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Sicurezza nella Bassa


I tagli della spending review

S. Martino Spino, via i carabinieri Stazione accorpata a Mirandola


Platis: il Comune si impegni a mantenere il presidio

MIRANDOLA – Dopo l’ospedale, al quale Sassuolo ha scippato l’ostetrica, ora Mirandola deve fare i conti con la riduzione di un altro servizio fondamentale: il presidio del territorio. In base alla spending review imposta dal nuovo governo, il Cocer dell’Arma dei carabinieri informa che la stazione dei militari a San Martino Spino potrebbe essere accorpata con quella di Mirandola. Via quindi il presidio fisso e tutti di stanza a Mirandola per sorvegliare il territorio. Il candidato sindaco Antonio Platis non ci sta e chiede agli amministratori di impegnarsi per mantenere la stazione dei carabinieri. «Abbiamo presentato un ordine del giorno – riferisce Platis – per chiedere alla Giunta di chiarire la situazione ed intervenire per non lasciare soli i cittadini della popolosa e lontana frazione». In pochi anni, denuncia il candidato, «siamo passati dalla richiesta di una tenenza dei Carabinieri a Mirandola alla perdita di un’intera stazione. San Martino dista 17 chilometri da Mirandola e rappresenta l’intersezione tra le province di Modena, Mantova e Ferrara. È un territorio molto vasto e per questo facile crocevia per la malavita. Ricordo alcuni episodi: lo scorso marzo proprio i carabinieri di San Martino Spino hanno intercettato un’auto sospetta con due persone a bordo che non si sono fermate all’alt intimato e hanno cominciato a percorrere a gran velocità le vie del centro. Una volta presi sono stati rinvenuti sostanze da taglio per stupefacenti, denaro contante per un ammontare di 6.500 euro, un manganello estraibile, un coltello a serramanico, una bomboletta spray con aggressivo chimico ed una carta d’identità contraffatta». Inoltre pochi mesi fa, ricorda sempre Platis, «sempre i militari della stazione di San Martino Spino, hanno arrestato due nomadi della frazione che sono evasi dalla propria abitazione dove si trovavano agli arresti domiciliari e sono andati a casa di un vicino distante circa 200 metri per una “spedizione punitiva” motivata da vecchi rancori. I due nomadi, fratelli, erano stati sottoposti ai domiciliari per la rapina in abitazione commessa nel reggiano qualche mese prima.A tutto ciò va aggiunto l’aiuto offerto alla popolazione durante la terribile tromba d’aria che ha colpito San Martino Spino che si è sommata ai danni del terremoto». Il consigliere non condivide queste sforbiciate e chiede un impegno concreto: «Chiediamo che questa foga di tagliare le forze dell’ordine – conclude Platis – sia rivista soprattutto per quei territori che sono distanti e che necessitano di un maggior controllo. È questo l’impegno che auspichiamo sia preso dall’intero consiglio comunale».

Oggi i cittadini di S. Felice in abiti ottocenteschi


SAN FELICE – Tempo permettendo oggi dalle 15,30 è in programma la dodicesima edizione di “Magico” l’iniziativa con figuranti in abiti d’epoca per le vie della città. Quest’anno i cittadini interpreteranno tele e dipinti famosissimi legati all’impressionismo. «È un’iniziativa di grande suggestione – commentano gli organizzatori – che ha il pregio di coinvolgere tutto il paese, non solo nel giorno della rappresentazione, ma anche nel lavoro di ricerca e preparazione». Il concorso fotografico è aperto a tutti; i partecipanti potranno presentare foto eseguite con qualsiasi tecnica e poi trasformate in file digitali. Le opere dovranno essere presentate entro il 24 giugno e i risultati del concorso saranno comunicati il 7 luglio. Il regolamento completo del concorso è disponibile sul sito: www.fotoincontri.net. Per l’occasione Poste Italiane emette uno speciale annullo che si potrà ottenere oggi dalle 10.30 alle 15.30 nello spazio allestito in piazza Castello.

