Home Blog Pagina 10049

Un miracolo a Cinque Stelle: ammettono delle «leggerezze»


    Le spese pazze hanno coinvolto tutti i partiti presenti in Regione e nella black list non mancano i grillini. Il consigliere Andrea Defranceschi, indagato per peculato insieme a tutti i capigruppo, nega di aver scialacquato soldi pubblici e anzi chiede dimissioni a destra e a sinistra. Ma il collega Massimo Bugani, capogruppo dei 5 stelle in Comune a Bologna, ammette e denuncia leggerezze. Insomma Regionopoli è un ‘inchiesta della procura di Bologna sulle spese dei gruppi consiliari dell’Emilia Romagna, ma è pura la prova del nove per partiti nati e cresciuti a mani pulite e questione morale. Gli sbandieratori della buona politica. Peccato per il Pd che ci ha perso subito la faccia con il capogruppo dimissionario Marco Monari accusato di aver speso cifre folli in hotel e ristoranti di lusso; peccato per l’Italia dei Valori che si sta ancora curando le ferite per la vicenda parallela dell’ex capogruppo Paolo Nanni che organizzava congressi e convegni con ricchi buffet in corrispondenza dei compleanni di moglie e figlia. Peccato pure per i più puri dei puri: i grillini. Il consigliere Andrea Defranceschi giura di non avere sperperato neanche un centesimo pubblico. Eppure ieri Massimo Bugani, capogruppo dei 5 stelle in Comune a Bologna, ammette: « la spesa per un divano letto potevamo risparmiarcela, come Movimento Cinque Stelle mi dispiace che ci sia stata qualche leggerezza anche da parte nostra». Anche nel regno di Grillo spunta qualche ombra. La critica non è molto pesante per amore di movimento – Bugani sottolinea «mi sembra che Andrea Defranceschi stia uscendo a testa alta» – però «sui soldi non possiamo sbagliare, perchè è uno dei nostri cavalli di battaglia». Defranceschi relega le parole del compagno a «vecchia ruggine tra Bugani e Favia», il consigliere regionale che ha abbandonato i lidi grillini. Ma Bugani scavalca il divano letto dello scandalo e punta dritto sul lavoro del gruppo cioè che i Cinque Stelle non sia riusciti a far modificare in modo più stringente il regolamento dell’Assemblea legislativa sulle spese dei gruppi. «Sarebbe stato un passaggio importante- ammette Bugani – e mi dispiace se non è stato fatto dall’M5s o se non gliel’hanno permesso, non so come siano andate le cose». Con tutti i passi felpati del caso – la difesa di Andrea Defranceschi in primis – però anche tra i sostenitori di Grillo ci agitano dubbi. Arrivati, come per gli altri partiti, dopo l’inchiesta, i soldi spesi e il divano letto acquistato. (gbn)

    Schena, candidato che doveva perdere «Io ho parlato di falde e inceneritori»


      Il candidato che doveva perdere, il candidato scomodo che alla fine non è stato spinto neanche dai suoi. Giuseppe Schena, sindaco di Soliera, ieri si è tolto qualche sassolino dalle scarpe alla conferenza stampa per l’ufficializzazione del nuovo segretario provinciale del Pd, Lucia Bursi che si è imposta con il 64% dei voti, a cui ha indirizzato parole di stima. Ma le frecce tinte di amaro sono scoccate comunque contro certi spezzoni di partito: «Oltre ai meriti e allo spessore della candidata» è contata pure «la sua fedina politica, più pulita della mia». Schena si riferisce alle posizioni da lui assunte recentemente, da sindaco del Comune di Soliera, su temi particolarmente caldi che hanno messo in crisi i democratici modenesi, «l’inceneritore, la tutela delle falde acquifere e i rapporti con le multiutility». Cose dette con il sorriso ma pungenti e soprattutto molto scomode per i democratici. Un altro dato politico è la debacle dei renziani, oltre che per il risultato del candidato pure per la scarsa partecipazione al voto. Ci si è fermati al 38% dei tesserati che sono più numerosi – secondo i numeri forniti ieri dal partito – dell’ultima tornata elettorale. Ma nel modenese non ha soffiato il ciclone Renzi e non si sono neppure gonfiate le tessere. Infine i numeri dei candidati: hanno votato per Schena in 1358, quasi doppiato da Lucia Bursi, il sindaco di Maranello che ha portato a casa ben 2.445 voti. Una vittoria netta e al femminile.

