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«La vittoria di Renzi cambia tutto, stop al collateralismo»


    L’annuncio di Legacoop: ora siamo autonomi dal partito

    La vittoria renziana alle primarie del Pd cambia tutto, anche nei rapporti tra politica ed economia. Ed in particolare, con quel pezzo dell’economia, il mondo della cooperazione, che guarda tradizionalmente al centrosinistra. «Cambieranno i linguaggi, gli approcci e gli strumenti, quindi bisogna essere consapevoli che questo è un giro di boa significativo con cui fare i conti», ammette il presidente di Legacoop Bologna, Gianpiero Calzolari. «Prendiamo atto che questo voto ha prodotto un ricambio generazionale al vertice di un partito che avrà sicuramente delle responsabilità nel futuro di questo Paese, di cui non si può non tenere conto», ragiona il numero uno dell’(ex) centrale “rossa”, specificando, però, che il tempo del “collateralismo” è finito. «Mai come questa volta la cooperazione ha chiarito di aver compiuto processo di autonomia dalla politica. Se dovessi dire come hanno votato i cooperatori, non lo so. Non vi so dire neanche quanti cooperatori hanno votato e non vi so dire come hanno votato», giura Calzolari, che glissa anche sulla sua personale partecipazione al voto di domenica. Calzolari ha poi aggiunto che anche il mondo cooperativa (definito una gerontocrazia) deve svecchiarsi nei suoi organi dirigenti. Già da tempo il mondo cooperativo “rosso” reclamava una sua autonomia della politica, con l’avvento di Matteo Renzi alla segretaria del Pd questo passo sembra quindi compiuto definitivamente. Inutile sottolineare quanto questa decisione inciderà sulla politica della sinistra. Infatti le coop “rosse” hanno rappresentato per decenni il motore economico del Pci che attraverso cambiamenti di nome e simboli si è modificato nel Pd. Il termine “collateralismo” fu coniato dagli studiosi de Il Mulino per sottolineare la vicinanza di associazioni e attività economiche vicine in particolar modo al Pci e alla Democrazia cristiana. La stessa forza del Partito comunista italiano, il più grande dell’Occidente e il maggiore di un paese sotto l’ombrello protettivo degli Stati Uniti, non si spiegherebbe senza l’enorme appoggio economico di cui il partito beneficiò negli anni grazie all’esperienza delle cooperative. Resta da considerare un aspetto: già nel tempo questo annuncio è stato dato, non con questa forza, diverse volte e quasi sempre in concomitanza con l’elezione di un nuovo segretario del Pd. Resta difficile pensare che si arrivi ad un taglio netto di un cordone ombelicale che è stato fruttuoso soprattutto per il partito, ma che in regioni come l’Emilia ha rappresentato un grande vantaggio anche per il mondo cooperativo. Una separazione netta è ancora più difficile da pensare nel caso di Renzi con cui le cooperative hanno forte sintonia sui temi economici.

    «La Tosap cresce, ma ci sono tante misure di sostegno»


      «Non abbiamo paura di confrontarci sulle scelte politiche dell’amministrazione. Lo abbiamo fatto, positivamente, in passato e lo faremo in futuro». Così l’assessore al Bilancio Stefano Iseppi replica a Graziano Cantergiani, presidente di Lapam Pavullo, che ha lamentato nei giorni scorsi un eccessivo incremento della Tosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico. «Condividiamo le preoccupazioni di Lapam rispetto all’eccessivo livello di pressione fiscale che colpisce non solo le imprese ma tutti i cittadini e certamente il presidente di Lapam fa bene a lamentarsi dell’aumento della Tosap, che è stato deliberato in sede di approvazione di bilancio e che si stima porti introiti per circa 18.000 euro, su un bilancio che supera i 20 milioni. Ma per evitare di essere strumentalizzato, dovrebbe riconoscere e ricordare anche gli sforzi fatti per contenere gli aumenti di tasse e confermare tutte le misure di sostegno alle imprese. Mentre ci sono comuni, anche nella nostra provincia, in grossa difficoltà ad approvare i bilanci preventivi 2013 (e siamo a fine anno), noi abbiamo tagliato oltre 600.000 euro di spesa, ridotto il debito di 3 milioni e investito quasi 7 milioni di euro nell’ultimo triennio. Vogliamo ricordare che a Pavullo non è stata aumentata l’Imu sulla prima casa e che abbiamo riportato all’interno del Comune la riscossione della Tares, scelta che ci consentirà di contenere gli aumenti. Ricordo anche a Lapam, che il Comune di Pavullo, pur nei vincoli posti dal patto di stabilità, paga i fornitori a 90 giorni». Nel pieno della stesura del bilancio di previsione 2014, Iseppi assicura confronto sulle scelte e sottolinea i tre obiettivi primari: «Non aumentare la pressione fiscale, ridurre ancora la spesa e proseguire nella politica di investimenti».

