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ARTE IN TABACCHERIA, VIAGGIO NELLE OPERE NAIF DI LUIGI CAMELLINI


Nelle sue tele si cammina scalzi tra i ricordi, si respira un’Italia che non c’è più: corti, fontane, volti sinceri. Ma non è solo nostalgia. Sullo sfondo affiorano palazzi, ciminiere, rottami. Perché Camellini racconta anche il dolore del cambiamento, il presente in cui “conta più l’apparire che l’essere”. Eppure, nei suoi colori, c’è sempre una via d’uscita, una speranza per un mondo migliore. Cinquant’anni di pittura naïf, nati dall’urgenza di salvare ciò che scompare: l’infanzia, la vita semplice, i sentimenti veri. Otto sue tele sono esposte alla Tabaccheria Vento, in via del Perugino. Nato a Novellara nel 1951, Camellini dipinge dal ‘74. Invece di scrivere un diario, ha preso i colori. Lavora con l’acrilico su tela, rapido e intenso, ma la forza è nello sguardo: quello di un bambino, anche quando racconta l’amarezza. Ha esposto in Italia e all’estero, ricevendo riconoscimenti importanti, tra cui la medaglia d’onore al valore artistico del Presidente della Repubblica e il primo premio al concorso internazionale naïf di Varenna. Ma il successo non ha scalfito l’autenticità della sua arte, rimasta fedele alla vita vera: alla terra, alle case, all’acqua — che ha controllato per anni come tecnico ARPA — e, più di tutto, alla gente. La mostra è visitabile fino al 30 agosto.

GRUPPO VERDE: VOLONTARI AL LAVORO PER RECUPERARE TAVOLI E PANCHINE


Nel servizio l’intervista a Franco Monzani, volontario Gruppo Verde

Due tavoli con sedute completamente ripristinati e sei panchine senza schienale sistemate: sono gli ultimi interventi di manutenzione realizzati al parco del laghetto di Modena Est e al parco Amendola grazie all’impegno dei volontari del Gruppo verde e panchine del Comitato anziani e orti Sant’Agnese e San Damaso.

Il gruppo, nato nel 2012, è cresciuto negli anni fino a coinvolgere oltre 50 volontari, in gran parte pensionati, che si occupano di recuperare e rimettere a nuovo arredi urbani danneggiati o degradati. Ogni anno realizzano circa 350 interventi. Ad oggi sono circa 2.000 le panchine da loro restaurate. Interpellato da amministrazione comunale, quartieri e cittadini, il Gruppo Verde è già pronto per nuovi interventi dopo la pausa estiva

 

ESTATE E SOLE, COME PROTEGGERE DAVVERO LA NOSTRA PELLE


    Nel video, l’intervista alla Dott.ssa Caterina Longo, Direttore della Dermatologia al Policlinico

    Abbronzatura dorata, pelle luminosa, ore all’aria aperta: il sole estivo promette bellezza e benessere. Ma dietro questa luce c’è un rischio invisibile che cresce ad ogni esposizione sbagliata. Il sole è il principale acceleratore dell’invecchiamento cutaneo e uno dei fattori chiave nello sviluppo dei tumori della pelle. Per questo proteggersi è fondamentale. Il primo alleato? La crema solare. Un altro errore frequente è sfidare le ore più calde: tra le 11 e le 16, meglio restare all’ombra. Infine, mai ignorare i segnali della pelle: un neo che cambia o una macchia sospetta vanno controllati. Bastano pochi minuti al sole per fare scorta di vitamina D, senza rischi per la pelle.

    DASPO URBANO: 25ENNE NON PUO’ PIU’ ENTRARE IN 31 ESERCIZI


    Non potrà più mettere piede nei locali del centro di Vignola per tre anni: un 25enne è stato colpito da daspo urbano dopo aver seminato il panico in un bar, ubriaco e minaccioso, lo scorso 13 luglio. I Carabinieri, intervenuti tempestivamente, hanno raccolto prove decisive che hanno portato il Questore di Modena a emettere la misura preventiva. Già noto per comportamenti molesti, ora gli è vietato l’accesso a 31 esercizi pubblici nelle ore serali e notturne.

     

    ATTENTATO A BOLOGNA, ZUPPI: “GLI ASSASSINI CHIEDANO PERDONO”


