Il cda conferma Patuano e dà ampi poteri a Recchi I piccoli soci: «Assemblea contraria, Telco arrogante»
Si è tenuta ieri la prima riunione del nuovo consiglio damministrazione di Telecom Italia. Ed è già polemica infuocata tra la maggioranza e i piccoli azionisti dellAsati. Il board, ieri, ha confermato lincarico di amministratore delegato a Marco Patuano e ha attribuito al nuovo presidente, Giuseppe Recchi, un «ruolo dindirizzo e supervisione» sui piani strategici e lorganizzazione del gruppo. A Patuano sono state conferite anche la responsabilità del governo complessivo della società e del Gruppo e tutte le responsabilità organizzative per garantire la gestione e lo sviluppo del business in Italia e Sud America. Ma se, per il consigliere Tarek Ben Ammar, il nuovo board è «un ottimo consiglio», che sta creando «una vera public company», per i soci di minoranza, riuniti appunto nel comitato Asati, non si sta facendo altro che «ripercorre gli errori del passato». Lassemblea di mercoledì scorso ha visto fermarsi al 45,5% lista dei candidati al cda presentata dallazionista di maggioranza relativa Telco, oggi sotto il controllo degli spagnoli di Telefónica. La vittoria di Assogestioni, che rappresenta i fondi di investimento e che ha strappato il 50,28% dei voti, è stata però mutilata. Non potendo reggere il timone operativo di una società, infatti, i fondi, coerentemente avevano presentato una lista di soli tre nomi per il board. E così Telco, pur di fatto avendo perso, si è comunque presa i due terzi dei seggi, otto in tutto. Ebbene, secondo lAsati il cda di ieri non ha tenuto conto di «unassemblea il cui esito è stato in conclusione una netta bocciatura di tutta la compagine Telco». Nel mirino dei piccoli azionisti, lassegnazione della «supervisione praticamente completa di tutta lazienda al presidente, non mettendo assolutamente in dubbio le sue capacità». Tutto questo «come se ancora esistessero i dictat dellera Cuccia praticamente tramontati». «E come se in questi sei mesi non fosse successo niente», lamenta lassociazione dei piccoli. Per i soci di minoranza, «alla tregua, ai segnali di pace e collaborazione presentati da tutte le minoranze in assemblea, sia Findim sia Asati, larroganza del potere ancora una volta si è palesata, non sapendo che potrebbe questa azione rappresentare il canto del cigno con lo scioglimento ormai inevitabile di Telco».«Forse – prosegue la nota dei piccoli azionisti – Telco pensa, con questa decisione, di favorire ancora una volta Telefónica nel fargli guadagnare ancora tempo per mettersi a posto i suoi guai ottenendo come contropartita quel premio misero di maggioranza che ovviamente non esiste più, visti i risultati assembleari». «Oggi – avverte lAsati – lascia che volevamo sotterrare per sempre e la relativa serenità sono a rischio». «Questo cda, ad eccezione dei tre consiglieri di Assogestioni, rappresenta solo interessi marginali dellazionariato complessivo».