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I lavori


    L’appalto – Ad aggiudicarsi l’appalto è stata l’Autobrennero, con un progetto da oltre 500 milioni (234,6 milioni la quota pubblica e per il resto a carico del realizzatore). La fine dei lavori è prevista nell’aprile del 2018. Ricorsi – Sul progetto sono ancora pendenti i ricorsi al Tar presentati da Wwf, Legambiente, Italia Nostra, LAC e altri.

    UN’OPERA IN CERCA D’AUTORE


      Affidamento ad Autobrennero, i commenti

      «Piazza Libertà ai giovani durante le fiere di giugno»


        MARANELLO – Più spazio per i giovani durante il prossimo giugno maranellese, è la proposta dei giovani della lista civica Per Maranello. Si tratta di Desiderio Ekanem e Matteo Campana due ragazzi che Barbolini, Zannoni e Guadagno si sentono di lanciare a quasi un anno dal prossimo voto. «Proponiamo che piazza Libertà possa essere non solo il centro della nostra città, ma che diventi, almeno per quella giornata, il centro, dove esporre tutte le forme di espressione della nostra generazione mediante l’esibizione delle band locali, la possibilità di mostrare pubblicamente quadri, fumetti, opere letterarie e fotografiche» affermano Ekanem e Campagna. L’organizzazione degli eventi del prossimo giugno maranellese verrà affrontata a giorni. La rassegna musicale del Maranello rock, pur tenendosi nello splendido anfiteatro naturale del parco Ferrari, secondo la lista civica tende ad isolare i ragazzi dal resto della comunità. «Riteniamo che sarebbe innovativo e stimolante per le band partecipanti alla gara musicale, se l’amministrazione promuovesse la realizzazione di un cd contenente le canzoni dei partecipanti dell’iniziativa musicale – concludono -; il cd potrebbe, poi,essere messo in vendita non solo a livello locale, ma anche online, con il ricavato da destinare al sostegno del sogno artistico dei giovani artisti maranellesi».

        La bretella continua a dividere


          Appello per lo stop dalle associazioni ambientaliste Ma Cna spinge: «Ora lavorino le aziende locali»

          SASSUOLO – Per gli ambientalisti è solo «l’ennesima autostrada inutile», ma per Cna con l’affidamento dei lavori della Campogalliano-Sassuolo «dopo 40 anni d’attesa il distretto ceramico può finalmente guardare al futuro». La bretella continua a dividere anche all’indomani dell’appalto vinto da Autobrennero con un project financing da oltre 234 milioni di euro, che di questi tempi non sono certo noccioline. Si tratta infatti di una delle opere pubbliche più importanti del Paese, ma non tutti vedono l’avvio del cantiere, a lungo inseguito come un’opportunità. E’ il caso di Legambiente e altre associazioni che, in un comunicato congiunto fanno appello ai parlamentari modenesi chiedendo un immediato dietrofront. «Durante le recenti primarie del Pd, tutti i rappresentanti dei candidati si sono espressi a favore della realizzazione del solo primo stralcio – osserva una nota firmata da Legambiente, Italia Nostra, Lac, Lipu e Wwf – , quello cioè che mette in collegamento l’autostrada del Brennero con lo scalo merci di Marzaglia, con la tangenziale di Modena e di Rubiera: rivolgeremo in questi giorni un accorato appello a tutti i neo-parlamentari modenesi e alle forze politiche, affinché dimostrino con i fatti la coerenza delle loro affermazioni e per far sì che venga ripristinata la necessaria trasparenza e partecipazione pubblica su questo tema». Ricordando l’esposto contro il bando presentato da Legambiente le associazioni puntano quindi il dito contro i costi dell’opera: «La bretella costerà ben 506 milioni di euro, di cui oltre 234 milioni saranno a carico dello stato, mentre i rimanenti saranno reperiti attraverso la finanza di progetto». Italia Nostra e le altre ricordano quindi che Autobrennero è «per oltre l’80% composta da enti pubblici. E proprio perché a prevalenza pubblica non è irrilevante conoscere in che modo la quota privata rientrerà dell’investimento, considerando che la bretella è una infrastruttura aperta che non prevede pedaggio». Un plauso all’affidamento dei lavori arriva invece da Cna Sassuolo. «Ci sono soddisfazione e amarezza nell’accogliere questa notizia – commenta Claudio Medici, presidente della Cna dell’area di Sassuolo -. La soddisfazione sta nel recepimento delle necessità palesate da anni dalla comunità economica, l’amarezza nasce dalla considerazione che sono serviti quattro decenni affinché si passasse dalle dichiarazioni d’intenti alla pratica. E un Paese che impiega mezzo secolo a pensare al proprio futuro rischia di non avercelo, un futuro». «Ora – continua Francesco Stagi, direttore della Cna Area Ceramiche – occorre cercare di massimizzare l’utilità di questa infrastruttura, a cominciare dal coinvolgimento delle aziende modenesi, in particolare delle Pmi, favorendone la partecipazione nei subappalti».

