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Una mini-serie dedicata agli ‘expatriates’


    Cosa significa, per un lavoratore straniero, vivere stabilmente a Modena? Cosa fa nostra provincia, ancora ricca di multinazionali nonostante la crisi, per accogliere gli expatriates, ovvero i colletti bianchi che vengono dall’estero? A questo è dedicata una mini-serie di interviste che è partita martedì scorso, 8 gennaio, su ModenaQui. Un tema importante, in un’epoca in cui l’Emilia, da terra di immigrazione, sembra tornare anche terra di emigrati, in quanto tanti giovani, anche qualificati, cercano fortuna lontano. Dopo l’esperienza di Anna Maria Christensson, di cui si è trattato la scorsa settimana, ecco dunque la storia Geert-Jan Wellink, olandese che lavora per la Kerakoll. E che, nel modenese, arrivò giovanissimo, addirittura a 17 anni.

    VOLTI DELLA PROVINCIA


      Gli stranieri planati tra Secchia e Panaro

      Un leader delle colle per l’edilizia


        La Kerakoll, azienda dove Geert-Jan Wellink lavora dal 2001, è tra i leader mondiali nel settore delle colle per edilizia. Fondata nel 1968 a Sassuolo da Romano Sghedoni (padre di Gian Luca, attuale amministratore delegato), la società conta oggi oltre 1.300 dipendenti e dodici filiali in tutto il mondo. Quasi il 40% della produzione è destinata all’esportazione in oltre cento Paesi, per una platea di circa 2 milioni di clienti. Il gruppo opera attraverso tre brand division: Kerakoll per l’architettura contemporanea sostenibile, Biocalce per l’edilizia del benessere e il restauro storico e Kerakoll Design per l’interior design. L’azienda punta molto su soluzioni rispettose dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, proponendo prodotti a basso impatto ambientale e ad alto contenuto tecnologico, frutto degli investimenti in green research. All’inizio del 2012 Kerakoll ha acquisito dalla Ceramiche Ricchetti lo stabilimento di via Pedemontana a Sassuolo, che, in abbinamento con il sito produttivo già esistente, darà vita al Kerakoll Green village e si stenderà su un’area complessiva di 145mila metri quadrati, di cui 81mila coperti: ovvero uno dei più importanti poli industriali italiani.

