Il giorno dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Sandeep a Coscogno, restano dolore, incredulità e una comunità ancora sotto shock. Sarà l’autopsia a stabilire l’esatta causa della morte del 30enne di origine indiane di cui si erano perse le tracce dal 30 luglio scorso. Dai primi riscontri medico-legali sembra che il giovane sia deceduto sul colpo, a causa della rottura dell’osso del collo provocata da un violento impatto contro un albero dopo essere uscito di strada mentre era in sella alla sua e-bike. L’incidente sarebbe avvenuto mercoledì sera, lungo una curva in discesa su via Casa Betta, una strada stretta e isolata che Sandeep conosceva bene. La sua bicicletta è stata ritrovata accanto al corpo con la ruota anteriore piegata, l’uscita di strada improvvisa, potrebbe essere stata causata dalla velocità o da un ostacolo improvviso. Nessuno ha assistito all’accaduto ed è lì che per quattro giorni Sandeep è rimasto privo di vita. Dalle condizioni in cui è stata ritrovata la salma pare che il giovane sia morto sul colpo nel momento dell’incidente. La certezza si avrà però solo dall’autopsia, che il pm Paola Campilongo incaricata dal procuratore capo Luca Masini ha disposto immediatamente dopo il ritrovamento. Per giorni, amici, parenti e volontari lo hanno cercato senza sosta. A ritrovarlo, ieri mattina, è stata Erika Bernardoni, la figlia del titolare dell’azienda agricola dove Sandeep lavorava. Originario dell’India, viveva in Italia da circa due anni e mezzo, vicino ai parenti, e si era perfettamente integrato nella vita quotidiana dell’azienda agricola. Il suo corpo è stato trasferito a Modena, dove si attende ora l’autopsia per confermare definitivamente le cause del decesso. Nel frattempo, il pensiero corre ai genitori, in India, ancora ignari della tragedia.
L’APPENNINO CORRE, VERSO UN FERRAGOSTO DA TUTTO ESAURITO
La montagna modenese torna a vivere una stagione estiva in netta ripresa, grazie a un +10% di presenze registrato a giugno e a un Ferragosto già annunciato come “sold out”. A spingere l’afflusso è stato soprattutto il caldo anomalo in pianura, che ha spinto turisti di ogni età a cercare frescura e attività all’aria aperta in quota. A rilevarlo, i dati preliminari di Confesercenti Modena. Luglio si conferma stabile rispetto all’anno scorso, grazie anche ai campus sportivi estivi che hanno mantenuto intatto il loro richiamo. Un turismo dinamico e variegato, che vede protagonisti giovani sportivi in cerca di fine settimana lunghi di tre-quattro giorni, dedicati al movimento e alla scoperta del territorio, affiancati da famiglie con anziani e bambini che preferiscono soggiorni più lunghi e rilassanti. Secondo la presidente di Assohotel Confesercenti Modena, Gabriella Gibertini, la crescita dei pernottamenti medi conferma un turismo dinamico che richiede servizi adeguati. Per consolidare e valorizzare questi risultati, è necessario investire in infrastrutture sportive e in campagne promozionali, lavorando in sinergia con il territorio per offrire esperienze sempre più coinvolgenti e attrattive. I dati definitivi della stagione saranno disponibili solo a fine estate, ma il trend attuale evidenzia un rilancio significativo della montagna modenese come meta turistica.
WEST NILE IN E-R, SORVEGLIANZA ATTIVA, MA CIRCOLAZIONE CONTENUTA
Nel video l’intervista ad Alessandra Fantuzzi, Direttore dell’Igiene pubblica Ausl
Il primo caso dell’anno in Emilia-Romagna di infezione da West Nile Virus è stato registrato il 2 luglio a Modena. Proprio per questo, l’Istituto Superiore di Sanità ha inserito la provincia tra le “zone rosse”. Si tratta però di una misura prevista dalla procedura nazionale e non deve generare allarmismo. Lo evidenzia anche il Piano regionale di sorveglianza e controllo 2025, secondo cui la circolazione delle arbovirosi trasmesse da zanzare risulta più contenuta rispetto agli anni precedenti. Ma non per questo meno monitorata. A Modena, un’ordinanza prevede trattamenti adulticidi settimanali nelle aree verdi e interventi larvicidi porta a porta ogni 20 giorni, fino a inizio ottobre, in una fascia di 200 metri attorno alle aree delle manifestazioni. Il virus, presente stabilmente in regione dal 2008, ha causato un solo caso con encefalite e due casi asintomatici individuati tramite screening sui donatori. Nessun caso febbrile né decesso. Ma la sorveglianza ora si intensifica. Intanto, proseguono regolarmente le donazioni di sangue, tutte testate per gli arbovirus. Oltre a West Nile, in Emilia-Romagna si sono registrati tre casi autoctoni di Dengue e due di Chikungunya, a fronte rispettivamente di dieci e cinque casi importati. Nessuna infezione da Zika è stata rilevata.
