Il generale era accusato insieme al colonnello Obinu di aver favorito il boss Bernardo Provenzano nel 95
I giudici del tribunale di Palermo hanno assolto il generale del Ros Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu dallaccusa di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. Lex capo dei servizi segreti era accusato di avere coperto il padrino di Corleone, sulla base di un patto nato durante la presunta trattativa Stato-mafia dei primi anni 90. Laccusa, retta dai pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, aveva chiesto alla Corte, presieduta dal giudice Mario Fontana, una condanna a 9 anni di carcere per Mori e a 6 anni e mezzo e Obinu. I legali dei due imputati avevano chiesto lassoluzione perché il fatto non sussiste. «E una sentenza che non condividiamo e che impugneremo sicuramente», ha detto il pm palermitano Nino Di Matteo, che insieme a Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia rappresentava laccusa. «Una sentenza che mette fine a cinque anni di linciaggio mediatico, di falsità e di calunnie. Siamo contenti perché i condizionamenti e le pressioni sono stati costanti e lo sono stati fino ad oggi. I giudici hanno dimostrato di procedere per la loro strada e di guardare le carte che davano la prova della loro innocenza». Così lavvocato Basilio Milio, legale del generale Mario Mori, ha commentato lassoluzione del generale del Ros. Un gruppo di manifestanti ha contestato allinterno del Tribunale di Palermo la sentenza di assoluzione. Si tratta di persone aderenti al Movimento delle Agende rosse, che hanno urlato «vergogna» esprimendo il proprio rammarico per una sentenza che aspettavano diversa.