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mercoledì, Luglio 30, 2025
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«Situazione catastrofica» La dura denuncia del Pdl


    Via all’odg nei Municipi del cratere

    Proroga delle scadenze, sburocratizzazione delle pratiche, nomina di due vicecommissari. Sono le tre precise richieste messe sul tavolo dal Pdl per cercare di sbloccare lo stallo calato sulla ricostruzione post-terremoto. E non mancano le critiche a come il commissario Vasco Errani ha gestito fino ad ora le cose. «La situazione è catastrofica» denuncia Enrico Aimi, coordinatore provinciale del Pdl. E a supporto porta i numeri delle domande presentate per ottenere i contributi per la ricostruzione: «Si pensava che dai cittadini privati ne arrivassero circa 32mila, ne sono giunte 2.306. Le pratiche in lavorazione delle imprese sono poi 30 a fronte delle migliaia danneggiate. La colpa? Dell’eccesso di burocrazia. Sono state ben 142 le ordinanze regionali emesse: un ginepraio che spaventa. E i dati delle richieste lo dimostrano». Per Luca Ghelfi, portavoce Pdl di Modena, la situazione «richiede interventi immediati per dare subito una risposta alle problematiche». Tali interventi vanno indirizzati sia verso una maggiore snellezza «delle procedure, che devono essere anche più chiare nell’applicazione, che nell’ottica di fornire da subito un aiuto economico a famiglie e imprese che non ce la fanno più a sopportare le conseguenze del terremoto». Dal Pdl sottolineano quindi che dei 6 miliardi che dovrebbero servire per la ricostruzione, se verranno accettate tutte le domande presentate, se ne utilizzeranno al massimo 50 milioni. Il centrodestra chiede dunque di utilizzare quei fondi per prorogare di un anno tutte le scadenze di giugno. E proroga dovrebbe essere anche del 50% di benefici per la ristrutturazione edilizia nelle zone terremotate, percentuale che in Italia torna al 36% a decorrere dal 30 giugno. Il Pdl formula infine una terza proposta. E cioè di nominare due vicecommissari di supporto al presidente Errani, visto che il governatore è impegnato anche a Roma per attività istituzionali. I nomi? In pole il sindaco di Sant’Agostino, Fabrizio Toselli. Questi temi saranno presentati tramite un odg in tutti i consigli comunali dei Municipi del cratere.

    Cosa serve subito


      Contributi – Si chiede il passaggio dal principio del contributo a quello dell’indennizzo irrevocabile che copra le spese effettive della ricostruzione Fiscalità – Richiesta di una fiscalità di vantaggio con moratoria dei versamenti, aliquota Iva di vantaggio, sospensione delle azioni di Equitalia, inapplicabilità degli studi di settore, revisione delle rendite catastali, esonero Imu anche per le classi ‘F’. Lavori – Liquidazione degli stati d’avanzamento dei lavori con acconti ravvicinati (mensili) oppure obbligo per le banche di anticipare i soldi per iniziare il cantiere, indipendentemente dal merito creditizio Cas – Certezze sull’erogazione dei Contributi di autonoma sistemazione Reddito – Misure di sostegno al reddito per coloro che hanno perso il lavoro a causa del sisma

