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Malpighi (Confcommercio): «Un disastro lo scatto dell’Iva»


    Anche Massimo Malpighi, presidente Confcommercio Modena, interviene sull’aumento percentuale dell’Iva. Uno scatto dal 21 al 22% che costringera le famiglie a tirare ancor di più la cinghia. «Abbiamo sperato fino all’ultimo che si riuscisse a scongiurare questo incremento. – dice Malpighi – Il primo grosso problema sta proprio in quel ‘fino all’ultimo’. L’assenza di una programmazione e la disorganizzazione del processo decisionale impediscono agli imprenditori e ai commercianti una pianificazione precisa della propria attività e delle proprie spese. A seguire l’impatto che questo provvedimento avrà a tutti i livelli: prevediamo un effetto recessivo e depressivo a catena su redditi, consumi, imprese e occupazione». A dimostrazione di queste previsioni funeste, Malpighi cita le stime più recenti: «L’Ufficio Studi di Confcommercio rileva che l’aumento al 22% riguarderà il 70% dei prodotti e costerà 207 euro annui a famiglia. Si prevede che i consumi, dopo il tragico -4.3% del 2012, chiuderanno in negativo anche quest’anno con un -2.4%. In tutto questo pensiamo alle imprese del commercio, che stanno affrontando una pressione fiscale che non ha pari al mondo, le previsioni lasciano pensare che assisteremo a molte altre serrate».

    La denuncia: «Non si riesce più a pagare»


      «Pago duemila euro l’anno di tassa sui rifiuti. Eppure riciclo tutto, il ferro vado a smaltirlo – naturalmente pago anche questo servizio – da una ditta specializzata. Ho un capannone da 500 metri quadri, ma ci lavoro da solo. In pratica produco per uno, non per quaranta». Per Daniel Pasqualotto – italo-argentino da 23 anni a Modena – che lavora ferro, legno e pietra i pagamenti non finiscono mai. «Per i rifiuti pago in base alla metratura, ma lavorando da solo non è che produco chissà cosa». Una richiesta al sindaco?: «Far pagare a seconda della produzione». La tanto invocata e mai sperimentata raccolta porta a porta con la pesatura della spazzatura. Ma oltre la Tares altre tegole incombono su Daniel e tutti gli artigiani modenesi: «pago quasi 5mila di Imu». Solo con due tasse, Tares ed Imu, si raggiungono i 7mila euro. Una cifra impressionante e mancano i servizi basiliari: «Qui ci occupiamo di pulire il verde, lo facciamo noi, così come la manutenzione minima della strada». Azioni positive contro il degrado, ma in questo caso a carico del contribuente. Il cittadino oltre pagare deve rimboccarsi le maniche e lavorare pure sugli spazi pubblici. E questa non è più una novità in città visto che per la cura del verde pubblico, parole dell’assessore all’ambiente Simona Arletti, si dipende dal buon cuore dei volontari. Morale della favola per lo Stato e il Comune si pagano tante tasse, non si ricevono i servizi e si fa pure volontariato. (gbn)

      L’attacco di Sandro Bellei: «E gli stipendi dei nominati?»


        E sul fronte tasse e costi della politica interviene anche il consigliere comunale Sandro Bellei (Pdl) che dopo la commissione consiliare dedicata ai redditi dei consiglieri ha scritto una nota. Questo il succo della sua denuncia: va bene far sapere a tutti i miei guadagni, ma vengano svelati pure le retribuzioni dei funzionari pubblici nominati dalla politica. Ecco quello che scrive Bellei: «Mi va benissimo che i cittadini sappiano qual è il mio reddito, quante auto, quante (e quali) azioni possiedo. È frutto di numerosi anni di lavoro come giornalista e come scrittore. Mi va benissimo che i cittadini sappiano quanto ‘guadagna’ per le presenze nel civico consesso e nelle commissioni un consigliere comunale come me. Non mi va bene, invece, che non si sappia quanto incassano a fine mese certi funzionari pubblici dagli stipendi d’oro e soprattutto coloro che sono scelti dalla politica per occupare remuneratissimi scranni nelle varie Fondazione della nostra provincia, che distribuiscono soldi a destra e manca secondo le logiche di chi li ha scelti per quell’incarico. Forse, chi ha qualcosa da nascondere non è del tutto sicuro di meritare sino in fondo il posto che occupa?»