      Dopo i pranzi, le consulenze Il Pd ha speso 40mila euro al mese


        I dem superano tutti: in un anno e mezzo bruciati 680mila euro

        Dopo le penne da 500 euro, le forchettate a caro prezzo, i fine settimana a cinque stelle a Venezia adesso si passa alla vera e propria polpa: le consulenze. Quelle offerte e firmate in quantità in Regione dai gruppi consiliari da giugno 2010 a dicembre 2011. Un bel gruzzolo. Il Pd, il partito che ha speso di più, in 17 mesi ha consumato ben 680mila euro che fatte le divisioni del caso fanno 40mila euro al mese e 1300 al giorno. E con questi soldi si sfamano tante bocche. Hanno speso abbastanza anche gli altri gruppi: la Lega Nord (4 consiglieri) circa 215mila, poi Sel-Verdi e Movimento 5 Stelle (entrambi 2 consiglieri) con 195mila. I paladini anti-casta se confrontati con il Pdl – 130mila euro per 12 consiglieri – risultano spendaccioni. Se la cava, invece, con 74mila euro l’Udc. Ma per gli inquirenti non è importante il totale della spesa ma se ci sono casi di collaborazioni o consulenze fittizie, anche perchè in alcuni casi mancherebbero le pezze giustificative dell’incarico affidato. La logica è chiara con le risorse destinate a finanziare le attività del gruppo si è dato uno stipendio a militanti di partito in quel momento senza incarico o per arrotondare le funzioni svolte. Una storia antica che adesso è sotto la lente dei magistrati. E le sorprese non sembrano finite visto che sono ben 40mila i documenti al vaglio dei finanzieri. E le prime teste sono già rotolate. In primis quella del capogruppo Pd Marco Monari che non è più alla guida dei consiglieri democratici. La faccia è persa, la carriera distrutta ma anche dentro il suo partito non si accontentano e ogni giorno c’è qualcuno che chiede dimissioni vere: abbandonare lo scranno bolognese con relativo stipendio e benefit. «Siamo seri: le dimissioni da capogruppo e non da consigliere, cosa valgono?- si chiede l’assessore provinciale di Bologna Emanuele Burgin-. Nemmeno un euro di meno nello stipendio, e probabilmente nemmeno la rinuncia alla famosa carta di credito. A me, come risposta, sembra una presa in giro». nGian Basilio Nieddu