          Pd choc: le ditte in crisi diventino coop


            Emergenza lavoro, il capogruppo Biagini sbanda a sinistra

            FIORANO – Le aziende in crisi siano convertite in cooperative, non una provocazione, ma la ricetta choc del capogruppo del Pd Marco Biagini, il quale illustrando il piano della maggioranza per far fronte all’emergenza lavoro sbanda decisamente a sinistra. Punto focale del piano è il progetto ‘Fai posto al lavoro’, così il Comune di Fiorano finanzia inserimenti di giovani under35 senza lavoro in aziende del territorio, prevedendo anche una piccola retribuzione. Le borse di studio tradizionali in aggiunta a quelle di circa 3.000 euro per universitari bisognosi e meritevoli supporteranno invece il versante della formazione, in calo specie per chi ha meno. Infine il Progetto Leonardo in collaborazione con Cerform mira ad esperienze lavorative all’estero per giovani interessati, con la possibilità di accrescere la propria professionalità. «Occorre però che uno sforzo condiviso investa la nostra capacità di disegnare il futuro dell’occupazione per questo distretto, dal patto solidale tra le forze in gioco – afferma Biagini -, al coraggio di convertire le aziende in crisi trasformandole in cooperative gestite dai dipendenti (esiste un fondo di Legacoop), ad un piano di lungo raggio sulle riconversioni urbanistiche e del patrimonio immobiliare del comprensorio, come nel caso ex Cisa-Cerdisa». Infine, lo stimo all’imprenditorialità, soprattutto quella giovanile, «cercando strade di agevolazione (anche fiscale) o di supporto alla apertura di un’azienda – conclude -, magari in concomitanza con l’accompagnamento alle nuove professionalità, specie se in ambito green».

            Lo scandalo Cahuzac, il bugiardo dell’Eliseo L’ex responsabile del Bilancio e i conti segreti


