Rete impazzita, insulti e minacce per lo scarso successo di M5S
MIRANDOLA – Mirandolesi ingrati. Questo il succo delle feroci accuse di alcuni internauti (non si sa se sostenitori di Grillo oppure no, ma alcuni lo dichiarano apertamente) alla lettura del dato del Pd alle amministrative di uno dei Comuni più colpiti dal sisma. Il concetto è semplice: Grillo ha staccato un assegno da quasi mezzo milione di euro (non suoi, ricordiamolo, ma frutto delle donazioni raccolte con lo Tsunami tour del 2013) per ricostruire una palestra danneggiata dal sisma e loro votano in massa il Pd? Benatti in effetti ha fatto il pienone, come più volte ricordato, quasi il 62%, mentre i Cinque Stelle si sono fermati al 12%. «A tutti i pentastellati che cercano analisi dopo la sconfitta – scrive un simpatizzante 5 Stelle sul suo profilo Facebook – chiedo, quando limmenso Beppe Grillo ha staccato lassegno per questi qua (qua labbiamo aggiunto noi, perché lattivista aveva utilizzato un termine troppo volgare ndr) non li ha fatti spaventare e voi che criticate il Beppe, vergogna. Se avete il coraggio condividete questo link». Il link in questione mostra sostanzialmente i voti presi alle comunali di Mirandola dai vari schieramenti. E qui dunque si è aperto il dibattito sul popolare social network. Opinioni contrastanti, da elettori ingrati a sostanzialmente uno vota chi gli pare. Un altro vorrebbe indietro quei soldi, uno specifica: «Siamo allergici al bene nella sua forma più estesa e generica del termine». «Bene – sentenzia un altro- se questo è il ringraziamento di Mirandola che ha avuto aiuto dal Movimento Cinque Stelle e ha votato Pd, direi di tenere questi soldi per potenziare il movimento sui territori la prossima volta». Epigrafico un ragazzo: Giuda. Altri sfociano in un vero e proprio delirio (e alcuni nellinsulto). Ma per gli attivisti 5 Stelle della Bassa, Vittorio Ferraresi in testa, questi sono semplicemente dei troll: ovvero utenti che con messaggi provocatori e irritanti, disturbano la comunicazione e fomentano gli animi. Il consigliere regionale Defranceschi invece vuole i nomi per denunciarli. Ma tra gli internauti cè anche chi ha buon senso: «Un partito fa beneficenza e la contropartita era quella del voto? Ho capito bene? Ma per cortesia, chiamasi voto di scambio». «Qua non era voto di scambio – gli risponde un altro evidentemente della zona – se vedete in che condizioni è Mirandola. E non è la prima volta che ti porta i soldi, un minimo di fiducia la puoi anche dare». A posteriori allora un altro si chiede: «Allora vorrei sapere, caro popolo mirandolese, quando andavate in tv a gridare vergogna, siamo stati abbandonati. E lo facevate quando era al governo il vostro Pd, venivate pagati dalle tv?» Una ragazza invita a un esame di coscienza e si chiede: «Sarebbe opportuno iniziare a pensare a un censimento serio per verificare quanti italiani ci sono in Italia e quante pecore». Ma la parola fine al dibattito la mette un ragazzo. «Se Renzi dà 80 euro al popolo, compra i voti – scrive -. Se lo fa Grillo è un benefattore. Non capisco il ragionamento». E un altro gli fa eco: «Su questo sono daccordo. La beneficenza secondo me non deve essere collegata direttamente con le aspettative elettorali».