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Subito dopo le scosse


    TRA POST-SISMA E FUTURO


      Chiesa di S. Felice, rimosse finalmente tutte le macerie


        Ora lo studio dei prossimi interventi

        «Sono concluse le operazioni di rimozione delle macerie iniziate il 19 agosto scorso nella chiesa parrocchiale di San Felice sul Panaro. In soli 37 giorni sono stati rimossi 1.800 metri cubi di macerie e accantonati, dopo un’attenta selezione, 200 tonnellate di materiale edilizio e di carpenteria lignea». Ad annunciarlo è la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna. Tutto il materiale rimosso, già ordinato e selezionato provvisoriamente, potrà «raggiungere la prossima settimana l’area di stoccaggio individuata dal Comune». A 16 mesi dalle devastanti scosse, è quindi stata finalmente liberata «anche l’area absidale mettendo in luce l’altare ed il retrostante coro ligneo che, insieme ai quattro confessionali, verrà rimosso nei prossimi giorni». Sono stati recuperati anche il crocefisso ligneo e diversi elementi decorativi che raggiungeranno il ‘Centro di raccolta delle opere danneggiate dal terremoto e cantiere di primo intervento, manutenzione e restauro dei beni artistici mobili’ che la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologigci delle province di Modena e Reggio Emilia hanno attivato presso il Palazzo Ducale di Sassuolo. Sono state inoltre recuperate numerose parti dell’antico organo Traeri (XVIII Sec.) gravemente danneggiato dagli ingenti crolli che hanno interessato l’edificio. Sia frammenti lignei che porzioni di canne di piombo sono stati ordinati e riposti al sicuro. Tutti i lavori eseguiti sono stati finanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che per lo studio e la progettazione dei prossimi interventi di sicurezza ha attivato una collaborazione con l’Università Iuav dei Venezia. Gli interventi consisteranno «nel rilievo dei resti della chiesa, nella messa in sicurezza dei muri perimetrali e, in un secondo tempo, nella realizzazione delle prime coperture della chiesa». Con la totale rimozione delle macerie è stato fatto dunque un primo fondamentale passo verso la ricostruzione. Ricostruzione che dovrà riguardare gran parte del patrimonio storico-religioso della bassa, ma anche della città. I dati inerenti ai danni causati dal terremoto sono infatti da bollettino di guerra. Le devastanti scosse hanno infatti arrecato danni in 54 parrocchie e colpito oltre 100 edifici, 59 chiese e 33 campanili. Di essi 8 chiese ed 8 campanili sono crollati; 16 chiese e 7 campanili sono invece risultati parzialmente lesionati; i restanti edifici sono risultati comunque in condizioni gravi ed inagibili. Secondo le squadre del Mibac, i danni totale ammontano a 106 milioni di euro. La stima della diocesi modenese è invece quasi il doppio: 200 milioni. Trovare un equilibrio non sarà facile.

        Nina Moric incanta in passerella


          Moda e glamour sono stati protagonisti domenica sera alla Florim Gallery di Fiorano. Ad animare la splendida location è stata la sfilata del fashion store Maria Grazia Severi con la collezione autunno-inverno. Ospite d’eccezione la modella croata Nina Moric che oltre a sfilare in passerella ha posato al fianco della nuova BMW serie 4.

