Spacciatore in scooter fermato al semaforo «Leroina è tornata di moda tra i giovani»
Dalla Questura lallarme sul preoccupante fenomeno
Amianto, la battaglia continua
Dopo aver annunciato lesposto, Totire incalza: «Le reti acqua vanno bonificate, basta tergiversare»
CARPI – Continua ad essere molto calda la vicenda dellamianto nellacqua, in particolare a Carpi, dove la presenza di particelle è diventata di dominio pubblico tanto da spingere lamministrazione a una conferenza stampa la settimana scorsa e dove andrà a incidere anche lesposto in Procura annunciato martedì dallAssociazione esposti amianto (Aea) presieduta da Vito Totire, che ieri a TgQui ha rilanciato tutte le sue preoccupazioni per il quadro. Totire ha spiegato che lesigenza dellesposto nasce dal fatto che «il legislatore non ha dato unindicazione univoca sul problema delle tubazioni, tanto che molto frequentemente non si fanno campionamenti e non si considera il rischio amianto come uno dei fattori da monitorare. Quindi in tutta Italia lacqua viene dichiarata potabile a prescindere dal fatto che questo parametro sia stato preso in considerazione e controllato. Noi invece diciamo che lacqua per essere definita potabile deve essere assolutamente indenne da amianto. Dopodiché, noi non chiediamo grandi campagne di monitoraggio ma solo la bonifica alla fonte del rischio, anche perché il rischio è altalenante e non può essere controllato giorno per giorno, strada per strada. In particolare, sfugge di mano in alcune situazioni particolari, come purtroppo quella che si è verificata in provincia di Modena con gli eventi sismici dellanno scorso». LOms (vedi a lato) dice che ingerire amianto non è pericoloso, di ben altro avviso Totire: «A noi risulta che lOms abbia dato delle indicazioni di massima che certo al momento non sono nella direzione tassativa di bonificare, ma non ha assolutamente sostenuto che la presenza di amianto nelle tubazioni non costituisca un rischio per la salute umana». A supporto di questo Totire ha citato anche uno studio australiano secondo cui il pericolo riguarda sia lingestione sia la possibilità che lamianto dallacqua si diffonda nellaria. «Ma – ha incalzato – lIstituto Superiore di Sanità già nel 1990 ha chiarito che unabitazione servita da tubazioni di cemento-amianto vede un aumento dellinquinamento indoor, per il semplice motivo che, anche se lacqua non si beve, una secchiata che va a finire sul pavimento per pulire poi ricircola nellaria con particelle che vanno a contatto con le persone che vi abitano, bambini compresi». «Il fatto è che le tubazioni di cemento-amianto – ha ricordato – sono ancora un importante sbocco di mercato. Ma la posizione di chi dice che lingestione di particelle con lacqua non sia pericolosa non è condivisa dalla comunità scientifica. Se prendiamo i quaderni del Ministero della Salute del giugno 2012 propedeutici alla conferenza nazionale governativa sullamianto, qui si dice chiaramente che nei soggetti esposti ad amianto cresce lincidenza di tumori dellesofago, del colon e dello stomaco e che la via di assunzione può essere tanto inalatoria quanto alimentare. Non cè alcun motivo di tergiversare ancora: le reti vanno bonificate subito, ma certo non è una posizione facile da assumere per lOms, che si occupa di tutto il pianeta».
