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ESTERO SU ITALIA


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      Guanto di sfida al M5S: «Sì al referendum, ma decidiamo noi le regole»


        Politiche ambientali, urbanistica e sostegno alle attività produttive. Giorgio Montanari tira le somme su quattro anni da sindaco di Castelvetro e, in vista del prossimo voto, lancia il guanto di sfida ai suoi avversari più temibili: il Movimento cinque stelle. Ancora non esce allo scoperto sulla sua candidatura in vista della scelta del 2014, ma, pur affermando di aver pensato più di una volta a farsi da parte, lascia intendere tutta la sua voglia a far parte della gara. Una sfida che avrà come campo ideale di confronto il referendum abrogativo e ancor prima le assemblee di frazione. Due strumenti che la giunta Montanari ha voluto accogliere dopo le sollecitazione dei comitati civici. Sul referendum però il sindaco avverte: «Invito il Movimento cinque stelle a prender parte alla commissione, ma sia chiaro che le regole le scriveremo noi perché siamo noi che abbiamo vinto le ultime elezioni e quindi ci tocca l’impegno di governare». Un messaggio chiaro che fa riferimento all’iniziativa, tanto cara ai grillini, ‘Quorum zero’. Montanari è disposto infatti ad eliminare il quorum del 50% più uno per il referendum consultivo, ma non per quello abrogativo dove i vincoli saranno diversi. Si tratta di uno strumento già previsto dallo statuto comunale, ma mai utilizzato perché manca il regolamento attuativo. Nei prossimi giorni una commissione consiliare comincerà a lavorarci su e presto, forse entro il mandato, il regolamento sarà nero su bianco. Di sicuro si sa già che il referendum non potrà toccare temi che riguardino scelte di bilancio o di pianificazione urbanistica, ma anche per ciò che riguarda piccoli atti su singole situazioni con privati. Discorso diverso invece per le assemblee di frazione, definite dal sindaco «un ottimo strumento di partecipazione». La giunta si è impegnata a istituirle già entro l’estate. Si tratta di quattro assemblee, Solignano, Levizzano, Settecani e Castelvetro centro, che resteranno in carica per i prossimi tre anni. I consiglieri saranno eletti in base al numero di abitanti. E anche qui Montanari si rivolge ancora una volta al Movimento cinque stelle: «Ora mi aspetto che ne facciano parte anche alcuni rappresentanti dei comitati. Mi piacerebbe che venissero segnalate criticità riguardanti il territorio». Nel parlare del Movimento cinque stelle Montanari spiega infine di aver avuto non poche difficoltà negli ultimi mesi: «All’inizio non sapevo nemmeno chi chiamare, ora ci stiamo conoscendo. Penso però che non dobbiamo andargli dietro, ma iniziare a confrontarci apertamente». La sfida è già iniziata.

        Castelvetro, busta con proiettile al sindaco Giorgio Montanari


          L’episodio risale al 2009. Ignoto il responsabile

          CASTELVETRO – Lo racconta a margine di una conferenza convocata per tracciare un primo bilancio della sua amministrazione, e quasi gli sfugge senza volerlo, ma forse desiderava levarsi un peso. Il sindaco di Castelvetro Giorgio Montanari svela di aver ricevuto a inizio del suo mandato una busta con proiettile. Una minaccia anonima e generica di cui ha fatto immediatamente denuncia alle forze dell’ordine, le quali, a loro volta, hanno successivamente aperto un’indagine. Si tratta di un episodio mai raccontato prima e di cui ancora non si conosce il responsabile. «E’ una cosa che a primo impatto mi ha colpito molto. Poi ho imparato a dargli meno peso – spiega Montanari -. So che ci sono stati episodi analoghi con protagonisti altri miei colleghi come l’ex sindaco Adani a Vignola, ma io ho preferito non dire nulla alla stampa, per non creare emuli. Ora che la fase istruttoria si è conclusa penso che se ne possa anche parlare». Si è trattato comunque di un episodio singolo che non si è più ripetuto, ma non sono mancati i disagi. «Per diverso tempo ho avuto il telefono sotto controllo – racconta sempre il sindaco di Castelvetro -; non è stato facile, ma sono cose che possono capitare a chi, come i sindaci, ha tra le proprie funzione quella di fare da paravento alla collettività». Altre buste con proiettili o cose analoghe per fortuna non sono state più recapitate in municipio, anche se nell’autunno del 2010 a Castelvetro circolava un volantino contenente altre minacce generiche rivolte a Giorgio Montanari. In quel caso però il sindaco preferì affrontare la cosa pubblicamente parlandone apertamente in un dibattito in Consiglio comunale. Il volantino, assolutamente non firmato, conteneva frasi oscure e allusive che criticavano il sindaco per aver dato solidarietà al suo omonimo consigliere leghista in merito a un precedente volantino dai sentimenti anti-islamici. Questo secondo episodio, per gli inquirenti, non sembra aver avuto collegamenti con la busta con il proiettile. Una vicenda che, anche a distanza di quattro anni, resta dai contorni inquietanti. nPier Paolo Pedriali