          Wi-fi, in periferia va a singhiozzo


            Parlare di digital divide è forse eccessivo, ma scoprire che alcune zone periferiche modenesi sono prive di copertura wi-fi fa riflettere. Mulini Nuovi. Vaciglio. Villanova. Salvo D’Acquisto. Sono solo quattro esempi di aree dove il servizio è presente a singhiozzo. Il problema è noto da tempo e già nel 2009 fu oggetto di discussione in Consiglio comunale con alcuni odg e interpellanze bipartisan. A distanza di quattro anni il disagio resta ed è nuovamente oggetto di un’interrogazione presentata ieri dalla consigliera Sandra Poppi di Modenasaluteambiente. «Risulta all’interrogante – si legge nel documento – che in alcune zone del periferia e frazioni della città la copertura della linea Adsl, da parte dei gestori che operano a Modena, è ancora gravemente insufficiente». In particolare a soffrire maggiormente l’assenza della rete è l’area abitativa Mulini Nuovi a ridosso dalla frazione di Albareto, una ventina di famiglie che può accedere alla rete soltanto con escamotage quali chiavette e cellulari. «Parliamo delle più estreme propaggini del nucleo urbano che sono ancora tagliate fuori dal servizio», dice a proposito il consigliere Vittorio Ballestrazzi, autore di una delle interrogazioni sul tema nel 2009. Di chi è la colpa? Additare solo l’amministrazione non sarebbe giusto, perché a giocare un ruolo fondamentale è il gestore telefonico, ma certamente il Comune può agevolare la soluzione del problema. «Che cosa è stato fatto dal 2009 ad oggi? – chiede la Poppi nell’ interrogazione – Quali sono le soluzioni che l’amministrazione comunale ha intenzione di attuare per eliminare definitivamente il grave disservizio dei cittadini modenesi che risiedono e lavorano nelle frazioni e nella periferia?». Rispetto a quattro anni fa è sicuramente risolta la questione del wi-fi in centro storico, ora accessibile da chiunque e senza zone d’ombra. Per quanto riguarda la periferia, invece, l’assessore Poggi aveva ricondotto il disservizio alle difficoltà di copertura dell’operatore telefonico, compreso l’assenza di cabine e strumentazioni sufficienti per rispondere a tutte le esigenze dei cittadini. «Quello che può fare l’amministrazione – sottolineava Poggi – è trovare gli spazi dove mettere le antenne e cercare di far incontrare domanda e offerta». Tradotto: il Comune può agevolare l’espansione della rete, ma non farsi carico della sua installazione. Quanto ha fatto, però, per agevolare questo passaggio? La risposta dovrà darla il sindaco in aula, tenendo ben presente come quattro anni siano davvero un’eternità quando si parla di internet e immaginare che alcuni cittadini siano tagliati fuori dal web, strumento essenziale anche per dialogare col Comune , lascia perlomeno perplessi. (vi.ma)

            Piazza Roma, sì al mercato ma con riserva


              Gli antiquari preferiscono Ghirlandina e Novi Sad

              Evento riuscito, ma meglio le sedi originarie. E’ questa la convinzione predominante il giorno dopo il grande mercato dell’antiquariato in piazza Roma, creato dal matrimonio fra il ‘Mercantico’ e ‘L’antiquariato e gli antichi mestieri’, rispettivamente in piazza Grande e Novi Sad. La due giorni nello scorso week-end è stata, in pratica, il primo tentativo dell’amministrazione per convincere i modenesi della bontà della futura pedonalizzazione. Nelle intenzioni del Comune, infatti, l’area davanti l’Accademia dovrà ospitare appuntamenti che possano donare a piazza Roma una vocazione precisa. Nonostante il maltempo, il flusso di appassionati e curiosi è stato importante, segno di come proposte mirate sappiano attirare gente da ogni dove. Ma se questo ultimo aspetto non era in discussione, il vero nodo da risolvere resta quello della vocazione quotidiana della piazza che per commercianti e residenti è a rischio desertificazione. Detto questo, si apre un altro piccolo grande problema: ovvero il rischio di traslocare in piazza Roma appuntamenti che sono un tratto distintivo di altre zone cittadine. Insomma, è come il cane che si morde la coda: il Comune toglie da una parte per occupare altrove. «Il mercato dell’antiquariato di sabato e domenica è andato molto bene e gli operatori sono rimasti molto contenti», conferma William Cassanelli del consorzio Mercantico, che se da una parte ribadisce «l’importanza di avere riunito le due realtà», dall’altra è convinto che «piazza Grande resti per noi lo spazio più adatto e conosciuto dalla gente». Va bene considerare piazza Roma «come sede per edizioni straordinarie, magari con tematiche precise, ma logisticamente resta preferibile lo spazio a ridosso del Duomo perché è meno dispersivo». E a segnalare questo ‘malessere’ sono stati gli stessi operatori. «Alcuni antiquari – continua Cassanelli – hanno notato che molti visitatori si dirigevano verso via Farini ignorando il resto della piazza. Sotto la Ghirladina, invece, lo spazio è più chiuso e le persone sono spinte a visitare tutti i banchi». Della stessa idea Franco Muciaccia del consorzio Fiera Antiquaria, referente dell’esposizione al Novi Sad: « Piazza Roma è uno scenario suggestivo e il bilancio del week-end è molto positivo. Sono convinto, però, che il Novi Sad non vada svuotato di belle manifestazioni. Per lo stesso operatore è uno spazio più agevole perché può parcheggiare vicino il suo furgone per ricoverare le opere d’arte in caso di maltempo e altre esigenze improvvise. Siamo un mercato con una grande tradizione alle spalle, dove non ci sono hobbisti e tutti sono del mestiere, per questo va tutelato in tutti i modi». Considerazioni che promuovono piazza Roma come occasione straordinaria, ma non come forma di baratto dalle sedi originarie. Per carità, nel quadro delle polemiche che ruotano intorno alla futura pedonalizzazione parliamo di uno scoglio secondario, ma sono l’ennesima prova di come il progetto sia ancora profondamente work in progress. Il tutto mentre la delibera popolare per lo slittamento del progetto è già realtà e continuano ad addensarsi nubi sull’affidamento dei lavori e il rispetto della road map fissata dall’amministrazione. Tanti nodi che si sommano l’uno all’altro, giorno dopo giorno, creando non pochi grattacapi al Comune. nVincenzo Malara