Ecco i calcoli dell’associazione artigiana veneta


Di seguito, ecco il calcolo compiuto dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sul possibile gettito Iva derivante dal rimborso dei debiti della Pa. Per coprire quei debiti, i precedenti esecutivi hanno messo a disposizione dello Stato e delle amministrazioni locali 27 miliardi per l’anno passato, di cui 4,4 non ancora pagati, e 19,8 per quello in corso. Pertanto, se si somma la giacenza al nuovo stanziamento, si capisce che sono disponibili 24,2 miliardi. E su tale somma, in breve, gli artigiani veneti danno già per acquisito il relativo gettito. Se però si volessero saldare tutti i 68 miliardi a cui ha accennato Matteo Renzi, urgono altri 43,8 miliardi: è questo, l’imponibile considerato dalla Cgia per arrivare alla stima di gettito diffusa ieri. L’associazione veneta ha considerato due aliquote Iva, applicando le stesse metodologie utilizzate dall’amministrazione finanziaria dello Stato, così come riportato nelle relazioni tecniche allegate ai provvedimenti fiscali dell’anno scorso che hanno sbloccato i versamenti alle imprese. Ora, dalla lettura della relazione tecnica allegata al decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze del 30 novembre 2013, si ricava che è giusta un’aliquota media dell’11,3%. Applicandola alla somma prima descritta, l’introito si attesterebbe sui 4,5 miliardi. In alternativa, ha detto la Cgia, si potrebbe far riferimento alla relazione tecnica allegata al decreto legge numero 102 del 2013. In quel caso, l’aliquota media è del 14,74%, e il gettito Iva, a parità di imponibile, salirebbe a 5,6 miliardi. Esiste però una terza ipotesi. Ovvero: secondo la Cgia, nell’indicare gli arretrati degli enti pubblici, il premier ha peccato per difetto. Lo stock reale sarebbe infatti di 100 miliardi: per cui, per chiudere la partita, al netto delle risorse già messe in campo dai precedenti governi l’esecutivo dovrebbe stanziare in via straordinaria oltre 75 miliardi. Con l’applicazione delle due aliquote utilizzate in precedenza, 11,3% e 14,74%, le entrate per il Dipartimento del Tesoro oscillerebbero tra un minimo di 7,7 miliardi e un massimo di 9,7 miliardi.

Iscom offre un corso per darsi alle start up


Mettersi in proprio, oggi, è una via sempre più obbligata per tante persone, che altrimenti rischiano l’espulsione dal mercato del lavoro. Iscom Formazione Modena, probabilmente anche per questo, organizza un corso denominato Creazione di impresa: creatività ed eco-sostenibilità. Oltre che ai neo-imprenditori, l’iniziativa varata dall’ente afferente a Confcommercio è rivolta a capitani di azienda già affermati, che intendano affinare le proprie competenze. Sviluppare idee creative e nuovi bacini di impiego, approfondire i temi dell’eco-sostenibilità e della green economy, parlare seriamente di start up d’impresa: questi, i temi del corso, che prevede 28 ore di aula e 12 di accompagnamento individuale sul campo. Tra i docenti, spiccano Mirko Torquati, dell’ufficio marketing di Confcommercio; e Massimo Di Menna, ingegnere gestionale, professore all’Università di Bologna ed esperto della Commissione Ue. Info: 059/7364350 o cristina.dovetta@iscom-modena.it.

Ultime dai distretti


Dall’alimentare alla piastrella

Granarolo, nuova finestra a Nord-Est Latterie Friulane: gli emiliani riproveranno la fusione


Anche la Flai-Cgil ha concesso il proprio benestare

«Nelle prossime ore la cooperativa ci contatterà e riprenderemo da dove ci eravamo fermati. Eravamo disponibili a farlo e lo siamo tutt’ora». Le parole che avete appena letto, stando a un articolo del Messaggero Veneto, sono state pronunciate nei giorni scorsi da Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, colosso emiliano dell’alimentare a trazione mutualistica rossa. Il tema? L’aggregazione con il consorzio Latterie Friulane. In verità, più che un’aggregazione, per ora, è una telenovela. Per chi si fosse perso le precedenti puntate, risale all’autunno scorso, il primo interessamento della società presieduta da Calzolari all’azienda udinese, nota soprattutto per la produzione del Montasio, un formaggio Dop. La prelibatezza non ha però impedito alle Latterie Friulane di rischiare il fallimento, con conseguenti problemi per i 180 lavoratori. Anche senza il fallimento, anzi, 104 di loro rischiavano il licenziamento, per la possibile chiusura di uno dei due siti produttivi, Campoformido. Senonché, a Nord-Est, è subito nato un composito movimento contro quella che era vista come un’annessione da parte del gruppo emiliano, oggi in espansione in una buona fetta d’Europa e quindi censibile come multinazionale. Anche perché, sul piatto, c’era pure un’offerta alternativa, giunta dal Consorzio agrario del Friuli. Di quel movimento, faceva parte la presidentessa della Regione autonoma, la renziana Debora Serracchiani. A inizio 2014, comunque, il consiglio di amministrazione delle Latterie ha scartato la soluzione local, incaricando il presidente, Roberto Rossi, di accordarsi con Granarolo, che di dipendenti ne ha 2mila e, lavorando 750mila tonnellate di prodotto, ha visto lo scorso anno un fatturato di 922,6 milioni di euro. C’era l’intesa, anzi, anche con i sindacati, per una salvaguardia di massima dei livelli occupazionali. Ma quando, il 13 marzo, i soci della coop del Triveneto hanno votato contro l’integrazione, il pretendente, in una nota, ha detto ufficialmente basta: la trattativa era saltata. Cos’è cambiato, dunque? Giovedì scorso, in Latterie Friulane l’assemblea dei dipendenti ha approvato il progetto di cassa integrazione per 89 unità, da ratificare tra due giorni al Ministero del Lavoro. La Flai-Cgil, in origine schieratasi a difesa di una filiera tutta locale del latte, di fronte al rischio concreto di una messa in liquidazione ha dato il proprio via libera, pur non risparmiando salaci battute ai cugini della Fai-Cisl: era il varco, insomma, per il ritorno in campo di Granarolo, intenzionata a ridimensionare notevolmente Campoformido. Lì, in ogni caso, sarà mantenuta almeno una linea produttiva di yogurt, con cinque persone: pertanto gli esuberi programmati sono ulteriormente scesi a quota 84. Soprattutto, intervenendo in assemblea, ha dato il proprio assenso all’unione con gli emiliani Sergio Bolzonello, assessore regionale alle Attività produttive e dunque numero due della giunta di Debora Serracchiani. nNicola Tedeschini