    Per non restare assassini, è un dovere chiedere perdono e aiutare a fare verità”. E’ il monito lanciato oggi dal cardinale Matteo Zuppi, presidente Cei e arcivescovo di Bologna, che ha celebrato questa mattina nella chiesa di San Benedetto la messa in ricordo delle vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980. “Oggi ci sentiamo tutti familiari delle vittime- dice Zuppi durante l’omelia- e tutta la città si fa parte civile, allora e oggi, per affrontare quelle ferite, per comprenderne le cause, per combattere il male e non abbandonarsi mai alla violenza. Dobbiamo ringraziare l’insistenza dei familiari, e viene da dire: se non ci fosse stata… Ci dovremmo preoccupare, cioè, di quando ci arrendiamo di fronte alla nebbia, quando non cerchiamo la verità e la giustizia. Facilmente ci si sarebbe arresi, se non per il desiderio di giustizia e amore di coloro che hanno subito questa ingiustizia”. Ora, invece, “si conoscono i nomi- sottolinea il cardinale- i responsabili, l’ideologia. Anche se manca sempre una parte di chiarezza e di giustizia, per riparare quello che la violenza ha distrutto”. Zuppi quindi ammonisce: “Per non restare solo assassini, è un dovere chiedere perdono e aiutare a fare verità, per chiudere con la violenza e le sue cause. La ricerca della verità consente di ricostruire i fatti e le responsabilità, è un modo per vincere il male”. In un altro passaggio dell’omelia, il cardinale rimarca: “Non è Dio che abbandona l’uomo. E’ l’uomo che abbandona l’uomo. E’ l’uomo che prepara la strage, che profana la vita e Dio. E Dio fa sue quelle croci. Gesù non resta distante e non è per nessuno un problema collaterale, come pensano invece sempre gli autori delle stragi, decidendo della vita del loro prossimo, bestemmiando Dio”.
    La croce, afferma ancora Zuppi nel corso dell’omelia, “è la strage di Gesù. E ci ricorda anche la strage di tanti suoi fratelli più piccoli, come lui affamati, spogliati, assetati, torturati e stranieri per un mondo indifferente”. L’arcivescovo di Bologna fa quindi un parallelo tra il racconto evangelico della morte di Gesù e il 2 agosto 1980. “A mezzogiorno si fece buio su tutta la Terra- cita il passo dei Vangeli il cardinale- come si fece buio alle 10.25 in stazione, quando tutto crollò. E non posso dimenticare gli occhi di chi uscì da quel buio”. Poi esorta: “Guardate le età delle vittime. Quanti anni rubati”.
    Alle 10.25 del 2 agosto 1980 “il tempo si è fermato- continua Zuppi- ma non solo per le 85 persone che hanno perso la vita: per i sopravvissuti, per chi ha perso una persona amata. Il tempo aiuta ad allargare lo sguardo, ma non è la guarigione. La guarigione è l’amore, e la vittoria sul male”. E’ ciò che ogni anno, dopo 45 anni dalla strage, “ci fa ritrovare qui in tanti- afferma il cardinale- quella terribile ingiustizia ci ha unito e ci continua a unire, per combattere sia quella stessa ingiustizia sia tutte le trame del male”. Perchè la memoria del 2 agosto 1980, sottolinea il presidente Cei, “ci aiuta anche a ricordare i tanti eventi e i tanti nomi di stragi che non vengono ricordati”.
    La solidarietà della città intera per le vittime della strage alla stazione, chiosa Zuppi, “è poi diventata ricerca di giustizia. Non ideologica, ma reale”.

    2 AGOSTO, CONTESTATA LA MINISTRA BERNINI: “NON SI FACCIA PORTAVOCE DEL GOVERNO”


    Contestazione alla fine dell’intervento della ministra Anna Maria Bernini durante la cerimonia per il 45esimo anniversario della strage di Bologna. “Ministro non si faccia portavoce del Governo, possiamo anche credere al suo personale sentimento di vicinanza ai familiari delle vittime ma non crediamo alla solidarietà del Governo”, ha urlato un uomo nel cortile del Comune. “Quarantacinque anni fa fu una strage di mano fascista- ha continuato l’uomo, strappando un fragoroso applauso dei presenti- con il coinvolgimento della P2 e con esplosivo provenienti da basi Nato”. E oggi “il Governo continua con leggi fascistissime come il decreto Sicurezza” e “continua con la complicità con la Nato”, ha poi urlato l’uomo, che ha anche aperto uno striscione di carta sempre contro il Governo. Poi è stato invitato ad allontanarsi da alcuni agenti in borghese. L’uomo indossava una maglietta contro la Nato.

    ESODO DI AGOSTO: PAURA PER IL TRAFFICO, MA A MODENA E’ SCORREVOLE


    L’esodo estivo è entrato nel suo “clou”: agosto è il mese per eccellenza del grande traffico e questo primo fine settimana si tinge di “nero”. Oltre 13 milioni di veicoli sono attesi in movimento tra oggi e domani, secondo i dati dell’Osservatorio Mobilità Stradale di Anas. Le direttrici più congestionate sono quelle verso il mare, in particolare lungo l’A1 in direzione Sud, e verso la montagna, lungo l’A22. Sino a questa mattina, però i viaggiatori, nonostante le previsioni, hanno incontrato pochi disagi. La giornata più critica secondo Anas era oggi, con bollino nero al mattino e bollino rosso nel pomeriggio.