LAusl: «Non ci sono prove dei pericoli»
Lazienda si rifà alla posizione Oms
A conferma di quanto la questione amianto sia sentita a Carpi, ieri è arrivata la nota Ausl, che cerca di tranquillizzare gli animi. «Come azienda sanitaria – si legge – sentiamo la necessità di riproporre alcuni punti fermi (già presentati in occasione della conferenza stampa convocata dal Comune di Carpi la scorsa settimana) sulla presenza limitata di fibre di amianto nellacqua dellacquedotto, rilevata a seguito di alcuni controlli periodici. Lobiettivo, continuando ad agire con la massima trasparenza, è ricordare una serie di dati oggettivi ed evitare che nellopinione pubblica possano diffondersi timori che, secondo quanto chiarisce anche lOrganizzazione Mondiale della sanità, appaiono del tutto infondati». Riferendosi alle valutazioni dellOms, lAusl osserva che «sotto il profilo sanitario, lOrganizzazione nel documento Direttive per la qualità dellacqua potabile (volume 1 – Raccomandazioni, pubblicato nel 1994), si è così espressa: «Non esiste dunque alcuna prova seria che lingestione di amianto sia pericolosa per la salute, non è stato ritenuto utile, pertanto, stabilire un valore guida fondato su delle considerazioni di natura sanitaria, per la presenza di questa sostanza nellacqua potabile». Questo concetto è stato ribadito anche nei successivi aggiornamenti (Linee guida sulla qualità dellacqua, Oms 2011)». Per quanto riguarda la legislazione, lAusl ricorda che «la normativa comunitaria e nazionale sulle acque destinate al consumo umano (Direttiva 98/83/CE,recepita dal Decreto Legislativo 31/01) che norma le condizioni necessarie a garantire la distribuzione di acqua potabile sicura, non considera lamianto un parametro da controllare e non ne fissa limiti. A livello internazionale, gli unici riferimenti a limiti di residui sono contenuti in indicazioni americane. In esse viene presa in considerazione la possibilità che lamianto eventualmente contenuto nellacqua possa contribuire ad aumentare il livello di fondo delle fibre aerodisperse e quindi il rischio legato alla possibile assunzione per via inalatoria. Queste indicazioni prevedono di non superare il valore di 7 milioni di fibre/litro (fonte EPA, Environmental Protection Agency). Al riguardo si specifica che i valori rilevati a seguito dei vari controlli effettuati nel comune di Carpi sono mille volte più bassi rispetto a quelli indicati negli Stati Uniti come rischiosi». Lazienda conclude ricordando che comunque «si sta operando, in modo coordinato con Comune di Carpi e Aimag, nel rispetto dei singoli ruoli specifici, per attuare oltre ai campionamenti dellacqua anche un progetto di monitoraggio e indagine sul fenomeno rilevato». Basterà questo a tranquillizzare carpigiani e non?
Caffè Teatro, la nuova gara finisce già il 3 agosto
Scadranno il 3 agosto i termini del nuovo bando di gara per la gestione della caffetteria del Teatro. Lo ha annunciato ieri il Comune, confermando che il primo bando, emesso il 21 giugno e scaduto l11 luglio scorso, è andato deserto per mancanza di offerte ammissibili. Ricordiamo che i locali oggetto di concessione identificati dalla denominazione Caffè del Teatro (che non potrà essere variata), hanno una superficie commerciale di mq 106,75 (netta calpestabile), corrispondenti a mq 135,50 di superficie lorda. La concessione decorre dalla data di rilascio e avrà la durata di sei anni. Alla scadenza la concessione, eventualmente rinnovabile di ulteriori sei anni. Il canone annuo iniziale a base di gara è di 23.058 euro + Iva. Chi fosse interessato a partecipare a questo bando deve inviare una propria offerta allUfficio Protocollo dellente locale, presso il municipio, entro le ore 11.30 di, appunto, sabato 3 agosto.
Vicenda Kyenge, Calderoli indagato per diffamazione aggravata
Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, è indagato per diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione razziale (introdotto dalla legge Mancino) per la frase offensiva rivolta contro il ministro per lIntegrazione, Cecile Kyenge, sabato scorso dal palco della festa della Lega di Treviglio, nella Bergamasca. Il fascicolo è stato aperto dai pm di Bergamo Maria Cristina Dotto e Gianluigi Dettori, sulla base di un esposto presentato dal Codacons. Calderoli aveva attaccato il ministro dicendo: «Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare alle sembianze di un orango». Lesposto contro Calderoli è stato presentato lunedì scorso dallassociazione dei consumatori, che aveva chiesto alla magistratura di Bergamo di verificare la sussistenza di eventuali reati in merito alle dichiarazioni del vicepresidente del Senato, con particolare riferimento allaggravante del razzismo insita negli insulti lanciati da Calderoli. Nellesposto infatti il Codacons scrive: «Le dichiarazioni, e in particolare il contenuto delle stesse, manifestate dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, nei confronti del Ministro per la Cooperazione internazionale e lintegrazione, Cécile Kyenge Kashetu, risulterebbero non solo lesive dellordine pubblico e della dignità umana, ma anche chiaramente idonee ad istigare lodio razziale. Ora ci attendiamo un provvedimento dal Collegio dei Questori del Senato – afferma il presidente Carlo Rienzi – al quale abbiamo formalmente chiesto di sospendere Roberto Calderoli dai suoi incarichi istituzionali». Sul caso è tornato anche lo stesso ministro Kyenge: «Si deve andare oltre i fatti personali. In questo momento preferisco non dare giudizi sulle persone. Io vorrei che lItalia andasse avanti. Quando il ministro Calderoli mi ha chiamato per farmi le sue scuse, io le ho accettate», ha detto. Accettate le scuse e anche i fiori che Calderoli aveva promesso di mandarle. «Sono ministra – ha poi aggiunto Kyenge – richiedo rispetto come istituzione. Qualsiasi tipo di offesa razzista non tocca me, diventa un concetto. Una ferita allItalia».