              Jerome Cahuzac, l’ex ministro del bilancio francese costretto alle dimissioni per aver mentito sull’esistenza di un conto bancario all’estero, pensa che sia «ancora troppo presto» per decidere se tornare fra i banchi dell’Assemblea nazionale. Al quotidiano La Depeche du Midi, Cahuzac confessa di avere ancora «qualche amico fedele» e di sentirsi perseguitato dai fotografi. «Trasloco tutti i giorni per sfuggire alla pressione», ha detto l’ex ministro, che ha chiesto ospitalità ai familiari in Normandia, Bretagna o sulle rive del Bacino di Arcachon: «Mi stupisco della capacità che hanno alcuni di seguire le mie tracce». Le sue dimissioni, anche da deputato, sono state chieste da più parti. Il suo supplente all’Assemblea, Jean-Claude Gouget, testimonia: «E’ un uomo distrutto, che ha l’impressione di essere il solo a pagare. Mi ha detto che si prenderà quindici giorni di riflessione e che lo farà sapere all’ultimo momento. Tocca a lui decidere». Con la riforma costituzionale del 2008, un ministro che lascia il Governo – per dimissioni o rimpasto – può ritrovare il suo seggio in Assemblea entro un mese. La scadenza per Cahuzac è il 19 aprile. Il presidente francese Hollande, da parte sua, ha fatto sapere di non poter concepire un ritorno dell’ex ministro fra i banchi del Parlamento, cui ha mentito. «C’è, credo, una questione di coscienza se può ancora essere evocata», ha dichiarato il capo dello Stato, interpellato all’Eliseo sull’eventuale ritorno a Palazzo Bourbon del suo ex ministro: «Come venire in Parlamento, dove si è proferita una menzogna?». Cahuzac è stato costretto a dimettersi dall’incarico di ministro dopo che la procura di Parigi ha annunciato di aver aperto un’inchiesta su di lui con l’accusa di evasione fiscale. L’ex ministro, secondo i magistrati, è stato titolare fino al 2010 di un conto corrente segreto in Svizzera: a inchiodarlo è stata un’intercettazione. Secondo la procura, è sua la voce che, in un audio diffuso a dicembre dal sito «Mediapart», ammette di aver posseduto un conto in Svizzera. Dopo l’annuncio dell’apertura dell’inchiesta, il presidente Hollande ha deciso di mettere «fine alle funzioni di Cahuzac, su sua richiesta». Al suo posto, l’Eliseo ha nominato l’attuale ministro per gli Affari Europei, Bernard Cazeneuve, a sua volta rimpiazzato da Thierry Repentin. Le dimissioni del ministro delle Finanze sono giunte in un momento particolarmente delicato. Infatti Cahuzac aveva appena dato il via a una serie di colloqui con gli altri ministri per determinare le economie di risparmio con cui ridurre il deficit pubblico. Un problema non da poco per Hollande, che non attraversa certo un momento di grande popolarità, e che ha dunque deciso di intervenire immediatamente con un progetto di leggi sulla moralizzazione della politica, iniziata con la pubblicazione sul sito del Governo di redditi e patrimoni di tutti i membri dell’esecutivo. E’ solo la prima iniziativa del combattivo Hollande, che ha affermato che farà «sradicare» i paradisi fiscali «in Europa e nel mondo», costringendo le banche a una politica di trasparenza. A tal fine, «le banche francesi dovranno rendere pubblica ogni anno la lista delle loro filiali nel mondo, Paese per Paese» e dovranno «pubblicare la nature delle loro attività».

              I GUAI DEL PALAZZO


                Politiche per rifarsi la faccia

                Francia, fuori i redditi dei ministri


                  Pubbliche le paghe di tutti i membri del Governo Operazione trasparenza del presidente Hollande

                  Trasparenza e integrità contro il malcostume della politica. Dopo lo scandalo Cahuzac, il Governo francese ha deciso di presentare un progetto di legge per la moralizzazione della vita politica. Per iniziare, il patrimonio e il reddito di tutti e 37 i membri dell’esecutivo socialista francese sono stati pubblicati alle 17 di ieri sul sito ufficiale del governo www.gouvernement.fr. E’ la prima volta che accade in Francia ed è la prima conseguenza della promessa di limpidezza fatta dal presidente francese Francois Hollande all’indomani dello scandalo che ha travolto Jerome Cahuzac, ex ministro del Bilancio con un conto nascosto all’estero. Nel quadro delle nuove regole per la moralizzazione della politica, ha spiegato Hollande, la Francia irrigidirà inoltre le disposizioni che «impediscono il cumulo tra un mandato parlamentare e determinate attività professionali, per scongiurare ogni conflitto d’interessi». Secondo un sondaggio «Ifop» pubblicato dal Journal du Dimanche, 6 francesi su 10 sarebbero favorevoli alla pubblicazione dei patrimoni dei politici. La pubblicazione del patrimonio dei ministri prefigura ciò che verosimilmente verrà richiesto a tutti i parlamentari e presidenti delle comunità territoriali. La sfiducia nei confronti del mondo politico «è antica», ha sottolineato Harlem Desir, il segretario del Partito socialista francese, «ma in questo periodo di crisi, quello che ci si aspetta dai responsabili politici è che serrino le fila. Discutere, certo, ma davanti ai francesi bisogna rimanere uniti».