ARTE IN TABACCHERIA, VIAGGIO NELLE OPERE NAIF DI LUIGI CAMELLINI
Nelle sue tele si cammina scalzi tra i ricordi, si respira un’Italia che non c’è più: corti, fontane, volti sinceri. Ma non è solo nostalgia. Sullo sfondo affiorano palazzi, ciminiere, rottami. Perché Camellini racconta anche il dolore del cambiamento, il presente in cui “conta più l’apparire che l’essere”. Eppure, nei suoi colori, c’è sempre una via d’uscita, una speranza per un mondo migliore. Cinquant’anni di pittura naïf, nati dall’urgenza di salvare ciò che scompare: l’infanzia, la vita semplice, i sentimenti veri. Otto sue tele sono esposte alla Tabaccheria Vento, in via del Perugino. Nato a Novellara nel 1951, Camellini dipinge dal ‘74. Invece di scrivere un diario, ha preso i colori. Lavora con l’acrilico su tela, rapido e intenso, ma la forza è nello sguardo: quello di un bambino, anche quando racconta l’amarezza. Ha esposto in Italia e all’estero, ricevendo riconoscimenti importanti, tra cui la medaglia d’onore al valore artistico del Presidente della Repubblica e il primo premio al concorso internazionale naïf di Varenna. Ma il successo non ha scalfito l’autenticità della sua arte, rimasta fedele alla vita vera: alla terra, alle case, all’acqua — che ha controllato per anni come tecnico ARPA — e, più di tutto, alla gente. La mostra è visitabile fino al 30 agosto.
GRUPPO VERDE: VOLONTARI AL LAVORO PER RECUPERARE TAVOLI E PANCHINE
Nel servizio l’intervista a Franco Monzani, volontario Gruppo Verde
Due tavoli con sedute completamente ripristinati e sei panchine senza schienale sistemate: sono gli ultimi interventi di manutenzione realizzati al parco del laghetto di Modena Est e al parco Amendola grazie all’impegno dei volontari del Gruppo verde e panchine del Comitato anziani e orti Sant’Agnese e San Damaso.
Il gruppo, nato nel 2012, è cresciuto negli anni fino a coinvolgere oltre 50 volontari, in gran parte pensionati, che si occupano di recuperare e rimettere a nuovo arredi urbani danneggiati o degradati. Ogni anno realizzano circa 350 interventi. Ad oggi sono circa 2.000 le panchine da loro restaurate. Interpellato da amministrazione comunale, quartieri e cittadini, il Gruppo Verde è già pronto per nuovi interventi dopo la pausa estiva
ESTATE E SOLE, COME PROTEGGERE DAVVERO LA NOSTRA PELLE
Nel video, l’intervista alla Dott.ssa Caterina Longo, Direttore della Dermatologia al Policlinico
Abbronzatura dorata, pelle luminosa, ore all’aria aperta: il sole estivo promette bellezza e benessere. Ma dietro questa luce c’è un rischio invisibile che cresce ad ogni esposizione sbagliata. Il sole è il principale acceleratore dell’invecchiamento cutaneo e uno dei fattori chiave nello sviluppo dei tumori della pelle. Per questo proteggersi è fondamentale. Il primo alleato? La crema solare. Un altro errore frequente è sfidare le ore più calde: tra le 11 e le 16, meglio restare all’ombra. Infine, mai ignorare i segnali della pelle: un neo che cambia o una macchia sospetta vanno controllati. Bastano pochi minuti al sole per fare scorta di vitamina D, senza rischi per la pelle.
DASPO URBANO: 25ENNE NON PUO’ PIU’ ENTRARE IN 31 ESERCIZI
Non potrà più mettere piede nei locali del centro di Vignola per tre anni: un 25enne è stato colpito da daspo urbano dopo aver seminato il panico in un bar, ubriaco e minaccioso, lo scorso 13 luglio. I Carabinieri, intervenuti tempestivamente, hanno raccolto prove decisive che hanno portato il Questore di Modena a emettere la misura preventiva. Già noto per comportamenti molesti, ora gli è vietato l’accesso a 31 esercizi pubblici nelle ore serali e notturne.