          Il precedente


            Il caso Adani – Roberto Adani (foto sotto), sindaco di Vignola fino al 2009, nell’ultima parte del suo mandato iniziò a subire minacce, fra cui un proiettile ricevuto in busta chiusa. Fu il primo a denunciare infiltrazioni criminali contribuendo alle indagini. Recentemente candidatosi alle primarie del Pd per le parlamentari, ha denunciato altre minacce da ignoti nei suoi confronti.

            Casa lavoro, visita del garante: «Situazione sempre più critica»


              CASTELFRANCO – Sono 119 le persone recluse nel carcere di Castelfranco Emilia (Modena): 107 sono internati sottoposti a misure di sicurezza (18 in licenza finale di esperimento) e 12 detenuti con problemi di tossocodipendenza in custodia attenuata. I numeri sono resi noti dall’ufficio del garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, garante che ha visitato la struttura lo scorso 9 aprile definendo la situazione «critica». In particolare, Desi Bruno, che ieri ha pubblicato una relazione alla stampa, parla di «potenzialità non espresse» della strutture . Secondo la garante all’interno ci sono 2 officine meccaniche in uno stato prossimo all’abbandono, mentre sono sotto utilizzati sia l’azienda agricola (decine di ettari non curati), l’area pedagogica (oltre 2.000 metri quadrati di fabbricato), la biblioteca, i laboratori e le aule. L’auspicio è dunque quello che l’intervento del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria «possa contribuire al miglioramento della situazione, con particolare riguardo all’avvio di attività lavorative». Inoltre, l’Ufficio del garante auspica che nel nuovo Parlamento venga dato impulso all’iter del disegno di legge di iniziativa dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna presentato nel 2010 per abrogare le norme del Codice penale che prevedono l’assegnazione alla casa-lavoro o alla colonia agricola.

              Da Balbo a Balbi: un mancino cresciuto nel Lanus Costa un milione, ma il prezzo è destinato a salire


                “No non è quello, nemmeno suo figlio, con la ‘i’ dico, non Balbo, Balbi”. Mi è capitato di doverlo spiegare a più riprese a quanti me lo chiedessero perché di fronte a un nome che suona familiare è bene fare le dovute verifiche ma soprattutto non dare notizie false specie se due cognomi si somigliano. Abel Balbo è stato un grandissimo centravanti che in Italia ha trovato fortuna prima con la maglia dell’Udinese e poi con quella della Roma. Pur essendo anche lui argentino, Luciano Balbi non ha mai giocato nel nostro campionato tantomeno è un attaccante, anzi tutt’altro. Lanùs si trova a sud di Buenos Aires ed è una città che rientra nelle grande area metropolitana della capitale argentina. E’ patria di campioni del futbol, anche storicamente parlando. Qui nacque Carlos Volante, calciatore dei primi anni del secolo scorso che aveva come ruolo quello di centrocampista, di playmaker davanti alla difesa. Da allora il regista difensivo, in Argentina, viene indicato con il termine “volante”. Oltre questa digressione storica a Lanùs c’è molto di più: innanzitutto la squadra del “Granate” una vera fucina di talenti a basso costo da dove attingere a piene mani. Proprio in questo club capace di gestirsi come pochi in Argentina da un punto di vista economico tra cessioni, ricavi, nuovi acquisti e settore giovanile, è cresciuto Balbi, un terzino sinistro finora passato sottotraccia rispetto alla lente d’ingrandimento degli osservatori europei. E invece io credo che valga la pena tenere d’occhio e valutare le capacità di questo difensore mancino diventato, nel giro di un paio di stagioni, pedina inamovibile e irrinunciabile per Guilhermo Barrios Schelotto, allenatore (ed ex grande calciatore del Boca), della squadra. La storia di questo ragazzo, classe 1989, è caratterizzata proprio dal fatto che in pochi hanno creduto nelle sue potenzialità. Essendo nato a Rosario, da giovanissimo, fu proposto a entrambi i club della città, il Newell’s Old Boys e il Rosario Centrale. Nessuna delle due squadre si interessò al giocatore che trovò fortuna nelle giovanili del “Granate”. In due stagioni 56 presenze con l’unica pecca di non aver ancora segnato nessun gol. Sarà colpa del gioco piuttosto concreto e sparagnino della squadra, tuttavia ciò potrebbe anche significare che Balbi ha ancora da mostrare molte qualità. Fisicamente è ben dotato, agile e potente nella sua falcata sulla corsia. Il sinistro è vellutato e i suoi cross manna dal cielo per gli attaccanti in area di rigore. Un Lahm latinizzato tanto per fare un accostamento. Il costo del suo cartellino non è bassissimo, intorno al milione, ma questo è il momento giusto per fare un piccolo sforzo dal momento che il suo valore è destinato a salire.

