Vendite in Italia ò28
Nella vita può succedere di tutto, e così Carlo Giovanardi, dopo una vita trascorsa a combattere il comunismo, si ritrova alleato dei nipotini allacqua di rose di Togliatti. Diventato di fatto il portavoce della pattuglia di dissidenti del centrodestra che hanno abbandonato il loro benefattore Berlusconi, Giovanardi ha vissuto la sua giornata di massima notorietà, non sempre fausta visto che molti lo hanno paragonato a Domenico Scilipoti, simbolo del trasformismo della seconda Repubblica. A livello locale la scelta di Giovanardi non sembra aver pagato, visto che pochi, e molto indecisi, lo hanno seguito. Gli italiani possono comunque star tranquilli: quando si sono viste decine di giornalisti attorniare Giovanardi in attesa spasmodica di una sua dichiarazione si è capito che la situazione è grave, ma non è seria.
Pronta ad essere abbattuta e ricostruita con moderne tecnologie. E la palazzina ex Bidinelli di via Luosi gravemente danneggiata dal terremoto del maggio 2012. La struttura sarà, a fine lavori, lampliamento dellIstituto Fermi. Ledificio, che per anni ha ospitato lIstituto Storico della Resistenza, consentirà alla scuola di dotarsi di un polo deccellenza per il sostegno al settore agroalimentare. Ospiterà infatti 8 nuove aule e 3 laboratori per 200 alunni. In particolare verrà realizzato un laboratorio per analisi agroalimentari, da dedicare allo studio della qualità delle eccellenze alimentari modenesi, prima fra tutte laceto balsamico. «In questo modo – spiega lassessore provinciale ai Lavori pubblici, Egidio Pagani – si mette a disposizione dellistituto una struttura moderna e sicura a supporto del nuovo indirizzo di chimica, biotecnologie e materiali, di grande importanza dal momento che lo stesso istituto sta attivando diversi progetti in collaborazione con aziende e associazioni del territorio, oltre che con lassessorato provinciale allAgricoltura». Acquisita negli anni Sessanta dalla Provincia di Modena, già prima del terremoto la palazzina era stata assegnata al Fermi che necessitava di nuovi spazi, ed era stato elaborato un progetto per adeguare ledificio agli usi scolastici. Ma «alla luce dei danni subiti dallimmobile e del costo di ristrutturazione e di miglioramento sismico – spiega Pagani – la Provincia si è orientata verso la totale demolizione e ricostruzione, predisponendo lo sviluppo di un nuovo progetto, che avrà un costo complessivo di un milione e 400 mila euro, ai quali contribuirà la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con 500 mila euro». Il nuovo edificio, a tre piani, non sarà edificato in diretta continuità con ledificio preesistente, ma i due corpi saranno collegati al piano terra da un passaggio vetrato che consentirà sia laccesso dallesterno che il flusso tra un edificio e laltro.
Una sanità tutta da cambiare perchè «nella nostra provincia, infatti, sono ancora troppi gli accessi alle strutture ospedaliere: 300mila ai Pronto Soccorso (sopra la media regionale) e 107mila i ricoveri (dato inferiore a quello regionale) solo nel 2012». Parole che si leggono nel comunicato che accompagna il volantino di presentazione del convegno «Vivere bene in provincia di Modena. Il sistema sanitario e sociale: quali sfide per il futuro» che si terrà domani allauditorium Marco Biagi. Dalla presentazione dellappuntamento è chiaro che la filosofia è quella del risparmio, seppure si preferiscano i termini politicamente corretti di razionalizzazione ed ottimizzazione. Ed è cosa buona e giusta risparmiare denari. Spesso però le forbici pubbliche non tagliano sprechi e privilegi, ma servizi essenziali. Domani si spera di capire dove finora sono stati razionalizzati gli oltre 30 milioni per Modena. Domanda da porre ai massimi vertici della sanità modenese – dallassessore regionale Carlo Lusenti ai direttori di Ausl e Policlinico Mariella Martini e Licia Petropulacos – che devono fare il punto sul sistema attuale e gli obiettivi del futuro.
Accertamenti nel tratto dellultimo incidente mortale
Il prefetto richiama Comune e Provincia sulle strade colabrodo, ma i due enti se la prendono con lAnas, ritenuta colpevole di mancanza di interventi e di manutenzione delle arterie della nostra viabilità. Ma sullasfalto modenese piove anche la polemica sulla tangenziale, sempre buche da curare, sollevata in città e in consiglio comunale. Se lAnas aveva annunciato, così ha detto lassessore Antonino Marino, di non avere fondi e risorse, ora arriva il cronopragamma dei lavori. «A partire dalla prossima settimana saranno eseguiti alcuni interventi di manutenzione ordinaria per il ripristino localizzato del piano viabile in alcuni tratti della tangenziale di Modena». In particolare Anas chiarisce che fra i punti che presto verranno sistemati cè anche «il tratto in corrispondenza delluscita 10 in direzione Bologna» che presenta un evidente avvallamento nei pressi del quale, lo scorso quattro settembre avvenne un incidente mortale dove perse la vita un motociclista. La manutenzione della tangenziale da parte dellente era stata oggetto, la settimana scorsa, di una interrogazione comunale da parte della consigliera del Pd Giuliana Urbelli a cui aveva risposto lassessore ai Lavori Pubblici Antonino Marino. In riferimento al profondo avvallamento nei pressi delluscita 10 Marino aveva chiarito come «da tempo il Comune stia sollecitando Anas per la riparazione dei tratti di tangenziale ancora in cattive condizioni», e come la stessa avesse riferito di «non avere per il momento interventi in programma», in quanto «in attesa di fondi, al momento non disponibili». Per quanto riguarda «lincidente mortale provocato dallo scontro tra un mezzo pesante e un motociclo», precisa lAnas «sono in corso accertamenti da parte della Autorità competenti volti a chiarire la dinamica e le cause». Ma per lente «il punto in cui si è verificato il sinistro, in ogni caso, non presenta irregolarità». Questa la versione Anas, resta il fatto che le condizioni delle nostre strade – nellultimo mese ci sono state una decina di vittime della strada – sono tutte da migliorare.