        Moria senza precedenti


          Anche a Pavullo gli abeti non resistono più

          1.500 piante da tagliare in pineta


            La fotografia è drammatica: via agli interventi in primavera

            PAVULLO – Cosa succederà alla pineta di Pavullo, segnata da un’impressionante moria di piante? L’interrogativo è sulla bocca di tutti da mesi e mesi, ed è stato affrontato anche in Consiglio grazie all’interrogazione del giovane Davide Venturelli (lista Neri), che ha chiesto conto della situazione del verde a 360 gradi. Venturelli ha sottolineato di essersi attivato «facendomi portavoce delle preoccupazioni dei cittadini». «La moria – ha detto – è sotto gli occhi di tutti e ci si chiede: chi sostituirà questi alberi? Quando?». Ha poi rimarcato l’importanza dell’educazione ambientale, chiedendo che si riprenda la pratica di una volta che vedeva i bambini delle scuole impegnati in progetti di pulizia e tutela del parco. Quindi una raccomandazione: «Bisogna perseverare nella tutela del verde e non tirare a lustro il paese solo in procinto delle elezioni». A rispondergli è stato direttamente il sindaco Romano Canovi, punto per punto. Per quanto riguarda le spese, ha sottolineato che «la manutenzione ordinaria del verde a Pavullo fa capo a una gara pubblica d’appalto triennale, che nel 2013 ha visto l’affidamento alla ditta Fratelli Valentini di Spilamberto per 55mila euro l’anno. Il verde fuori appalto invece è stato affidato tramite indagine di mercato a tre ditte locali, per 20mila euro. Poi c’è la manutenzione nei 21 cimiteri, per cui ci avvaliamo di pensionati che curano anche le aree verdi delle frazioni, per 10mila euro annui». Quindi il nodo moria, col punto su una situazione definita «drammatica» dallo stesso Canovi. «La situazione – ha spiegato – è stata affrontata su più fronti. Il primo è stato quello che ha portato a luglio a un intervento di messa in sicurezza da 29mila euro per la stagione estiva. Lo scorso 21 ottobre è stato quindi predisposto un progetto da sottoporre alla Regione per togliere le altre piante secche, che costituiscono un pericolo». E la fotografia è impressionante: «Ci sono 1.500 piante da togliere – ha annunciato – e sperando di ottenere questo finanziamento, si procederà alle operazioni a primavera: taglio, pulizia e sistemazione anche della ceppaia. Quindi si procederà con un progetto di riqualificazione da 150mila euro già inserito nel piano triennale delle opere. Che cosa pianteremo? Abbiamo aperto un tavolo tecnico con Comunità Montana, Consulta Ambiente e Forestale, e siamo tutti concordi sul fatto che non si possano più mettere abeti, ma servano latifoglie autoctone. Si pone però il problema delle due entrate di Pavullo, quella della piscina e quella alta, storicamente incorniciate dalla pineta. Ecco, qui stiamo studiando che tipo di piante utilizzare, non più abeti ma qualcosa che permetta comunque di mantenere i filari e quindi l’evidenza storica dei luoghi». Canovi ha quindi chiuso sottolineato che la fase di riqualificazione dovrà essere frutto di un percorso condiviso «che coinvolga tutti gli enti e in particolare le scuole, perché quello che andiamo a creare sarà il parco urbano delle future generazioni». Rispondendo alla sollecitazione di Venturelli, ha quindi garantito che il coinvolgimento dei bambini nella tutela del verde riprenderà al più presto, una volta superata l’emergenza. Talmente seria che potrebbe portare quest’inverno a interdire parti della pineta per il rischio crolli. nDaniele Montanari

            Paese “in rosso” contro la violenza


              Centro vestito per l’occasione e convegno alla Rocca

              MONTEFIORINO – Una giornata fra racconti di violenze, dolori, ma anche speranze, voglia di ricostruire e di affrontare un problema sempre più presente. E’ “Montefiorino calza rosso”, in programma domenica 10 novembre alle 16.30 nella Sala Gorrieri della suggestiva Rocca Medievale, un incontro promosso dall’Ucm Unione Commercianti di Montefiorino insieme al Comune. A pochi giorni dalla fine dell’anno, ci si ritrova a fare una conta sempre più impressionante, con i vari casi di “femminicidio” registrati in Italia. La riflessione che si cercherà di fare con l’incontro di domenica vorrà puntare il dito sui perché. Perché, nonostante la sensibilizzazione di questi ultimi anni, sono ancora di più le donne uccise? Non è forse ora di puntare i riflettori sul male delle relazioni malate? Non è forse ora di fare i conti sulla tutela e sulla giustizia assente?Ma ancora, non è forse ora di dedicare energia nella ricostruzione di donne ancora in vita? Di tutto questo e di altro ancora si parlerà a Montefiorino, auspicando la massima partecipazione, non tanto come gesto di solidarietà, ma come atto preventivo, perché la violenza appartiene, purtroppo, a tutti. La manifestazione vedrà alternarsi testimonianze con interventi di esperti, riflessioni sui ruoli e momenti culturali. In particolare al tavolo del dibattito, oltre alla rappresentanza istituzionale rappresentata dall’assessore comunale alla Cultura Laura Zona, ci saranno il dott. Stefano Mazzacurati (psichiatra), la dott.ssa Ameya G. Canovi (psicologa), rappresentanze delle forze dell’ordine, il dott. Dante Davalli (investigatore), Daniela Franchini (testimone e oggi responsabile per l’Emilia Romagna dell’Associazione Vittimologica I.Care) e Marzia Schenetti (testimone e autrice dei libri Il gentiluomo. Una storia di stalking e Evil – L’uomo del male). Sarà inaugurata lo stesso giorno, nella Torre Antica della Rocca la Mostra collettiva che resterà esposta e visitabile per tutto il mese di novembre. Saranno in esposizione opere di Elisabetta Corbelli, Elisabetta Manghi, Francesca Basinghi e Marzia Schenetti. Alle 19.30 si concluderà il dibattito con un aperocena. L’intero paese sarà addobbato in rosso, con l’emblematico simbolo della scarpa rossa per tutto il percorso del centro.