      Piazza Roma in consiglio: di scena l’ennesima protesta


        Commercianti in aula contro la pedonalizzazione

        MODENA – Dovrebbe essere il luogo del dialogo, dell’ascolto, della democrazia, e invece si sta trasformando sempre più in palcoscenico di protesta: nell’ultimo anno il consiglio comunale di Modena ha visto quasi più cartelli e striscioni dello stadio Braglia. Ieri è andata in scena la protesta dei commercianti del centro, preoccupati (per usare un eufemismo) dal progetto di pedonalizzazione di Piazza Roma. Una decisione, quella presa dal sindaco Pighi in scadenza di mandato e non più rieleggibile, che secondo il mondo del commercio non farà altro che aggravare una situazione già critica a causa della crisi. La protesta è stata pacifica e composta, come del resto tutte le altre che si sono viste sin qui: dagli albergatori che chiedevano a gran voce l’abolizione della paventata tassa di soggiorno, ai genitori dei piccoli frequentatori di asili e materne gestite dalla Fondazione CresciaMo, per arrivare alle proteste per il mercato ortofrutticolo o per la sicurezza. Ma gli esempi sono tanti e anche più recenti, come quello che ha visto ‘occupare’ l’aula dai cittadini del comitato per l’acqua bene comune, per la battaglia sul riconoscimento dell’esito referendario. Insomma, soprattutto negli ultimi tempi, i modenesi hanno dimostrato di non gradire le scelte della giunta, e lo hanno fatto ‘impossessandosi’ (virtualmente e simbolicamente s’intende) del luogo-simbolo della democrazia, quel consiglio comunale che esprime la rappresentanza delle varie anime della città. Un consiglio che però ormai da diversi anni sembra essere stato svuotato delle sue reali funzioni, con un’amministrazione che arriva a presentare le sue decisioni solo dopo averle già prese. Non un luogo di dialogo e confronto, ma solo e inevitabilmente di scontro tra posizioni diverse, che non possono trovare, a posteriori, un punto in comune. Sta succedendo così anche per Piazza Roma, del cui progetto se n’è parlato sui giornali ma non in consiglio. Almeno fino a ieri, quando un’interrogazione di due mesi fa trasformata in interpellanza ha finalmente portato il tema nel luogo più consono. E lì, ad attendere al varco gli amministratori, c’erano direttamente loro, i cittadini. nDaniele Franda SERVIZIO A PAG. 9

        Proiettile al sindaco nel 2009


          CASTELVETRO ò15

          Crisi senza fine, soprattutto per l’edilizia


            PRIMO PIANO ò5

            Percorso partecipativo sul Psc: diario di un testimone


              Le 5 osservazioni (critiche) di Luca de Pietri, uno dei 100 del laboratorio comunale

              Luca De Pietri – tra i cento cittadini sorteggiati per il percorso partecipativo ‘100 per Modena’ – ha scritto cinque osservazioni sul Psc che mettono in luce le rilevanti criticità dell’ iniziativa. Eccone alcuni stralci. Nella prima chiede come mai l’attività formativa dei giorni scorsi «non consentiva repliche e domande. La solerte lezione che l’assessore Boschini ha declinato per un’oretta nel raccontarci ciò che stava scritto e convintamente recepito già da tutti mi è sembrato un esercizio noioso quando invece tutti noi avevamo la necessità di confrontarci». Nella seconda osservazione, De Pietri punta il dito contro il metodo usato: «Trovo incoerente la divisione per Circoscrizioni: si perde il senso dell’unitarietà del Psc nelle sue diverse dinamiche di scelta. Vanno messi a disposizione strumenti di collaborazione tra i 4 gruppi di lavoro, piattaforme di dialogo che arricchiscano la nostra capacità di confronto». La terza osservazione è contro il dirigente Stancari: «Ha tenuto una lezione sconcertante ed ambigua. Ha voluto confondere il piano regolatore della città con il piano abitativo sciorinando numeri, cifre ed andamento demografico senza origine di fonte e quasi che si dovesse discutere di questa parziale e contradditoria scelta come ormai necessaria. Non è così. Avrei voluto dire che il Psc è uno strumento di lettura per la città nel suo complesso, di trasformazione ambientale, culturale, antropologica e non esclusivamente mutuato dalla potenzialità abitativa del mattone. Un brutto passaggio che segna ancora la distanza interpretativa dello strumento urbanistico in discussione». Nella quarta osservazione, De Pietri denuncia che «non è stato lasciato spazio a noi per scambiarci conoscenze, informazioni, contatti. La partecipazione è fatta di confronto, dialogo e disponibilità: viene spontaneo domandarsi perchè e quali possibilità abbiamo per invertire questa tendenza». Nella quinta e ultima osservazione scrive che «l’ovazione sincera dedicata al professor Amendola è stata spontanea e liberatoria: questa sì è stata una breve e intensa lezione di partecipazione. Pensando a lui mi viene in mente che può essere utile una figura di garante. Così come sarebbe utile raccogliere e rendere disponibili le ‘informazioni demografiche e di crescita della città’. Partire con il piede giusto è doveroso per permettere ai 100 cittadini il diritto e il dovere di far bene il proprio mestiere».