Folla accorsa ieri alla palestra per i funerali del giovane atleta
CARPI – «Ricordo quando da piccoli mi parlavi di un certo Yuri Chechi..», racconta il migliore amico di Andrea De Pietri, il ragazzino di 15 anni morto sabato sulla Statale Romana, tra Fossoli e Novi, mentre andava a scuola con il motorino. Una strada che, si sa, è piena di buche e dislivelli, e proprio queste buche potrebbero aver causato lo sbandamento e il tragico schianto con la corriera piena di studenti, che gli è costato la vita. In tantissimi sono accorsi ieri pomeriggio per i funerali, svoltisi presso la palestra La Patria, dove Andrea si allenava regolarmente nella sua più grande passione, la ginnastica. Alla cerimonia hanno potuto assistere solo i parenti, gli amici stretti e i compagni di classe e di squadra, mentre il resto della folla si è accalcata nel piazzale antistante. A rappresentare le istituzioni era presente lassessore allo Sport, Carlo Alberto DAddese. Proprio la palestra era, per Depi, una seconda famiglia, luogo di sudore, di fatiche ma anche di tante soddisfazioni. Prima della Messa compagni di classe, di squadra, amici, insegnanti e fidanzata hanno voluto dare un ultimo saluto, ricordando la meravigliosa persona che è stata. Sempre con il sorriso sulle labbra, pieno di energia e vitalità, appassionato di sport e di montagna. Con il suo entusiasmo riusciva sempre a contagiare chi gli stava intorno il piccolo Depi, riuscendo persino a fare amicizia con gli avversari di gara, un piccolo scricciolo combina guai che tutti hanno ricordato con enorme commozione, una lacrima e un sorriso. Una giovane promessa della ginnastica, umile e ben voluto da tutti: «Le parole non sono abbastanza per esprimere il dolore della tua perdita – raccontano i compagni -. Lasci un enorme vuoto. Ti abbiamo vissuto troppo poco». Ma non mancano gli aneddoti divertenti, che esprimono in pieno la personalità solare e frizzante di Andrea: «Ricordo quando una mattina sei arrivato ed eri contento perché finalmente i pantaloni ti andavano stretti: finalmente eri cresciuto». E ancora: «Non dimenticheremo quando durante le verifiche ci guardavi disperato chiedendo aiuto». Una tragedia che non può non sollevare domande, e lascia un vuoto incolmabile: «Ma noi non siamo soli, e nemmeno tu lo sei. Rimarrai sempre nei nostri ricordi», dicono i compagni e gli amici. Al termine della Messa, sono stati lanciati in aria alcuni palloncini bianchi con un bigliettino legato intorno, dove amici e compagni hanno scritto un pensiero. La madre ha ringraziato tutti per le parole con cui hanno ricordato il figlio e la vicinanza dimostrata nei giorni scorsi. La salma è stata quindi portata nel piazzale: una bara bianca, coperta di scritte colorate dei compagni che hanno voluto lasciare un omaggio indelebile al loro Depi. «Non è un addio, ma un arrivederci. Sei e sarai nei nostri cuori. Ciao uomo». nValentina Po
NOVI – Lo scorso marzo avevano tentato di assalire un bancomat di Rovereto sul Secchia la banda di giostrai smantellata ieri dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Padova. Sono 21 le persone arrestate nellambito delloperazione denominata Sbancomat iniziata nellottobre scorso e che aveva portato subito allarresto di 3 persone. Lorganizzazione era solita usare anche cariche esplosive e agiva in aree diverse, spesso non collegabili logisticamente tra loro. Ieri mattina il blitz finale con diverse perquisizioni in campi nomadi. Secondo gli inquirenti, sarebbero 21 le rapine compiute in questo modo dal gruppo criminale, per un totale di 2 milioni di euro tra bottino trafugato e danni strutturali agli istituti di credito. Il lavoro investigativo era partito da un episodio nel Comune di Pisignano (Ravenna). I carabinieri del posto avevano notato di notte unauto di grossa cilindrata in transito la cui targa era risultata radiata. I malviventi, dopo il colpo, sono stati inseguiti e rintracciati su vie secondarie tra le province di Ravenna e Ferrara. Da questo rocambolesco episodio sono seguite indagini sullintera organizzazione tutta composta da nomadi giostrai. Dietro ai quattro soggetti individuati si è scoperta una rete di contatti e di parentele, tutte riconducibili allambito dei giostrai di etnia Sinti. Circa un anno di serrate indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Padova, dottor Roberti, hanno permesso di scoprire quindi gli autori di 21 assalti a sportelli Atm dislocati nelle province di Padova, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Udine e Verona. Il blitz effettuato alle prime luci dellalba ha visto lesecuzione complessivamente di 11 provvedimenti restrittivi, dei quali 4 in carcere e 7 con obbligo di dimora.