                  Parigi, monta la protesta per la legge sulle unioni omosessuali


                    Il titolare dell’Interno Manuel Valls è stato bersaglio di attivisti all’uscita da un concerto L’Assemblea nazionale si pronuncerà definitivamente in merito alla norma già martedì

                    In Francia la legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso è già realtà. Manca solo un passaggio formale, il voto solenne, che introdurrà ufficialmente il matrimonio omosessuale e l’adozione per le coppie gay nella legislazione della Repubblica francese: la data è stata stabilita per il 23 aprile, dopo un ultimo dibattito in Assemblea nazionale. La conferenza dei presidenti, l’organo esecutivo dell’Assemblea, ha deciso di ricorrere alla cosiddetta procedura dei «tempi programmati», che permette di determinare in anticipo la durata complessiva del dibattito, che si prolungherà al massimo per 25 ore. Una legge, questa, che sin dal principio ha spaccato in due il Paese, sia fuori che dentro le istituzioni. Il capogruppo dei deputati dell’Ump, primo partito di opposizione, Christian Jacob, ha denunciato «un’umiliazione totale del Parlamento». A partire da venerdì, quando il testo di legge è stato definitivamente approvato dal Senato, migliaia di manifestanti sono scesi in strada per dimostrare «una negazione della democrazia». Nella notte tra domenica e lunedì, 67 oppositori al matrimonio gay sono stati arrestati davanti all’Assemblea nazionale a Parigi dove stavano cercando di montare delle tende, e lo stesso ministro dell’Interno, Manuel Valls, è stato bersaglio degli attivisti: una quarantina di persone lo hanno aspettato all’uscita da un concerto a Parigi dopo essersi date appuntamento sui social network, per contestarlo.

                    Benzina: prezzi alti e compagnie deluse Shell vuole vendere tutti i distributori


                      Il settore dei carburanti, in Italia, è in crisi, nonostante i prezzi che mettono in ginocchio milioni di automobilisti (vedere articolo a lato)? A sentire le ultime notizie, sembra proprio di sì. In una nota ufficiale diramata ieri, e subito ripresa dall’agenzia Reuters, il colosso anglo-olandese Shell valuta di vendere una parte delle attività italiane, in particolare tutti i distributori posseduti nel Belpaese, che sono circa 870. L’intento del gruppo estero, da più di tre lustri legato da una partnership alla gestione sportiva della Ferrari, è quello di tagliare sul downstream, ossia le attività a valle della filiera del petrolio: dalla raffinazione alla commercializzazione dei prodotti successivamente ottenuti. In sostanza, tali servizi saranno mantenuti solo nei Paesi in cui offrono numeri di bilancio competitivi. E se recentemente sono state cedute delle raffinerie in Germania e nel Regno Unito, ora tocca evidentemente all’Italia, dove Shell intende uscire anche dal settore dei rifornimenti per l’aviazione e da quello cosiddetto «supply e distribuzione». Il gruppo, al contrario, ha ribadito il proprio impegno lungo la penisola nell’upstream del gas, in sostanza nell’esplorazione ed estrazione di metano; nell’energia elettrica; nella vendita di lubrificanti al di fuori delle stazioni di servizio; e, infine, nella fornitura di carburanti al settore marittimo. Ma le novità di ieri non riguardano soltanto Shell. Sempre relativamente al territorio italiano, infatti, Q8 avrebbe deciso di mettere in mobilità 55 dipendenti. Le anomalìe del sistema dei distributori di carburante, insomma, dopo i consumatori colpiscono i lavoratori.

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