      Anziani e disabili, Terzo settore contro la gestione pubblica


        Il Forum: «Il sindaco sbaglia a non volere il privato, che ha ampiamente mostrato efficienza»

        MONTESE – «Contrapporre il privato sociale e la pubblica amministrazione nella gestione dei servizi alla persona rischia di creare confusione tra i cittadini e di non aiutarli a comprendere bene il nocciolo della questione». E’ quanto afferma il portavoce del Forum provinciale del Terzo Settore Albano Dugoni in riferimento al dibattito in corso in queste settimane a Montese sul futuro della casa protetta per anziani e del centro di riabilitazione per disabili Il Melograno. Nelle due strutture, di proprietà comunale, è attualmente presente anche personale della cooperativa sociale Domus Assistenza di Modena. Venti operatori Domus lavorano nella casa protetta insieme al personale comunale, nel centro per disabili gli operatori della cooperativa sono 17, mentre sono dipendenti del Comune la raa (responsabile attività animazione) e il coordinatore. «La legge regionale sull’accreditamento prevede che la gestione dei servizi alla persona sia in capo a un unico soggetto, mentre resta alla pubblica amministrazione il compito di indirizzo e controllo. Pertanto – spiega Dugoni – è sbagliato parlare di “privatizzazione”. A Montese, poi, l’eventuale affidamento delle due strutture al privato sociale non muterebbe la qualità e quantità del servizio, già da tempo a gestione mista pubblico-privata». Per il portavoce del Forum provinciale del Terzo Settore, poi, riportare le due strutture sotto la gestione pubblica non solo non garantirebbe affatto un miglioramento dei servizi, ma provocherebbe sicuramente un aumento dei costi a carico del Comune. «Aggiungiamo che, per mantenere l’attuale livello di prestazioni, il Comune dovrebbe assumere un numero di operatori pari a quello fornito oggi dalla cooperativa. Ammesso che potesse sforare il patto di stabilità – continua Dugoni – il Comune sarebbe obbligato a indire un concorso pubblico al quale parteciperebbero centinaia di persone provenienti da tutta Italia, con il rischio concreto – come accaduto in altri Comuni – che a perdere il posto sarebbero le persone del luogo che lavorano da anni nelle due strutture. Ecco perché è sbagliato e anacronistico opporsi, come sembrano vogliano fare gli amministratori pubblici montesini, al privato sociale che – conclude il portavoce del Forum provinciale del Terzo Settore -ha ampiamente dimostrato di saper portare efficienza, flessibilità e innovazione nei servizi alla persona, mantenendo un forte radicamento territoriale». Il dibattito è aperto e più che mai sentito, al punto da aver visto anche ieri sera un incontro sindaco-cittadini dove Mazza ha ribadito la sua posizione.