4-0


MODENA: Pinsoglio; Gozzi, Cionek, Marzorati, Garofalo; Molina, Bianchi, Burrai (87’ Dalla Bona), Rizzo; Babacar (85’ Mangni), Granoche (82’ Nardini).A disposizione: Manfredini, Calapai, Minarini, Manfrin, Mazzarani, Stanco. Allenatore: Walter Novellino LATINA: Iacobucci; Brosco, Cottafava, Esposito; Ristovski (78’ Laribi), Crimi, Viviani, Morrone (61’ Cisotti), Milani (70’ Fabio Nunes); Paolucci, GhezzalA disposizione: Tozzo, Bruscagin, Gerbo, Ricciardi, Figliomeni, Peressini. Allenatore: Roberto Breda ARBITRO: Sig. Pasqua di Tivoli. MARCATORI: 55’ Babacar, 61’ rig. Granoche, 83’ Rizzo, 87’ Mangni. NOTE: ammoniti Garofalo (M), Milani (L), Babacar (M). Recupero 0’ pt.

Tutta la declinazione del gol al Latina


Un grande Modena rilancia il suo campionato La squadra di Novellino devastante nella ripresa

Un primo tempo di grande quantità ed una ripresa di assoluta qualità. Così il Modena confeziona l’ennesimo grande risultato al Braglia, annienta con un fantastico poker il Latina, seconda miglior difesa del campionato, e si issa a quota 40 in classifica superando nuovamente i cugini carpigiani sconfitti in quel di Novara. E’ una festa assoluta quella dei ragazzi di mister Novellino con un unico neo: l’ammonizione rimediata da Babacar in occasione della rete dell’1-0, la sua quindicesima in questa Serie B come il numero che porta sulla maglia. Tanta la gioia per il senegalese che vuole festeggiare mostrando a tutti questo parallelismo e rimedia, ovviamente, l’ammonizione che, essendo diffidato, gli costerà la squalifica in occasione della trasferta di Reggio Calabria in programma martedì. Poco male, però, perché dal 4-0 sui laziali esce prepotentemente rafforzata la posizione ed il morale di El Diablo, Pablo Granoche, autore dell’assist al compagno di reparto per la rete che sblocca il risultato e finalmente a sua volta in gol, il primo in maglia gialloblu, dal dischetto per il momentaneo 2-0. Decisivo come non mai l’uruguaiano per un Modena che mette ancora in mostra i suoi due gioielli sulle fasce, Molina e Rizzo. Per l’esterno destro scuola Atalanta il guizzo per procurarsi il rigore che chiude i discorsi, per l’alter ego sulla corsia opposta una fantastica azione personale per il 3-0 e l’assist a Doudou Mangni che, appena entrato, realizza di testa la rete che chiude la contesa. E dire che in partenza erano stati gli ospiti ad avere una marcia in più con il Modena più cauto ed attendista nella propria metà campo. La prima conclusione è di Ghezzal, che calcia ampiamente a lato su invito di Morrone, ma è anche una delle poche di una frazione caratterizzata da tanto vigore e dalla diatriba Garofalo-Ristovski-Crimi nei primi minuti di gara. Si va così al riposo sullo 0-0, ma nella ripresa la storia cambia immediatamente. Dieci minuti servono al Modena per sparigliare le carte e, successivamente, dilagare fino al poker finale che regala ancora nuova linfa e convinzione ad una squadra che, ora che è arrivata la Primavera, può spiccare il volo e sfruttare la verde età di tanti dei suoi interpreti in questo che è il momento più faticoso della stagione. Un cambio di ambizioni per i gialli, però, può passare solo per un bel successo nella trasferta di martedì in terra reggina. Andrea Lolli

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