        Tares, a dicembre la stangata Per le imprese un rincaro del 13,4%


          In consiglio la delibera che da a Hera 1 milione per la riscossione

          Non c’è scampo per i contribuenti modenesi. Se le prime due rate della Tares, la nuova imposta dei rifiuti, sono state uguali a quanto pagato l’anno scorso, a dicembre è in arrivo una vera e propria stangata. Parlano i numeri: con l’ultima rata le famiglie devono sommare alla gabella un contributo pari al 3,4% del totale mentre per le imprese l’incremento tocca il 13,4% perché non possono più recuperare il 10% di Iva. Quest’ultimo punto è l’effetto della trasformazione da tariffa a tassa del costo del servizio. Piangono i cittadini, versano lacrime amare le imprese, sorride Hera. La multiutility che si porterà a casa 1 milione di euro solo per la riscossione dei bollettini. Merito di una convenzione illustrata martedì in commissione consiliare dall’assessore al bilancio Giuseppe Boschini e che presto arriverà in consiglio comunale dove al centrosinistra non mancano i numeri per farla approvare. In soldoni Hera incasserà per il servizio il 2,36% sulle somme effettivamente riscosse. Senza contare il ricavo per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Un business da circa 30 milioni di euro. Quando il rusco profuma di soldi. Lo conferma anche la lotta infinita per l’inceneritore cittadino che ha contraddistinto queste ultime settimane. Anche in quel caso, al di là delle preoccupazioni sulla salute e le diverse opzioni ideologiche, il cuore del problema è essenzialmente economico. Non si può rottamare a cuor leggero un impianto che brucia rifiuti, produce energia e moneta sonante e che deve ammortare importanti investimenti. Il problema per le famiglie e le imprese però è la terza rata in arrivo. Tutte le associazioni di categoria modenesi – riunite in Rete Italia – hanno incontrato gli amministratori comunali per chiedere di non applicare l’aumento o in alternativa di non andare oltre l’1,50. Proposta respinta. «Avevamo fatto questa richiesta visto che le imprese hanno un carico fiscale già troppo pesante, ma non siamo riusciti a far cambiare idea. – spiega Morena Manfredini, responsabile di Cna Modena che con Lapam, Confesercenti, Confcommercio, F.A.M. avevano incontrato gli amministratori comunali – Questo fine anno sarà moltopesante per le imprese». Sul fronte politico interviene Adolfo Morandi (capogruppo Pdl in consiglio) che denuncia: «Restano tutte le preoccupazioni che abbiamo espresso nei mesi scorsi. Poi con questa delibera Hera incassa e non si è mai pensato ad altre soluzioni che possono portare risparmi nelle casse comunali. Chiaro il conflitto d’interesse visto che il Comune è socio della società e quindi da una parte incassiamo, dall’altra spendiamo. Ma il cittadino potrebbe avere anche un servizio migliore a costi minori». Per Sandra Poppi (Modena Salute Ambiente): «L’Iva che le aziende pagheranno sulla Tares e che renderà i costi difficili da sostenere, si poteva evitare con l’’introduzione della raccolta puntuale».Ovvero quanto consumi, paghi. nGian Basilio Nieddu

          Raccolta rifiuti, altri dolori dopo il passaggio a Hera


            Gli zocchesi continuano a fotografare trascuratezza. E la Lega incalza

            E’ ancora sentitissima a Zocca la questione rifiuti, dopo il contestato passaggio della gestione del servizio dalla ditta Succi a Hera. Si temeva minore efficienza e così pare essere, da queste immagini che denotano trascuratezza. «Erano state promesse prestazioni migliori, ma non se ne vede neanche l’ombra – incalza il consigliere leghista Alessandro Baccolini – anzi, i servizi, come dimostrano le foto, sono generalmente peggiorati. È un dato di fatto l’aumento dei rifiuti che vengono abbandonati. Si sta mandando all’aria un servizio, e di conseguenza un decoro che piano piano Zocca aveva raggiunto grazie alla pulizia dei boschi e delle scarpate dai rifiuti ingombranti che erano stati abbandonati nel lontano passato. Adesso non è più come quando si potevano comodamente portare alcune tipologie di rifiuti presso Succi, in località Tromboni. Questo a causa della scelta, della giunta e di Hera, di smantellare l’unico buon servizio rimasto. Per il trasporto all’isola ecologica di Guiglia non è previsto il rimborso del viaggio, per cui molti decidono di non affrontare la scomodità del viaggio. Altri non ci vanno semplicemente perché non hanno il mezzo adeguato. Per fortuna ad oggi Succi continua la sua attività e continua a ritirare carta, cartoni, materiali ferrosi e altri metalli. Cosa pensa di fare la giunta Balugani? La maggior parte della cittadinanza rivorrebbe Succi. Quindi sindaco e assessori dovrebbero cambiare atteggiamento e collaborare con la ditta in modo da consentirle di acquisire gli eventuali requisiti richiesti. Si cerchi quindi l’accordo con Succi, che ha dato per iscritto la disponibilità a valutare la realizzazione dell’isola ecologica presso la propria area».

            PRIVATI E RILANCIO


              Il Comune da solo non ha le risorse

              Piscina, Zocca riprova a vendere: «Entro l’anno operazione chiusa»