        Proiettore digitale per il Mazzieri


          Accordo con Ert sulle spese: resta il cinema che conta

          PAVULLO – Arriva il proiettore digitale al cinema di Pavullo, che così può rimanere al pieno nel giro delle prime visioni. E’ stata pubblicata ieri dal Comune la delibera che sancisce l’accordo tra amministrazione e la Fondazione Ert (Emilia Romagna Teatro) sull’adozione della nuova tecnologia, indispensabile visto lo switchoff digitale fissato per gennaio. Allora i distributori sospenderanno l’utilizzo delle tradizionali pellicole a favore dei moderni supporti digitali, che richiedono appunto idonea apparecchiatura. Ci potrà essere un po’ di malinconia nell’addio alla vecchia cara “pizza”, ma le case ormai non rimandano più il passaggio, e volenti o nolenti bisogna andare avanti. Ecco dunque l’accordo di cui dicevamo, in base al quale Ert e Comune si divideranno le spese per l’impianto beneficiando comunque di sostanziosi finanziamenti regionali. Ad aprile infatti Ert aveva partecipato anche per Pavullo al bando per la digitalizzazione delle sale, che prevedeva da parte di Bologna contributi fino al 50% delle spese. Ora dunque la ripartizione della spesa restante. L’intervento non è di poco conto: all’Astoria di Fiorano ci sono voluti 62mila euro per la digitalizzazione della sala. Pavullo dovrebbe cavarsela con qualcosina di meno, ma restano comunque decine di migliaia di euro, di qui l’importanza del contributo regionale. Con questo passo anche il Mac Mazzieri dunque resta nel giro che conta, con un investimento che conferma la volontà di preservare la sala, fondamentale per tutto il circondario. Senza infatti bisogna scendere in pianura, e oltre alla spesa c’è da mettere in conto il fattore viabilità, soprattutto d’inverno. «Il cinema di Pavullo è fondamentale tanto per noi quanto per i comuni limitrofi – commenta il sindaco Romano Canovi – e questo era un passaggio obbligato per rimanere nel circuito delle prime visioni. Siamo lieti di averlo fatto, garantendo ancora un servizio importante per la comunità». Passaggio obbligato ma non scontato: il Sole 24 Ore sottolineava a marzo che c’erano ancora 693 cinema senza digitale e che non tutti probabilmente sarebbero stati nelle condizioni di affrontare la spesa. nDaniele Montanari

          Addio alla vecchia e cara “pizza”


            Chi non si adegua da gennaio è fuori

            Al casello c’è chi consegna collette e imprenditori che offrono un posto di lavoro


              E’ come se non fosse più abituato a incontrare qualcuno disposto a offrirgli un lavoro. Così quando uno dei ragazzi del presidio inizia a parlarmi appare disorientato. «Mentre facevo volantinaggio sulla strada è passato un imprenditore in auto e mi ha lasciato il suo biglietto da visita offrendomi un impiego. Ha detto di chiamarlo domani perché forse può inserirmi nella sua azienda». Sono tante storie diverse quelle che si ascoltano al casello autostradale. Storie che sono la fotografia di una mobilitazione che sta scuotendo le coscienze. Anche ieri il traffico è andato in tilt fino alla tangenziale, ma gli automobilisti non hanno protestato più di tanto. Tra loro qualcuno si è messo addirittura in fila pur di portare qualcosa da mangiare al parcheggio dove il ‘Coordinamento 9 dicembre’ ha piantato un tendone. A colpire è soprattutto la costanza dei circa sessanta irriducibili che dalla mattina alla sera invadono la carreggiata, sempre col sorriso sulle labbra e sempre pronti alla battuta perché quando tutto va male «continuare a piangere è solo peggio». Non è ancora chiaro dove porterà questa protesta, se a Roma o se al nulla, sicuramente, però, è una lezione che dal basso si può ancora dare vita a una protesta civile, non per forza inficiata dalle frange più estremiste. Nel resto d’Italia non mancano episodi di violenza, bombe carta, assedi alle università, l’abuso della parola ‘forconi’, ma sotto la Ghirlandina la parola d’ordine è «rivoluzione pacifica». «Questa mattina una signora ci ha portato i soldi di una colletta fatta sul posto di lavoro. Ci ha chiesto di usarli per comprare cibo e stampare altri volantini», racconta Sara, studentessa neo-diplomata che sta cercando disperatamente un lavoro. E oltre al denaro, arrivano coperte per la notte, acqua, focacce, pizzette, tortellini, doni che dietro hanno sempre e solo un messaggio: «Non mollate. Fatelo per noi». (vi.ma)

              Indignati, quinto giorno di mobilitazione Traffico in tilt ma i modenesi sono con loro