        L’olandese adottato da Piumazzo Tra lasagne e marketing ceramico


          Geert-Jan Wellink, ex Cremonini, lavora in Kerakoll

          Geert-Jan Wellink, classe 1966, risiede e lavora nella nostra provincia dall’età di diciassette anni. Non una scelta casuale, la sua, ma dettata anche dal lavoro del padre, che commerciava carni con l’Italia e soprattutto con la principale azienda del settore in provincia ovvero il Gruppo Cremonini. Così dalla sua piccola ma importante città olandese di Wassenaar, dove risiedono la famiglia Reale olandese Orange-Nassau e la maggior parte delle più importanti residenze diplomatiche accreditate in quella nazione, arriva a Settecani di Castelvetro. Da subito, Geert-Jan apprezza la cucina di Zoello. Poi nel 2001, l’ingresso in Kerakoll a Sassuolo, azienda leader nei materiali di costruzione. Dove ora lavora come manager per le aree della Svezia e dell’Olanda. Dottor Wellink, com’è stato l’impatto con l’Italia, positivo o negativo? «Direi positivo: mi sono trovato subito bene, sia come clima, sia con le persone. Unico neo il fattore lingua: quando sono venuto qui le persone che parlavano inglese, erano veramente poche. Anzi, si parlava molto in dialetto». Nel 2001 lei passa alla Kerakoll: altra eccellenza del nostro territorio, ma un settore totalmente diverso da Cremonini. C’è un motivo particolare? «Sì, in effetti quel cambio è dovuto alla crisi che in quel periodo aveva colpito il settore della carne, in seguito alla vicenda della mucca pazza. Comunque ho avuto fortuna, perché mi sono trovato subito bene e continuo a stare bene in Kerakoll. Nel panorama italiano, credo che siano poche le aziende come la mia: lo si capisce meglio quando vengono da noi degli ospiti stranieri». Da una crisi, quella della mucca pazza, a un’altra, quella scoppiata nel 2008. «A mio vedere, la mia attuale azienda ha saputo affrontare la crisi in una maniera giusta. Si sono fatti investimenti importanti, e questo ci ha permesso di avere sempre un prodotto di qualità. Direi, anzi, che la crisi ha accelerato l’introduzione di nuovi prodotti innovativi. Senza l’innovazione non c’è futuro. Questo riguarda anche il sistema di produzione, dove l’azienda ha molta attenzione per quanto riguarda l’edilizia eco-sostenibile. In tutti i paesi dove sono stato, questo ci è riconosciuto». Torniamo al 2001, per lei un anno particolare anche dal punto di vista personale, con il matrimonio. Giusto? «Sì, con Sara, che ho conosciuto proprio qui a Piumazzo, dove abito. E ora sono papà di due splendide bambine: Irene di 8 anni e Astrid di 5». Ci sono molti olandesi che vivono nella nostra provincia? Fate spesso delle riunioni fra voi? «Non direi. Fra Bologna e Modena saremo circa ottanta. In effetti, abbiamo un’associazione che si chiama Italia-Olanda-Fiandre, che organizza ogni anno festeggiamenti per due ricorrenze. La prima è il 5 dicembre, la festa di Sint-Niklaas. Il 30 aprile, invece, è la festa nazionale dedicata della Regina Giuliana (madre defunta dell’attuale sovrana, Beatrice, ndr): in quest’occasione si mangiano solo cibi olandesi». A proposito di mangiare. Dopo tanti anni qual è il piatto della cucina italiana che lei apprezza di più? «Sono tanti, ma forse le lasagne sono quelle che preferisco. E poi gli spaghetti ai frutti di mare. Vede, oggi sono andato dal macellaio e ho comprato la carne per fare il bollito, così mangio anche i tortellini. E ovviamente sono anche un amante del lambrusco». Dopo tanti anni che lei vive nella nostra provincia, quali sono le principali differenze tra l’Italia il suo Paese d’origine? «In positivo credo che la principale differenza sia nella qualità della vita, che qui è ottima: siamo in una provincia ancora a dimensione d’uomo, ci si conosce tutti, ci si saluta, si parla, si scambia una battuta. E il livello culturale medio è elevato. Il lato negativo è che la macchina pubblica non funziona come dovrebbe. In Olanda c’è una realtà diversa, siamo più ricchi, abbiamo più assistenza, ma c’è anche una vita, come posso dire? Più veloce. Da noi i negozi chiudono alle 17 e alle 18 si cena. Non esiste la pausa pranzo, si mangia un panino dietro la propria scrivania». Che cosa intende per più assistenza? «Un esempio: quando una persona non è più autosufficiente, trova posto in una struttura per anziani, indipendentemente dal fatto che possa pagarsela o no. In Olanda è data a tutti una pensione, che ti permette di vivere decentemente. Non esiste, come succede qui in Italia, che ci siano persone che prendono migliaia di euro di assegno mensile e altre che non arrivano ai mille euro». Insomma, sul futuro delle sue figlie è sereno o qualcosa la preoccupa? «Se qualcosa mi preoccupa, certo è la scuola. Per lavorare oggi è importante sapere le lingue: io parlo inglese, francese, tedesco, olandese e naturalmente italiano. Le mie figlie sono bilingui, però credo che nella scuola italiana siano poche le ore che sono dedicato apprendimento degli idiomi stranieri». nMassimo Nardi

          Modena fra Ischia e mercato Che squadra tornerà sabato?