              Piano neve, ecco il ‘semaforo virtuale’


                Anche quest’anno regolerà l’intervento di lame e spargisale

                La stagione invernale è all’orizzonte e, puntuale come ogni anno, il Comune fa il punto sul Piano neve. A proposito anche per la stagione 2013/2014 ci sarà un ‘semaforo virtuale’ per stabilire, in base all’intensità delle precipitazioni, come intervenire per assicurare il traffico dei mezzi pubblici e privati e l’accesso a scuole, uffici e strutture sanitarie. Secondo il Piano, infatti, il verde scatta con nevicate deboli da zero a cinque centimetri e prevede che entrino in funzione gli spargisale sulle strade principali, i cavalcavia e i sottopassi. E’ previsto un primo livello di intervento che riguarda circa 200 chilometri di strade e un secondo livello estende l’attività anche ad altri 150 chilometri. Per nevicate di media intensità (da 5 a 12 centimetri) si accende il giallo ed entrano in attività le lame per ripulire i 350 chilometri della viabilità principale e, tra l’altro, i parcheggi ‘strategici’ che agevolano l’utilizzo dei mezzi pubblici. Solo con nevicate di forte intensità, cioè oltre i 12 centimetri, scatta il semaforo rosso e si interviene su tutti i circa 900 chilometri di strade comunali utilizzando tutte le lame a disposizione. Sul fronte della pulizia delle strade entreranno in funzione 117 lame e 23 spargisale, due in più rispetto allo scorso anno, e 50 tecnici. Intanto venerdì e sabato in piazza Torre, verrà distribuito ai passanti un volantino in cui sono spiegate le regole da seguire in caso di nevicate.

                Intanto Blondi chiede ai consiglieri di esprimersi «secondo coscienza»


                  «Rispettate il valore della delibera popolare»

                  Promesse a parte (vedi l’apertura del cortile del Palazzo Ducale ai pedoni), la commissione consiliare di due giorni fa ha affrontato i contenuti della delibera popolare che chiede lo slittamento della pedonalizzazione. Documento che sarà discusso in Consiglio comunale il prossimo 14 novembre. E nonostante la delibera si sia confermata uno strumento democratico che ha raccolto i favori di 600 modenesi, sembra probabile non avrà i voti sufficienti per passare. Per questo ieri diversi esponenti di centrodestra si sono espressi in maniera critica verso questo atteggiamento della maggioranza. «C’è chi, all’interno della Giunta – afferma Luca Ghelfi del Pdl – dice di voler cambiare passo, di avere una nuova visione della città, e parla di partecipazione. Ebbene ecco l’occasione per dimostrarlo. E’ il momento di dimostrare la voglia di cambiare, e di ascoltare la città». Sostiene l’importanza della delibera anche Nicola Rossi di Modena Futura: «Mi sarei aspettato che dopo le dichiarazioni fatte da parte di assessori e possibili candidati sindaci del Pd, ne seguissero anche i fatti, invece nulla, come sempre alla fine tutti allineati». E in vista del Consiglio, Piero Blondi ha spedito una lettera a tutti i consiglieri di maggioranza, per sensibilizzarli ad ascoltare il volere dei modenesi. «E’ la prima volta – scrive il commerciante – che si utilizza uno degli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini all’azione di governo della nostra città». Nelle righe successive, Blondi chiede di non mortificare «per indifferenza o per spirito di fazione, l’osservanza delle regole che la proposta di delibera vi pone davanti. In essa si chiede il rispetto e la cura dei beni comuni e di non saltare fondamentali passaggi logici per la fretta di arrivare subito al risultato finale, peraltro condiviso, senza preoccuparsi delle ricadute negative». Infine. l’invito a seguire la propria coscienza: «Siamo consapevoli che approvare la nostra proposta significherebbe contrastare la volontà del sindaco. E’ però ormai tempo che vi affidiate all’indipendenza del vostro giudizio. L’epoca dell’obbedienza cieca è sepolta da tempo». (vi.ma)

