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«Nessun sovraffollamento, ma poco lavoro in carcere»


Così la garante regionale per i detenuti, Desi Bruno

Giorgio Armani fa pace con il Fisco Ma la stretta di mano costa 270 milioni


In passato verifiche anche sulla società di Baggiovara

Napolitano II un anno dopo: tra auspici e voglia di lasciare


Era il 20 aprile 2013 quando fu rieletto supplicato dai leader. Al Corriere le fervide riflessioni

Ormai è passato un anno (era il 20 aprile del 2013) da quando l’impasse politico creato dalle elezioni non consentì a Pier Luigi Bersani e a nessun altro di formare un governo. Al tempo si impose il ribattezzato Re Giorgio Napolitano, supplicato di ricandidarsi. Il capo dello Stato approfitta dell’anniversario, e di una lettera del direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, per tracciare un bilancio di questi mesi trascorsi al Quirinale, lasciando – pare – intendere che quando le acque saranno meno agitate potrebbe anche godersi la pensione. «Nodi assai importanti sono quelli che dovranno sciogliersi nelle prossime settimane e nei mesi seguenti, innestandosi nel chiarificatore esercizio del semestre italiano di presidenza europea – dice Napolitano -. Confido che quei nodi si scioglieranno positivamente, col contributo essenziale di un governo che opera nella pienezza della sua responsabilità politica e delle sue prerogative costituzionali, e con l’apporto di un arco di forze politiche che vada decisamente oltre i confini dell’attuale maggioranza di governo, in materia di legislazione elettorale e di revisioni costituzionali». Il capo dello Stato sottolinea di confidare che «stiano per realizzarsi condizioni di maggiore sicurezza, nel cambiamento, per il nostro sistema politico-costituzionale, che mi consentano di prevedere un distacco comprensibile e costruttivo dalle responsabilità che un anno fa mi risolsi ad assumere entro chiari limiti di necessità istituzionale e di sostenibilità personale». Eccolo il passaggio chiave, in quel «distacco» che potrebbe consentirsi. Del resto l’operazione che lo ha visto protagonista lo ha esposto eccessivamente, ammette. Una necessità «verso lo spirito di fazione» per il quale ha «pagato un prezzo nei consensi», ma che «non mi fa dubitare della giustezza della strada seguita».

Brunetta stronca le ‘chiacchiere’ del premier «Con questa manovra restano al palo gli ultimi»


Il capogruppo Fi alla Camera punta il dito: nessuno parla di pensioni

«Dai primi testi che circolano sulla ‘manovra di maggio’ sembra di essere caduti nel Venezuela di Chavez o nella Cuba di Fidel Castro: dirigismo a gogò e ridistribuzione del reddito a danno della media borghesia, mentre i veri ultimi, i pensionati più poveri che durante il governo Berlusconi si videro rivalutare le loro pensioni, restano al palo». Questo lo sfogo dell’onorevole Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, mentre, a Palazzo, Matteo Renzi struttura i provvedimenti che i cronisti attendono fuori da ore. Caustico ma anche semplicemente ironico, come meglio gli riesce, Brunetta punta il dito contro il presidente del Consiglio: «Speriamo che, alla fine, l’incubo si dissolva e che torni la democrazia occidentale. No Chavez, no Castro, no Peron!». Già perché, «con le continue chiacchiere di Matteo Renzi a tutte le ore c’è ormai aria di regime, aria di peronismo», tweetta il deputato. Ma si fa sentire anche in una nota. «In attesa della sorpresa pasquale, ovvero le norme che il Consiglio dei ministri guidato da Matteo Renzi sta varando, è bene ricordare a tutti le regole di carattere costituzionale che presidiano il campo della decretazione legislativa». Ed entra nel merito del suo monito: «Non si tratta di un esercizio calligrafico, ma della sottolineatura di obblighi che sono ovviamente in capo al governo. Sui quali, tuttavia, deve esercitarsi l’attenta vigilanza del presidente della Repubblica, nel momento in cui il testo del decreto legge sarà licenziato dal Consiglio dei ministri e trasmesso alle Camere. Mentre dovrà essere stata cura del Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, avere garantito l’effettività delle coperture». La sentinella di Forza Italia sta con il fiato al collo sul premier. Di pasticci in materia di economia ne ha visti tanti di più, a partire dai traumatizzanti provvedimenti del governo Monti. Brunetta punge, ma è puntuale.