            Ciaramitaro e Surraco non ci sono, Piscitella in arrivo

            Prima giornata, o per meglio dire primo pomeriggio, di ritiro invernale in quel di Ischia per il Modena di Dario Marcolin. I canarini resteranno fino a sabato nell’isola campana per mettere nelle gambe la benzina necessaria ad affrontare al meglio la seconda parte della stagione e scelta non fu più azzeccata date le condizioni meteo in città delle ultime ore e, stanti le previsioni, dei prossimi giorni. MODA O NECESSITA’? – Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede questa moda del richiamo di preparazione fisica al ‘caldo’, lontano dalle città più esposte al freddo ed alla neve. Così come i canarini, infatti, ha fatto anche il Varese sceso fino a Roma, medesima meta del Verona (che si allena alla Borghesiana) o il Lanciano che, pur trovandosi in posizione già più favorevole, ha scelto Galatina per il proprio mini ritiro invernale. Ieri, poi, anche il Sassuolo ha deciso di lasciare l’Emilia e prepararsi in Abruzzo. E dove c’è più denaro, in Serie A, le mete sono ben più esotiche: la Roma, poche settimane fa, si allenava negli States, il Milan Juventus sono stati – negli anni passati – a Dubai, il Parma ai tempi di Tanzi sceglieva Marbella. CIARAMITARO NO – Nel primo pomeriggio di ieri, comunque, la truppa canarina ha raggiunto l’Hotel Resort ‘Le Querce’, base operativa in cui si è stabilito un gruppo che, al momento, conta qualche defezione, ma che con il passare dei giorni potrebbe vedere nuove facce aggiungersi. Per Ischia, infatti, non sono partiti in quattro per vari motivi. Il centrocampista Maurizio Ciaramitaro è rimasto a Modena in accordo fra lo stesso e la società e, a questo punto, il concretizzarsi di una trattativa per la sua cessione sembra davvero imminente. NEMMENO SURRACO – Anche Surraco non si è unito al gruppo di ritorno dall’Uruguay poiché colpito da un attacco influenzale. A questo punto anche per lui è probabile un epilogo come quello che si sta delineando per il compagno, si parla infatti di un ritorno all’Udinese che, in cambio, girerà al Modena Andrea Mazzarani che ha ben impressionato il ds Cannella nel test di sabato con la Primavera bianconera in cui ha trovato anche la via del gol. Discorso diverso, poi, per Daniele Dalla Bona. Il mediano sta lavorando per recuperare al meglio dall’infortunio che lo ha colpito ad inizio dicembre e, quindi, continuerà le cure presso il centro Riacef. Rientrerà giovedì in gruppo, invece, il numero uno Simone Colombi che, in questi giorni, sta lavorando con la Nazionale Under 21 assieme a Gianmario Piscitella che, una volta concluso lo stage, lo seguirà e raggiungerà a sua volta Ischia. IL PROGRAMMA – Tanto lavoro fisico è previsto a partire da oggi dopo che ieri la squadra si è allenata in mattinata presso lo Zelocchi. Dopo una lunga sosta, però, ci sarà anche modo di lavorare con qualche prova sul campo perché per la giornata di domani è previsto un test amichevole contro la formazione locale che, attualmente, guida il proprio girone nel campionato di Serie D. Una volta rientrata a Modena la squadra usufruirà di una domenica di libertà per poi ripartire lunedì 21 con la settimana tipo in vista della sfida del Braglia con la Ternana. nAndrea Lolli

            CONGIUNTURE


              I paradossi della grande crisi

              Scendono tutte le altre voci di spesa. A partire dagli stipendi


                La loro incidenza sul monte ricavi diminuisce. Ma sui margini pesano i costi energetici