                Dopo tante delusioni, si spera nella cordata veneta

                ZOCCA – La notizia dei tre veneti interessati all’acquisto della piscina di Zocca ha riportato fiducia in un piano di alienazione che finora ha riservato cocenti delusioni, con le due aste andate deserte a ruota la scorsa primavera. E’ lo stesso sindaco Balugani a spiegare che si ritenterà per la terza volta, e a stretto giro: «Puntiamo a uscire con il bando nella prima metà di novembre, poi ci sarà il mese canonico di gara ed entro l’anno si chiuderà l’operazione, nel bene o nel male. Siamo ovviamente contenti dell’interesse manifestato da questi tre veneti, che hanno fatto anche un sopralluogo e sembrano avere intenzioni serie. Che siano loro o qualcun altro, a noi serve chi prenda in mano la struttura e ne faccia un traino per il turismo. Le possibilità ci sono, vanno solo sfruttate al meglio». Certo la vendita, se andrà in porto, non potrà garantire lo stesso gettito che si ipotizzava all’inizio, per via degli inevitabili ribassi: si era partiti a gennaio da 565mila euro, da cui al secondo giro è stato tolto un 10%. Adesso con l’asta di novembre è l’ora di un altro 10%: se assegnazione ci sarà, registrerà una perdita di almeno 100mila euro sul valore iniziale. Ma l’importante sarebbe avere un piano organico per il futuro: «Se queste persone decidono di impegnarsi davvero – riprende Balugani – lo fanno per cambiare le cose, per portare idee e un piano di sviluppo industriale, di cui qui c’è tanto bisogno. Parlo di un piano perché non si tratta solo di piscina: qui c’è anche un locale che ai tempi in cui ha iniziato Vasco Rossi come disc jockey era di grido: la discoteca estiva aveva un successo incredibile, la gente veniva da lontano. I tempi ora sono molto diversi, certo, ma queste persone dicono di essere partite da condizioni ben peggiori e aver ottenuto molto: se saranno loro ad aggiudicarsi la piscina, sapranno come muoversi». Non resta che aspettare e vedere, dunque, in uno scenario certamente difficile ma non impossibile. E’ vero che non è un gran periodo per le varie alienazioni in provincia. Ma chissà che l’aria di Zocca, e il richiamo di Vasco, non facciano miracoli. (da. mo.)

                Sì, è un’estate da ricordare: confermato il +5% di turisti


                  Altri dati fotografano una stagione turistica estiva che ha dato le sue soddisfazioni in Appennino. Sono quelli di Apt, il sito ufficiale degli operatori turistici dell’Emilia-Romagna. Da un paio d’anni Regione e Apt sono impegnati nella destagionalizzazione della montagna, per slegare il business turistico dalla neve: la mancanza di precipitazioni, qualche anno fa, aveva infatti rischiato di mettere in ginocchio il settore. Oggi lo sforzo comincia a dare frutti. «I turisti aumentano anche in estate», sottolinea la presidente di Apt, Liviana Zanetti, citando l’accordo tra Emilia-Romagna e Toscana per la promozione congiunta della montagna. I dati di Apt segnano un aumento del 4,7% di turisti in Appennino a luglio di quest’anno e alle montagne emiliano-romagnole guardano con sempre più interesse dall’estero: in questi giorni sono in arrivo una cinquantina di operatori stranieri, tra cui russi e brasiliani.

                  Aimi va con la maggioranza


                    Il coordinatore sceglie Berlusconi

                    C’è chi va e c’è chi resta. Vediamo Enrico Aimi: «Falco o Colomba, mi chiedono in queste ore indistintamente amici e simpatizzanti del partito? Io rispondo che l’ornitologia non mi appassiona, in tutte le sue declinazioni. Anzi, pensare di essere confinato in una voliera politica non mi entusiasma affatto. Sono con Silvio Berlusconi, punto. In politica, come nella vita, c’è un comandamento che non dovremmo mai dimenticare: quello della riconoscenza. Aggiungo poi che sono molto felice che Berlusconi abbia votato la fiducia al Governo Letta, l’unico possibile in questo momento in cui tutti sono chiamati ad un alto senso di responsabilità. Infatti a Roma la cosa era cominciata male, era proseguita peggio, per fortuna è finita bene. Questo governo non è che ci piaccia a prescindere ma è l’unico possibile, non ha alternative. Oltre questo esecutivo c’è il caos, il default economico dell’Italia. Auspico quindi anch’io ciò che sento dire nel nostro elettorato, vale a dire che non ci siano né strappi né scissioni; la nostra gente ci vuole uniti».

                    Pd, Maletti fa litigare pure le Coop


                      La candidatura di Francesca Maletti crea problemi. Prima ha fatto litigare i renziani – quelli pro-Richetti contro comitati ed esponenti vari -; ora è il turno del mondo cooperativo. L’endorsement di Massimo Ascari e Gaetano De Vinco, presidenti delle cooperative sociali Gulliver e Domus, ha provocato la reazione di Vittorio Saltini, presidente del ‘Consorzio di solidarietà sociale’ con più di 30 associati. In una lettera inviata ai cooperatori, il presidente accusa Ascari e De Vinco di sostenere una loro cliente. «Non sono due cooperative qualsiasi, sono le due maggiori, quelle che assorbono la gran parte del mercato sociale pubblico di Modena e provincia – scrive Saltini – e probabilmente perchè abituate a rapportarsi sui principali appalti, hanno sentito il bisogno di anticipare i tempi e presentarsi unite (e sole) a sostenere il loro cliente più importante». Sberle potenti, ma l’endorsement oltre «a rendere facile speculare su presunti fili diretti, connubi e sistemi di potere» per la cooperazione «non è bella figura».

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