    MODENA IN ATTESA, CREMONESE RIFÀ LE FASCE. SERNICOLA POSSIBILE INNESTO


    Il mercato estivo entra nel vivo e il Modena resta alla finestra, in attesa che si sblocchi il rebus legato agli esterni della Cremonese. Al centro dell’attenzione c’è Leonardo Sernicola, nome caldo in casa gialloblù e unico obiettivo in entrata per il ds Catellani in queste settimane. L’affondo del dirigente emiliano è già arrivato nei giorni scorsi, ma per la fumata bianca serve ancora il via libera di Nicola, nuovo allenatore grigiorosso, impegnato a plasmare una squadra a sua immagine con il 3-5-2. La Cremonese, infatti, sta intervenendo in maniera profonda sulle corsie laterali, strategiche nel nuovo scacchiere tattico: a sinistra sono arrivati Pezzella e Zerbin, mentre a destra si punta su Floriani Mussolini e su Terracciano, in trattativa con il Milan. Se quest’ultimo affare si chiuderà, Sernicola potrà partire. Nel frattempo, sul mercato in uscita, i canarini registrano novità importanti. Niang ha già esordito in amichevole con il Gubbio, Di Stefano è vicino alla Torres e Giovannini resta nel mirino della Virtus Verona. Catellani lavora per chiudere queste operazioni e concentrarsi poi sui casi più spinosi: Strizzolo e Oukhadda, ancora da piazzare. Infine, sul fronte esterni, si è arenata la trattativa tra il Padova e Cotali, ex Frosinone. Il Modena aveva dato l’ok al trasferimento, ma le richieste economiche del giocatore hanno fatto naufragare l’operazione. I biancoscudati hanno così virato sugli svincolati, ingaggiando Antonio Barreca.

    VIOLENZA A TABINA, GIOVANE A PROCESSO: RISPONDERA’ DI TENTATO OMICIDIO


    Il tribunale per i Minorenni di Bologna ha accolto la richiesta della Procura e ha disposto il giudizio immediato nei confronti del giovane accusato di aver aggredito una 65enne a Tabina di Magreta. Il processo per il ragazzo, 17enne all’epoca dei fatti e da poco tempo diventato maggiorenne, inizierà il primo ottobre. Pesanti le accuse a cui dovrà rispondere: tentato omicidio, violenza sessuale e rapina pluriaggravati. L’aggressione che sconvolse il comune di Formigine avvenne lo scorso 15 aprile, lungo la pista ciclabile di via Tomaselli. Secondo la ricostruzione, la 65enne era stata aggredita in mezzo alla strada mentre faceva jogging ed era stata costretta a subire atti sessuali, è stata malmenata e rapinata di una fede in oro. Secondo la Procura il giovane avrebbe stretto lo scaldacollo che la donna indossava nel tentativo di soffocarla. Il 17enne avrebbe smesso solo quando alcuni passanti sono intervenuti sentendo le urla della donna. I capi d’accusa risultano aggravati dal fatto che la vittima è ultrasessantacinquenne. Il giovane sarà chiamato a rispondere davanti ai giudici del Tribunale dei minori di Bologna

    STRAGE DI BOLOGNA, 45 ANNI FA L’ESPLOSIONE ALLA STAZIONE DEI TRENI


    Nel video le interviste a:

    • Paolo Bolognesi, Presidente Associazione Familiari delle Vittime
    • Francesca Maletti, Vicesindaca di Modena

    Quest’anno i tre fischi che ricordano la strage sono arrivati con tre minuti di ritardo in una piazza Medaglie d’Oro gremita. Il suono simbolo della commemorazione di chi perse la vita il 2 agosto del 1980 ha lasciato il tempo a Paolo Bolognesi di finire il suo lungo discorso, l’ultimo da presidente dell’Associazione Familiari delle vittime. Un discorso in cui ancora una volta, senza se e senza ma, è stata sottolineata la matrice neofascista di quella strage, che costò la vita a 85 persone e che causò oltre 200 feriti. Una verità confermata anche in Cassazione dall’ergastolo a Paolo Bellini, condannato in via definitiva per aver partecipato all’attentato. Una verità arrivata dopo anni di depistaggi e di lotte da parte dei familiari, che ora chiedono una ferma condanna della matrice fascista da parte dell’intero Governo. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lasciato un messaggio alla piazza, parlando della strage come di un “segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile”. La memoria è stata rinnovata con il tradizionale corteo partito da piazza Maggiore e terminato davanti alla stazione dei treni, in piazza Medaglie d’Oro, dove si sono susseguiti gli interventi sul palco. A seguire, le deposizioni di corone d’alloro nella sala d’attesa della stazione, dove sono elencati i nomi di tutte le vittime e al cippo che ricorda il ferroviere Silver Sirotti, deceduto nella strage dell’Italicus. In piazza c’era anche Modena, con i suoi gonfaloni. Il nostro territorio piange tre vittime: Laura Bergianti, Tino Lugli e Carla Gozzi.

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