Il Palazzo e la gente


L’Italia chiede una vera svolta

Paghetta da Renzi, ma non per tutti Via al bonus di 80 euro a chi ne prende tra gli 8 e i 26mila A incapienti e alle partite Iva invece si penserà più avanti


Per i dipendenti con reddito tra 8 e 26mila euro lordi un bonus in busta paga di 80 euro. Il premier: «Restituiamo agli italiani quello che è loro stringendo la cinghia alla politica». La voce degli incapienti e delle partite Iva sarà inserita invece in provvedimenti nelle prossime settimane e mesi. Gli annunci, tanti, sono arrivati a colpi di tweet. Niente slide questa volta. Eccoli quindi i punti del mega-provvedimento. Si parte da: «Massimo cinque vetture a ministero, le forze di sicurezza tornano in strada»; Operazione trasparenza: «Tutte le spese degli enti locali e anche di quelli centrali on-line entro 60 giorni. La previsione di legge già c’era ma non era sanzionata. Ora se il singolo Comune non mi dà tutti i dati, noi riduciamo i trasferimenti». E ancora. Introdotta la «NormaOlivetti»: da oggi ci sarà un tetto di 240mila euro per gli stipendi dei mega-dirigenti della pubblica amministrazione. A conti fatti dal pallottoliere del Consiglio dei ministri escono «80 euro al mese a sei milioni e mezzo di persone. A due milioni e 800mila ne diamo tra i sessanta e gli ottanta», spiega il premier. Il capitolo coperture, inizia con una spending review che parte dagli F-35: «La difesa contribuisce per 400 milioni di euro, di cui 150 con lo spostamento del programma F-35». Nella sforbiciata anche gli immobili pubblici. Renzi promette poi meno spreco di spazio negli uffici pubblici. Saranno inoltre sfoltite e semplificate le municipalizzate, che passeranno da 8mila a mille aziende partecipate. Via il 10% dell’Irap per le aziende. Le imprese godranno pagamenti più rapidi dalla pubblica amministrazione. Nel decreto, inoltre, si autorizza la Rai a vendere Rai Way e a riorganizzare le sedi regionali. Renzi infine ha colto l’occasione per ribattere alle critiche dell’Associazione nazionale magistrati (Anm): «Non credo che il taglio di 70mila euro a un alto magistrato sia un attentato alla libertà e all’indipendenza della magistratura. Non sono convinto dalla posizione espressa dall’Anm, rispetto al principio di separazione dei poteri: io non commento le sentenze e mi aspetto che i giudici non commentino il processo di formazioni delle leggi che li riguardano. Commentino semmai le riforme vere e non le indiscrezioni». Chi è più contento di tutti sembra essere il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: nessun taglio alla sanità per sovvenzionare le misure. C’è poi chi ha incalzato il premier sulle riforme. Per esempio quella della legge elettorale, che si sarebbe dovuta fare entro febbraio. Risposta: «Spero entro l’estate 2014 si possa arrivare alla riforma elettorale». E tutto il resto? «Non temo slittamenti sulla riforme: vedo un buon clima e sono molto ottimista che si possa votare entro maggio la prima lettura in Senato della riforma costituzionale».

Notte Rossa, Maranello per l’Expo


La Notte Rossa di Maranello è stata inserita nel programma eventi AnciperExpo, 20 iniziative proposte nelle regioni italiane per un anno. La terza edizione dedicata alla “passione rossa” è in programma il 28 giugno.

Turismo cinese via a un corso per operatori


Mentre la Ferrari è impegnata sul circuito di Shangai nel Gran Premio di Formula 1 della Cina, Maranello si appresta ad accogliere i turisti cinesi nel migliore dei modi. E’ questo infatti l’obiettivo del corso rivolto agli operatori maranellesi del turismo e dell’accoglienza (agenzie, alberghi, ristoranti, bar, commercianti) proposto dal Comune nell’ambito del progetto “Chinese Friendly Italy”, il network italiano di operatori turistici interessati ad accreditarsi presso il turismo proveniente dalla Cina quali “Amici della Cina”. Il corso, coordinato dal professor Giancarlo dall’Ara, esperto di marketing turistico vedrà due seminari di approfondimento organizzati il 15 e 29 maggio allo Spazio Culturale Madonna del Corso. turisti all’estero.

Furto all’Acli a novembre, presi i tre ladri


MARANELLO – Dopo alcuni mesi di indagini, i Carabinieri della Stazione di Maranello sono riusciti a mettere le mani sui responsabili del furto al circolo Acli del novembre scorso. I militari giovedì hanno denunciato in stato di libertà tre persone, risultate pregiudicate, originarie della Puglia, solo una residente a Maranello. I tre, scassinando la porta d’ingresso, nella notte del 6 novembre scorso, si erano introdotti all’interno del circolo, portando via una macchinetta scambiamonete, che aveva all’interno denaro per circa mille euro. A tradire i malviventi, riferiscono i militari, è stata l’auto utilizzata per la fuga, che i tre avevano noleggiato da una ditta di Sant’Ilario d’Enza, nel reggiano, il cui numero parziale di targa fu annotato da alcuni testimoni e riferito poi ai carabinieri.

Controlli a Sassuolo


Guardia di Finanza in azione

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