              Le sberle nerazzurre hanno svegliato l’ambiente. Che ne ha fatto tesoro


                Sparite – o forse sarebbe meglio dire ‘narcotizzate’ – la rabbia e l’incazzatura della figuraccia contro l’Inter, verrebbe quasi da dire che le sonore sberle inflitte dai nerazzurri al Sassuolo una decina di giorni fa siano state salutari. Perché, al di là della siderale figuraccia e del record vergato sulle statistiche interiste (il Sassuolo rimarrà infatti nella storia dell’Inter per la più ampia vittoria esterna mai ottenuta dai nerazzurri, ricordiamolo), quella mazzata ha finito per risvegliare l’ambiente e l’ha reso consapevole che la Serie A è un’latra cosa, dove atteggiamento e umiltà contano almeno quanto le doti tecniche. E, per quanto non sia ancora arrivata la vittoria, il Sassuolo dopo la batosta di cui sopra pare realmente avere fatto tesoro di quanto accaduto in quel mezzogiorno di fuoco. Non è facile rialzarsi quando si è toccato il fondo, e farlo peraltro dopo poco tempo. Eppure, complici un cambio di sistema di gioco e una strigliata tanto aspra nei toni quanto matura nella sua disanima di Di Francesco, il Sassuolo in cinque giorni è riuscito a strappare il pareggio prima a Napoli, quindi in casa contro la Lazio. Non che la seconda potesse essere considerata una sfida impossibile, tutt’altro, ma sotto di due reti i neroverdi hanno avuto ciò che è mancato con l’Inter: si sono rimessi in carreggiata con l’orgoglio e con la testa, e in fondo avrebbero anche meritato di vincere, non fosse che già rimontare due gol può essere considerata una vittoria. Lo è sotto l’aspetto psicologico, senz’altro, ma purtroppo non nei punti, perché il Sassuolo è sempre lì, in fondo. Ma c’è di buono che, ora che si è svegliato e ha capito, può partire poco alla volta all’assalto di posizioni migliori, perché dal Genoa in giù nessuno corre (sei squadre sono racchiuse in appena tre punti, e quelle davanti non sono molto più in là) e questo significa che il tempo c’è. Piuttosto, fa specie che le altre neopromosse, Verona e Livorno, con i loro rispettivi 10 e 8 punti abbiano iniziato a mettere fieno in cascina garantendosi un piccolo margine di vantaggio da non sperperare. Ed entrambe hanno battuto proprio il Sassuolo, tra l’altro. E, allora, l’appuntamento adesso è a Parma: c’è un derby, e vincere la prima proprio al Tardini significherebbe parecchio. Anche per la classifica. (re.sp.)

                Così domenica a Reggio


                  SASSUOLO-LAZIO 2-2 Marcatori: 5’ st Dias (L), 9’ st Candreva (L), 10’ st Schelotto, 32’st Floro Flores (S) Sassuolo (3-5-2): Pegolo; Marzorati, Acerbi, Ziegler; Kurtic (30’ st Laribi), Magnanelli, Missiroli; Longhi, Schelotto; Berardi (18’ st Floro Flores), Zaza (34’ st Alexe). All.: Di Francesco Lazio (4-5-1): Marchetti; Cavanda (31’ st Cana), Ciani, Dias, Pereirinha; Candreva, Onazi (1’ st Gonzalez), Ledesma, Hernanes, Ederson (19’ st Biglia); Floccari. All.: Petkovic Arbitro: Banti di Livorno Assistenti: Grilli e De Luca (Borriello-Fabbri) Quarto uomo: Ghiandai Ammoniti: Zaza (S), Schelotto (S), Pereirinha (L) Note: recupero 3’ nel pt; 4’ nel st

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