                E i tir si coordinano via radio per passare a salutare il gruppo

                Le famiglie emiliane con bambini tagliano sul cibo


                  «Veniamo da Roteglia nel reggiano e siamo qui per dimostrare che teniamo a questo Paese. Siamo quattro disoccupati che vorrebbero avere una chance e smetterla di pesare sulle spalle dei nostri genitori». Sara, Krizia, Fabio, Antonio e Michele, sono quattro amici che da martedì si svegliano all’alba e affrontano freddo e nebbia per arrivare puntuali al presidio di Modena nord, dove il ‘Coordinamento per la Rivoluzione 9 dicembre’ ha archiviato il quinto giorno consecutivo di volantinaggio. Un urlo collettivo che da Bolzano a Palermo è un elenco infinito di picchetti, blocchi stradali e tensioni trasversali, tenuti insieme dall’effetto calamita dei cosiddetti ‘forconi’, anche se il movimento precisa che «non vuole essere etichettato in quel modo, visto che siamo prima di tutto italiani stremati». Il gruppo sta diventando una squadra e quelli che lunedì erano semplici uomini e donne, accomunati da un malessere profondo, ora stanno diventando amici. La mobilitazione durerà ancora tre giorni e ieri, ancora una volta, la tempra dei dimostranti ha provocato rallentamenti del traffico cittadino, con lunghe code in entrata e uscita dallo snodo autostradale, al punto che la tangenziale è stata chiusa per almeno un’ora. Intorno al tendone nel parcheggio del ristorante ‘Turismo’, l’organizzazione è ormai rodata, con viveri in abbondanza e un confronto costante tra le anime del movimento, capeggiate dalla giovane coordinatrice Michela. Le esistenze che giorno e notte ruotano stabilmente intorno al presidio sventolando il Tricolore, sono ormai visi familiari: si va dai giovanissimi ai più maturi, studenti, disoccupati, precari, pensionati e imprenditori che vogliono far arrivare un messaggio preciso a un’opinione pubblica scoraggiata: ci sono settori della società che non ne possono più e che hanno deciso di dire basta, sperando in questo modo di rianimare e portarsi appresso il maggior numero di coloro che fino a ieri mai avrebbero pensato di scendere per strada. Come tradizione sono le riunioni a metà e fine giornata a scandire la mobilitazione. Riunioni dove i referenti del movimento si raccomandano di proseguire il volantinaggio pacificamente, sempre in coordinamento con le forze dell’ordine, stabili al casello. Basta poi navigare sul profilo Facebook del coordinamento per avere un aggiornamento in tempo reale della vita al casello: tra foto, dirette streaming e richieste per aggregarsi. «Non ho la macchina qualcuno può venirmi a prendere?», «Porterò qualcosa da mangiare a chi resterà per la notte», sono i messaggi che incessantemente invadono la community arrivata quasi a 2.300 iscritti. Modena, in particolare, si sta rivelando una delle città simbolo del ‘Coordinamento nazionale 9 dicembre’, presente soprattutto al Nord. I camionisti che escono dall’autostrada non appaiono disturbati dai rallentamenti: in molti si fermano per una battuta, altri si sono coordinati tramite radio Cb per uscire appositamente a Modena nord e fare un saluto. E due giorni fa è apparso a sorpresa anche il cantante Povia che si è intrattenuto brevemente coi dimostranti confidando la sua vicinanza. Dalla loro i modenesi si stanno dimostrando solidali col gruppo, portando di persona cibo e denaro per far stampare volantini e comprare legna. Legna che scalda la stufa installata nel parcheggio, intorno a cui gli indignati si confidano esperienze e voglia di rialzare la testa. nVincenzo Malara

                  L’ok al piano industriale per Sgp spiana la strada


                    La tensione della serata si e’ affievolita al momento della votazione sul piano industriale di Sgp, quello che ha fatto tanto patire nelle ultime settimane. Il documento e’ passato con due voti di scarto, 16 a 14. La maggioranza ha votato compatta a favore ad eccezione del consigliere Benedetti, che ha confermato le critiche sulla gestione della società già ampiamente manifestate nelle scorse sedute. Ma il piano ha trovato i sì della Tonelli e dell’Anselmi, gli altri due membri della maggioranza sui quali si nutrivano preoccupazioni di appoggio. Quanto bastava insomma per vanificare i 14 no del Pd, con la Cerverizzo che ha scelto di non partecipare al voto. A questo punto il voto decisivo sul bilancio di previsione 2013 del Comune è sembrato in discesa, perché’, come è stato detto tante volte, i due enti sono sulla stessa barca finanziaria, con le prospettive dell’uno che inevitabilmente segnano quelle dell’altro. Era ben difficile dunque ipotizzare prima un voto a favore del piano sulla società e dopo uno contrario sul bilancio del Comune. Anche per questo dopo il voto su Sgp c’è stata una lunga pausa, della quale i consiglieri hanno approfittato anche per mangiare qualcosa in vista della successiva prova dialettica sul bilancio comunale. Pausa tranquilla senza polemiche da nessun schieramento: uno scoglio insidioso era già passato, difficile prevederne di più affilati nelle ore successive.

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