ATTENTATO A BOLOGNA, ZUPPI: “GLI ASSASSINI CHIEDANO PERDONO”
Per non restare assassini, è un dovere chiedere perdono e aiutare a fare verità”. E’ il monito lanciato oggi dal cardinale Matteo Zuppi, presidente Cei e arcivescovo di Bologna, che ha celebrato questa mattina nella chiesa di San Benedetto la messa in ricordo delle vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980. “Oggi ci sentiamo tutti familiari delle vittime- dice Zuppi durante l’omelia- e tutta la città si fa parte civile, allora e oggi, per affrontare quelle ferite, per comprenderne le cause, per combattere il male e non abbandonarsi mai alla violenza. Dobbiamo ringraziare l’insistenza dei familiari, e viene da dire: se non ci fosse stata… Ci dovremmo preoccupare, cioè, di quando ci arrendiamo di fronte alla nebbia, quando non cerchiamo la verità e la giustizia. Facilmente ci si sarebbe arresi, se non per il desiderio di giustizia e amore di coloro che hanno subito questa ingiustizia”. Ora, invece, “si conoscono i nomi- sottolinea il cardinale- i responsabili, l’ideologia. Anche se manca sempre una parte di chiarezza e di giustizia, per riparare quello che la violenza ha distrutto”. Zuppi quindi ammonisce: “Per non restare solo assassini, è un dovere chiedere perdono e aiutare a fare verità, per chiudere con la violenza e le sue cause. La ricerca della verità consente di ricostruire i fatti e le responsabilità, è un modo per vincere il male”. In un altro passaggio dell’omelia, il cardinale rimarca: “Non è Dio che abbandona l’uomo. E’ l’uomo che abbandona l’uomo. E’ l’uomo che prepara la strage, che profana la vita e Dio. E Dio fa sue quelle croci. Gesù non resta distante e non è per nessuno un problema collaterale, come pensano invece sempre gli autori delle stragi, decidendo della vita del loro prossimo, bestemmiando Dio”.
La croce, afferma ancora Zuppi nel corso dell’omelia, “è la strage di Gesù. E ci ricorda anche la strage di tanti suoi fratelli più piccoli, come lui affamati, spogliati, assetati, torturati e stranieri per un mondo indifferente”. L’arcivescovo di Bologna fa quindi un parallelo tra il racconto evangelico della morte di Gesù e il 2 agosto 1980. “A mezzogiorno si fece buio su tutta la Terra- cita il passo dei Vangeli il cardinale- come si fece buio alle 10.25 in stazione, quando tutto crollò. E non posso dimenticare gli occhi di chi uscì da quel buio”. Poi esorta: “Guardate le età delle vittime. Quanti anni rubati”.
Alle 10.25 del 2 agosto 1980 “il tempo si è fermato- continua Zuppi- ma non solo per le 85 persone che hanno perso la vita: per i sopravvissuti, per chi ha perso una persona amata. Il tempo aiuta ad allargare lo sguardo, ma non è la guarigione. La guarigione è l’amore, e la vittoria sul male”. E’ ciò che ogni anno, dopo 45 anni dalla strage, “ci fa ritrovare qui in tanti- afferma il cardinale- quella terribile ingiustizia ci ha unito e ci continua a unire, per combattere sia quella stessa ingiustizia sia tutte le trame del male”. Perchè la memoria del 2 agosto 1980, sottolinea il presidente Cei, “ci aiuta anche a ricordare i tanti eventi e i tanti nomi di stragi che non vengono ricordati”.
La solidarietà della città intera per le vittime della strage alla stazione, chiosa Zuppi, “è poi diventata ricerca di giustizia. Non ideologica, ma reale”.
2 AGOSTO, CONTESTATA LA MINISTRA BERNINI: “NON SI FACCIA PORTAVOCE DEL GOVERNO”
Contestazione alla fine dell’intervento della ministra Anna Maria Bernini durante la cerimonia per il 45esimo anniversario della strage di Bologna. “Ministro non si faccia portavoce del Governo, possiamo anche credere al suo personale sentimento di vicinanza ai familiari delle vittime ma non crediamo alla solidarietà del Governo”, ha urlato un uomo nel cortile del Comune. “Quarantacinque anni fa fu una strage di mano fascista- ha continuato l’uomo, strappando un fragoroso applauso dei presenti- con il coinvolgimento della P2 e con esplosivo provenienti da basi Nato”. E oggi “il Governo continua con leggi fascistissime come il decreto Sicurezza” e “continua con la complicità con la Nato”, ha poi urlato l’uomo, che ha anche aperto uno striscione di carta sempre contro il Governo. Poi è stato invitato ad allontanarsi da alcuni agenti in borghese. L’uomo indossava una maglietta contro la Nato.