                  La querelle sulla pedonalizzazione


                    Tra proposte e malumori infiniti

                    Piazza Roma, piace l’idea del cortile del Palazzo Ducale aperto ai pedoni


                      Unico dubbio: l’effettiva fattibilità

                      Due giorni fa la commissione consiliare su piazza Roma ha, di fatto, riproposto le posizioni in campo. Da una parte commercianti, residenti e minoranze che sperano di rimandare la pedonalizzazione grazie alla delibera popolare, dall’altra la giunta che vuole proseguire nel progetto, nonostante le tempistiche si siano inevitabilmente dilungate. Durante il dibattito è emersa, però, un’altra novità che, almeno apparentemente, sembra mettere d’accordo tutti gli attori in campo: l’apertura ai pedoni del cortile d’onore del Palazzo Ducale, creando così un collegamento tra corso Vittorio Emanuele e via Farini. A garantire che si sta lavorando in questa direzione sono stati il sindaco Pighi e l’assessore Giacobazzi, ma non è ancora dato sapere se l’ipotesi sarà fattibile, anche perché tra Comune e Accademia c’è già in corso la partita sui possibili posti auto in piazzale Basile. A promuovere l’apertura del cortile è, per esempio, il presidente di Confcommercio Modena, Massimo Malpighi, secondo cui «la soluzione sarebbe un valore aggiunto che aumenterebbe l’attrattività del centro per cittadini e turisti. Si tratterebbe di un passaggio pedonale splendido che valorizzerebbe ulteriormente quell’identità e quella vocazione della piazza che da sempre indichiamo come elementi fondamentali del progetto». Concorde la guida di Lapam Modena, Silvia Manicardi: «Se ne parla da tanto e già in passato ci eravamo trovati d’accordo, ma bisognerà vedere se si potrà realizzare in tempi brevi». Resta critico verso l’ottusità del Comune uno dei promotori della delibera popolare, l’avvocato Giuliano Zanni, che seppur giudichi positivamente l’idea del collegamento pedonale tra Vittorio Emanuele e via Farini, dubita «potrà avvenire tutti i giorni, per le arcinote ragioni di sicurezza e sorveglianza connaturate all’Accademia militare. Siamo sempre nel campo dei bei sogni». Il nodo da risolvere nella querelle pedonalizzazione resta sempre e comunque quello dei posti auto alternativi alle 180 strisce blu in piazza Roma: «Il vero peccato originale di tutto il progetto è il Novi Park – sottolinea a proposito Zanni – ma l’amministrazione non può e non vuole ammetterlo e aggiunge errore ad errore». Tornando sul cortile del Palazzo Ducale, un ostacolo non da poco sarebbe quello della sicurezza di un passaggio interno a un edificio considerato sensibile. In tempi non sospetti, inoltre, lo stesso Comune aveva lasciato intendere che il confronto con i vertici dell’Accademia sarebbe stato lungo. A prova di ciò, è emblematica la situazione di piazzale Basile. Mesi fa l’amministrazione l’aveva inserito tra le alternative certe ai parcheggi, salvo poi fare dietrofront per la presenza di un cantiere che terminerà solo tra due anni. E la stessa Accademia, contattata da ModenaQui, aveva affermato che il via libera all’utilizzo dell’area non era ancora così scontato. nVincenzo Malara

                      SOCIAL

                      13,458FansMi piace
                      214FollowerSegui
                      100IscrittiIscriviti