cercare di sbloccare lo stallo calato sulla ricostruzione post-terremoto. E non mancano le critiche a come il commissario Vasco Errani ha gestito fino ad ora le cose. «La situazione è catastrofica» denuncia Enrico Aimi, coordinatore provinciale del Pdl. E a supporto porta i numeri delle domande presentate per ottenere i contributi per la ricostruzione: «Si pensava che dai cittadini privati ne arrivassero circa 32mila, ne sono giunte 2.306. Le pratiche in lavorazione delle imprese sono poi 30 a fronte delle migliaia danneggiate. La colpa? Dell’eccesso di burocrazia. Sono state ben 142 le ordinanze regionali emesse: un ginepraio che spaventa. E i dati delle richieste lo dimostrano». Per Luca Ghelfi, portavoce Pdl di Modena, la situazione «richiede interventi immediati per dare subito una risposta alle problematiche». Tali interventi vanno indirizzati sia verso una maggiore snellezza «delle procedure, che devono essere anche più chiare nell’applicazione, che nell’ottica di fornire da subito un aiuto economico a famiglie e imprese che non ce la fanno più a sopportare le conseguenze del terremoto». Dal Pdl sottolineano quindi che dei 6 miliardi che dovrebbero servire per la ricostruzione, se verranno accettate tutte le domande presentate, se ne utilizzeranno al massimo 50 milioni. Il centrodestra chiede dunque di utilizzare quei fondi per prorogare di un anno tutte le scadenze di giugno. E proroga dovrebbe essere anche del 50% di benefici per la ristrutturazione edilizia nelle zone terremotate, percentuale che in Italia torna al 36% a decorrere dal 30 giugno. Il Pdl formula infine una terza proposta. E cioè di nominare due vicecommissari di supporto al presidente Errani, visto che il governatore è impegnato anche a Roma per attività istituzionali. I nomi? In pole il sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli. Questi temi saranno presentati tramite un odg in tutti i consigli comunali dei Municipi del cratere.

              Cosa serve subito


                Contributi – Si chiede il passaggio dal principio del contributo a quello dell’indennizzo irrevocabile che copra le spese effettive della ricostruzione Fiscalità – Richiesta di una fiscalità di vantaggio con moratoria dei versamenti, aliquota Iva di vantaggio, sospensione delle azioni di Equitalia, inapplicabilità degli studi di settore, revisione delle rendite catastali, esonero Imu anche per le classi ‘F’. Lavori – Liquidazione degli stati d’avanzamento dei lavori con acconti ravvicinati (mensili) oppure obbligo per le banche di anticipare i soldi per iniziare il cantiere, indipendentemente dal merito creditizio Cas – Certezze sull’erogazione dei Contributi di autonoma sistemazione Reddito – Misure di sostegno al reddito per coloro che hanno perso il lavoro a causa del sisma

                Piazza Roma in consiglio: di scena l’ennesima protesta


                  Commercianti in aula contro la pedonalizzazione

                  MODENA – Dovrebbe essere il luogo del dialogo, dell’ascolto, della democrazia, e invece si sta trasformando sempre più in palcoscenico di protesta: nell’ultimo anno il consiglio comunale di Modena ha visto quasi più cartelli e striscioni dello stadio Braglia. Ieri è andata in scena la protesta dei commercianti del centro, preoccupati (per usare un eufemismo) dal progetto di pedonalizzazione di Piazza Roma. Una decisione, quella presa dal sindaco Pighi in scadenza di mandato e non più rieleggibile, che secondo il mondo del commercio non farà altro che aggravare una situazione già critica a causa della crisi. La protesta è stata pacifica e composta, come del resto tutte le altre che si sono viste sin qui: dagli albergatori che chiedevano a gran voce l’abolizione della paventata tassa di soggiorno, ai genitori dei piccoli frequentatori di asili e materne gestite dalla Fondazione CresciaMo, per arrivare alle proteste per il mercato ortofrutticolo o per la sicurezza. Ma gli esempi sono tanti e anche più recenti, come quello che ha visto ‘occupare’ l’aula dai cittadini del comitato per l’acqua bene comune, per la battaglia sul riconoscimento dell’esito referendario. Insomma, soprattutto negli ultimi tempi, i modenesi hanno dimostrato di non gradire le scelte della giunta, e lo hanno fatto ‘impossessandosi’ (virtualmente e simbolicamente s’intende) del luogo-simbolo della democrazia, quel consiglio comunale che esprime la rappresentanza delle varie anime della città. Un consiglio che però ormai da diversi anni sembra essere stato svuotato delle sue reali funzioni, con un’amministrazione che arriva a presentare le sue decisioni solo dopo averle già prese. Non un luogo di dialogo e confronto, ma solo e inevitabilmente di scontro tra posizioni diverse, che non possono trovare, a posteriori, un punto in comune. Sta succedendo così anche per Piazza Roma, del cui progetto se n’è parlato sui giornali ma non in consiglio. Almeno fino a ieri, quando un’interrogazione di due mesi fa trasformata in interpellanza ha finalmente portato il tema nel luogo più consono. E lì, ad attendere al varco gli amministratori, c’erano direttamente loro, i cittadini. nDaniele Franda SERVIZIO A PAG. 9

                  Proiettile al sindaco nel 2009


                    CASTELVETRO ò15

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