                Un esempio pratico, anche se non reale, può aiutare a capire cosa significhi quanto descritto nell’articolo a lato. Considerate una pmi artigiana dell’Emilia-Romagna che, tra inizio luglio e fine settembre del 2011, abbia fatturato 2 milioni di euro. Nello stesso periodo, la stessa azienda ha speso 400mila euro per pagare i dipendenti, 50mila per le polizze assicurative e altri 100mila per pagare le bollette delle varie utenze, dal gas ai telefoni. In sostanza, dunque, rispetto ai ricavi gli stipendi avevano un’incidenza del 20%, le assicurazioni del 2,5% e le bollette del 5%. Considerate, ora, che l’andamento di quell’impresa corrisponda all’andamento medio delle pmi descritto dall’ultima pubblicazione del TrendEr di Cna. Nel terzo trimestre del 2012, dunque, quell’azienda ha fatturato 1 milione e 966mila euro. Il monte stipendi è sceso a 368.400 euro, e le spese per assicurazioni sotto i 46mila euro. Al contrario, i costi dei consumi energetici sono schizzati a 104.900 euro. Pertanto, l’incidenza dei salari sul fatturato è calata al 18,7%, mentre quella delle bollette è arrivata al 5,34%. E non è finita. Perché, per le piccole e medie aziende, «all’andamento congiunturale negativo, si aggiungono le preoccupazioni per il futuro a causa dell’incidenza ormai insopportabile di due fattori: l’eccessiva tassazione e la mancanza di credito», ha commentato, in verità usando parole non nuove, Paolo Govoni, che della Cna regionale è il presidente. «Stiamo cioè parlando di una vera e propria lotta per mantenere in vita migliaia di imprese, rispetto ad un futuro che non lascia ancora intravedere vie d’uscita certe».

                Pmi, la recessione erode i fatturati Eppure le bollette seguitano a salire


                  Cna: l’osservatorio TrendEr dipinge un quadro amaro

                  Le pmi dell’Emilia-Romagna sono in crisi? A guardare dall’andamento dei fatturati, si direbbe di sì. Eppure i costi per le bollette, anziché adeguarsi ai mutamenti del potere d’acquisto che contagiano pure le aziende, aumentano. Lo rivela l’ultimo aggiornamento di TrendER, osservatorio congiunturale della Cna regionale e Banche di credito cooperativo. Come in molte indagini che escono in questi giorni, i dati sono relativi al terzo trimestre dello scorso anno; ma è davvero difficile ipotizzare un’inversione di tendenza nell’ultimo quarto. Nel terzo quarto del 2012, il fatturato aggregato dei piccoli artigiani è sceso dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Ma, andando a scorporare il dato, c’è una realtà ancora più allarmante: le esportazioni, vero polmone d’acciaio del tessuto produttivo locale, hanno segnato un -20,4%. Messe alle strette da una simile realtà, le pmi sono inevitabilmente costrette a tagliare. Tagliare, innanzittuto, sugli investimenti (-7,1%), che pagano anche la continua contrazione del credito. E poi ci sono i tagli alle spese correnti. Sia per gli stipendi sia per le assicurazioni, secondo il TrendEr di Cna, il calo tendenziale del 2012 era di quasi otto punti. Di voci che aumentano, invece, ve n’è solo una: i consumi, come spese telefoniche, elettricità e gas, forza motrice, carburanti e lubrificanti (+4.9%). Tale indicatore, peraltro, è in ascesa per l’11esimo trimestre di fila. E ora: siccome è difficile, vista la crisi, che le pmi aumentino i volumi di gas o elettricità richiesti, è inevitabile pensare che il problema risieda nell’aumento dei costi unitari. Il metro cubo di metano, o il kilowattora dell’energia elettrica, sono più cari rispetto al 2011. Il sintomo, questo, di un mercato, quello dell’energia, chiaramente imperfetto: dove i fornitori dei servizi beneficiano di rendite di posizione, sfruttando posizioni monopolistiche o comunque posizioni dominanti. Se i tagli ai salari sono dunque effettuati nell’ottica di mantenere i margini, il prezzo dei servizi energetici vanifica tale sforzo (vedere la simulazione nell’articolo sottostante). Anche sulla crisi, insomma, c’è chi fa la cresta. Fino a quando, forse, non ci sarà più niente da arraffare. nNicola Tedeschini

                  Il problema in cifre


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