                La scheda


                  Nome: Luciano Cognome: Balbi Soprannome: Lucho Data di nascita: 4/04/1989 Luogo di nascita: Rosario (Argentina) Squadra: Lanus Ruolo: terzino sinistro Altezza: 172 cm Peso: 70 kg Valore: 1mln di euro

                  Carpi, una marcia inarrestabile: poker di vittorie Con l’exploit di Salò i playoff sono in cassaforte


                    E’ un momento magico per il Carpi targato Brini. La vittoria di domenica a Salò, grazie ad un gol “rapina” di Papini, a 4 minuti dalla fine del tempo regolamentare, ha messo una serie ipotesa sui playoff. Un obiettivo che sembrava svanito all’inizio del 2013, quando la squadra era incappata in una grave crisi di gioco e risultati, complici anche i numerosi infortuni che hanno caratterizzato l’era precedente a Brini. La vittoria di domenica è oro colato per i carpigiani che centrano così la quarta vittoria consecutiva, balzando al terzo posto in classifica, alle spalle della coppia imprendibile formata da Trapani (primo) e Lecce (seconda). A completare la giornata di festa in terra Lombarda c’è anche il primo gol in maglia biancorossa di Papini (in collaborazione con Della Rocca). Un gol pesante che vale doppio, perché ottenuto contro una diretta concorrente. Anche se con l’ultima sconfitta il Ferapli Salò è praticamente tagliato fuori dai giochi promozione: il distacco dalla zona playoff, infatti, è di 7 punti. Un’infinità. Il bello è che tra girone A e B di Prima Divisione, il Carpi rischia di essere una delle pochissime squadre del Nord a giocarsi la Serie B e a contendere lo strapotere del Sud. Oltre al Carpi, infatti, al momento ci sono anche Virtus Entella (Liguria) e Sudtirol (Alto Adige) nel girone A; solo il Pisa nell’altro girone. Alla fine del campionato mancano solo quattro partite e tutto può succedere, anche in testa alla classifica dove il Trapani, che domenica ha battuto in casa il Pavia (3-) mantiene i due punti di distacco sulla corazzata Lecce; i salentini hanno espugnato il Giglio di Reggio Emilia con una doppietta dell’esperto Jeda. Domenica prossima allo stadio cabassi arriva il Cuneo che ha un punto di vantaggio sulla zona playout. E’ una partita da non sottovalutare, per mille motivi; su tutti le grandi motivazioni dell’avversario che domenica contro il Como (1-1) ha fallito una ghiotta occasione per allontanarsi dalle zone calde. Questo il cammino dei carpigiani fino alla fine della stagione regolare: tre gare interne con Cuneo, Tritium e Como e una sola trasferta a Lecce. Un calendario, almeno sulla carta, in discesa per una squadra in grande salute. Senza Poli bloccato da una contrattura e sostituito da Pasciuti con Letizia centrale, il Carpi ha affrontato il primo tempo al piccolo trotto, forse condizionato dal primo caldo. Nella ripresa pero’, si è rivista in campo la compagine che aveva surclassato la Virtus Entella nella penultima di campionato. Tecnica e corsa hanno fatto la differenza nel secondo tempo, oltre al primo gol di Papini. nEf

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