              TERRITORIO DA CURARE


                Politica e ambiente

                Via l’amianto dalla caserma Pisacane Resta l’ allarme su stalle e capannoni


                  Tanti gli edifici abbandonati e da bonificare in periferia

                  Torna la voglia di Supercomune


                    Alla prova del bilancio 2012, si rinnova l’ipotesi fusione «Faremo un referendum, ma quando sarà il momento»

                    CARPI – Torna la voglia di Supercomune nelle Terre d’argine. Se n’è avuto prova nell’ultima seduta di Consiglio, all’approvazione del bilancio consuntivo 2012 a dimostrazione di come la prova dei conti sia fondamentale nel valutare un approdo che – con l’unificazione di Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano – sulla carta dovrebbe assicurare risparmio amministrativo. L’argomento infatti è stato toccato quando il consigliere leghista Filippo Rossi ha sottolineato come la percentuale di copertura delle spese per servizi sia scesa al 45.87% rispetto al 47.86% del 2011. «A causa della crisi – ha detto – non basterà più puntare a moltiplicare i servizi ma a razionalizzare quelli esistenti per dare risposte alle famiglie. Studiamo il tema, come Consiglio e assieme alla Giunta. E dite una buona volta che l’obiettivo finale dell’ampliamento delle funzioni dell’Unione è quello del Comune unico: facciamo un referendum, accetto questa sfida, basta trasferire servizi dai Comuni fino a quel momento». Il presidente dell’Unione Giuseppe Schena (sindaco di Soliera) ha replicato dicendo che il referendum per il Comune unico «ci vorrà, ma quando sarà ora. D’altronde in occasione delle ultime e diverse campagne elettorali nel programma della maggioranza c’era il tema dell’Unione e noi lo stiamo portando avanti. Meno servizi? Vorrebbe dire meno rette ad esempio e l’incidenza dei risparmi sarebbe minore dei minori introiti conseguenti. Il nostro compito è quello di leggere i bisogni e su questo adeguare i servizi che forniamo ai cittadini». Dunque il tema è destinato a essere protagonista del prossimo dibattito amministrativo, confermando una tendenza che vede altri fronti interessanti in provincia, primo fra tutti quello della Bassa, con Cavezzo, Medolla e San Prospero che hanno già preso linee d’indirizzo ben precise per l’unificazione. Ma anche in montagna il sindaco di Sestola ha lanciato l’idea di un Supercomune del Cimone insieme ai paesi del comprensorio, approdo incentivato anche dalla riorganizzazione territoriale con la nascita della nuova Unione. Comunque, tornando tra Carpi e dintorni, va in archivio un consuntivo 2012 segnato dal sisma, che ha portato tra l’altro a un sensibile calo degli introiti dalle multe. L’esercizio 2012, «in sostanziale equilibrio con le previsioni» si è chiuso con 1 milione e 347mila euro di avanzo, dei quali 761mila circa per la parte corrente e 576mila per parte investimenti, in un anno in cui è divenuto operativo il passaggio dell’area Amministrazione delle risorse umane dai singoli Comuni all’Unione. Il totale della spesa corrente dell’Unione nel 2012 è stato di 39 milioni e 501mila euro, cifra finanziata per 8,2 milioni da entrate proprie e per la restante parte da trasferimenti, 27,6 milioni dei quali da parte dei quattro Comuni. In occasione dell’assestamento del bilancio nei mesi scorsi era stato già applicato l’avanzo 2011, che era di 520mila euro. Sul fronte investimenti si sono evidenziate economie nel campo dell’edilizia scolastica a fronte di anni come il 2010 e il 2011 in cui si sono costruite nuove scuole a Carpi e Soliera. Ora come ora, l’indebitamento rappresenta l’1.8% del bilancio.

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