I giudici del tribunale del Riesame di Brescia hanno disposto la libertà per sette dei secessionisti arrestati il due aprile scorso, tra questi lex parlamentare Franco Rocchetta e il leader dei Forconi, Lucio Chiavegato, mentre ha disposto i domiciliari per altri cinque. Gli arresti erano stati eseguiti dai carabinieri del Ros contro un gruppo secessionista accusato di avere messo in atto «varie iniziative, anche violente», per ottenere lindipendenza del Veneto. Non solo. Nelle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale di Brescia su richiesta della procura, erano contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dellordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Al centro delloperazione «un gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista, che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare lindipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano». Il tribunale, cui avevano presentato ricorso un folto gruppo di arrestati, sposta ora la competenza a Padova. Alla base dello spostamento di competenza ci sarebbe la bocciatura dellaccusa di associazione con finalità di terrorismo. Stando alle indagini, alcuni dei secessionisti erano pronti a occupare piazza San Marco, a Venezia, in una sorta di riedizione, per la procura di Brescia dellazione portata a termine nel 1997 dai cosiddetti «Serenissimi». Resta in cella Alberto Zanardini, lunico ad avere parlato in sede di interrogatorio di garanzia, per il quale è stata però depositata più tardi rispetto agli altri listanza di scarcerazione. «Da Brescia arriva una buona notizia ma resta la vergogna dei giorni di galera fatti a causa di unidea», ha commentato il segretario federale della Lega, Matteo Salvini. «Sono contento perché avevamo detto che avremmo passato Pasqua in galera noi per solidarietà».