Inchiesta sul Mose di Venezia: Gdf nellassociazione di Letta
E in partnership col concessionario dellopera
Il premier Enrico Letta rischia di finire invischiato nellinchiesta sul Mose di Venezia, che ha portato allarresto di 14 persone, più cento indagati, per turbativa dasta, fatture false e ad appalti non regolari. Nel mirino della procura lagunare cè infatti anche la sponsorizzazione che il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la costruzione delle opere di salvaguardia fra cui anche il Mose, ha assegnato a veDrò, lassociazione culturale fondata da Enrico Letta nel 2005, la cui attività è stata di fatto sospesa dopo la sua nomina a presidente del Consiglio. Lo scrive Il Gazzettino spiegando che i finanzieri, delegati dal magistrato titolare dellinchiesta, la pm Paola Tonini, venerdì scorso hanno bussato alla porta dellabitazione romana del tesoriere nonché cofondatore di veDrò, Riccardo Capecchi, 47 anni, dal 2012 direttore generale di Poste Energia, uomo da sempre vicino a Enrico Letta, mentre ieri mattina è stata perquisita la sede dellassociazione alla ricerca di fatture e altri documenti contabili .
Shalabayeva, Renzi parte allattacco: «Alfano si dimetta». E il Pd si spacca
Il premier blinda il ministro: «E estraneo alla vicenda»
Dopo la netta presa di posizione di Matteo Renzi contro Angelino Alfano sul caso Shalabayeva, con Letta che cerca di mediare, ancora una volta si è scatenato il caos nel Pd. Dove, a dire la verità, ormai non sono solo i renziani ad essere in fibrillazione. La presenza di Angelino Alfano al ministero dellInterno non va giù ad ampi settori del partito e anche per questo Guglielmo Epifani ha preferito rinviare la riunione dei senatori democratici. Ieri mattina persino Gianni Cuperlo ha invitato il ministro alle dimissioni, Felice Casson definisce una «barzelletta» le spiegazioni date da Angelino Alfano, il prodiano Sandro Gozi parla di «violazione dei diritti umani», Dario Ginefra evoca addirittura una «commissione dinchiesta». Non a caso Epifani, interpellato, si è limitato a poche parole: «Stiamo lavorando». Per evitare così di dire altro. Il leader Pd è davvero al lavoro, chiuso nel suo ufficio di presidente della commissione attività produttive della Camera tiene i contatti con il governo e con le varie anime del partito. Secondo quanto si apprende, lo stesso Epifani avrebbe spiegato a Dario Franceschini che non può bastare la relazione del ministro. Parlando con qualche esponente Pd, Franceschini si è sfogato: «Mi sono stufato, qui fanno tutti le prime donne». Uno sfogo che non è rivolto solo al sindaco di Firenze. Da un lato, Epifani e Franceschini sono convinti che Renzi non possa forzare troppo la mano, perché non può permettersi di far cadere il governo. Ma il fatto è che non solo di Renzi si tratta, Cuperlo è notoriamente vicino a Massimo DAlema, Sandra Zampa è prodiana doc e chiede che «Epifani spieghi la linea», aggiungendo che «bisogna chiedere le dimissioni». Di fatto, racconta un esponente dellala governista, «nessuno vuole cedere ai renziani il monopolio di un argomento del genere alla vigilia del congresso». Tradotto, cè il rischio che lidea di chiedere di votare per le dimissioni di Alfano passi a maggioranza, al gruppo del Senato. Un vero punto di rottura. Le pressioni sul Pdl sono ormai continue, lo stesso Cuperlo, tra le righe, spiega che secondo lui sarebbe questo lunico modo per salvare il governo: «Sarebbe nellinteresse di tutti – anche del centrodestra – garantire con senso di responsabilità una risposta alle spinte per una crisi di governo che esporrebbe lItalia, in un momento difficilissimo, a incognite e pericoli di evidenza assoluta», arriva ad azzardare. Daltro canto, la scelta di Letta di andare in Senato venerdì, raccontano, è frutto di un preciso ragionamento: usare il premier come scudo umano per il governo, un modo per dire se sfiduciate Alfano, salta tutto. Matteo Renzi, da parte sua, nega di voler far saltare il governo e dice di credere almeno alle ragioni della convenienza: «La realtà dei fatti è che io non ho alcun interesse a far saltare il Governo Letta». Si vedrà.