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Top driver, due galli in un pollaio Ma questa sarà una Rossa da urlo


    Domenicali: «So che Raikkonen è molto determinato»

    Il futuro parte dal passato. Il benvenuto a Raikkonen comincia, per la Ferrari, dall’obbligatorio ringraziamento a Felipe Massa, per otto stagioni seconda guida della Ferrari e per ben 12 collaboratore di Maranello: «Voglio ringraziare Felipe con tutto il cuore, anche a nome dei nostri tifosi sparsi in tutto il mondo, per lo straordinario lavoro che ha fatto per la squadra in tutti questi anni – ha detto il team principal Ferrari Domenicali a www.ferrari.com – Felipe si è sempre comportato da vero uomo squadra, insieme abbiamo vissuto momenti bellissimi ed altri drammatici, che hanno creato un rapporto umano e professionale davvero unico: sarà sempre parte della nostra famiglia e a lui va un augurio speciale per il suo futuro. Adesso dobbiamo rimanere concentrati con tutte le nostre forze sulle ultime sette gare di questo campionato. Sappiamo di poter contare, come sempre, sul suo contributo per raggiungere insieme i nostri obiettivi: non molleremo di un centimetro fino in fondo». Salutato Felipe, Domenicali immediatamente apre le porte a Raikkonen: «Sono lieto di dare il bentornato a Kimi nella scuderia con cui si è laureato campione del mondo. L’ho sentito estremamente felice di tornare a Maranello e molto determinato per affrontare nella maniera migliore il lavoro che lo attende». Proprio ieri, anche su queste colonne, abbiamo scritto della coppia d’oro che si sarebbe venuta a creare in Ferrari in caso di ingaggio di Raikkonen: ora che tutto è ufficiale, si può davvero dire che Maranello per il 2014 e il 2015 punti in grande, con due top driver per una Ferrari da urlo. Due prime guide, magari anche due primedonne, ma poco importa: Maranello vuole il titolo costruttori, oltre che quello piloti, ed ha scelto di mettere due galli nello stesso pollaio, conscia delle eventuali criticità ma anche del potenziale di fuoco immenso che la scuderia avrà a partire dal prossimo campionato. Una coppia, quella formata da Alonso e Raikkonen, che fa già discutere e pensare ad esiti opposti: per Briatore è un colpaccio che non creerà problemi, secondo Stewart invece il cocktail è potenzialmente micidiale. Chi avrà ragione? In attesa della sentenza della pista, nel 2014, una cosa è certa: due così, in Formula 1, non li ha davvero nessuno.

    FORMULA 1


      La scelta di Maranello

      Non passi il test a Medicina? C’è sempre la chance oltreconfine A Chiasso ci sono i corsi dell’ateneo di Sofia. A Tirana basta superare una prova in italiano


        Ogni anno la corsa al camice bianco è una lotteria che scatena ansie, speranze e polemiche. In mille lunedì scorso si sono contesi i 153 posti messi a disposizione dall’Unimore per Medicina e Odontoiatria. Su tutto il territorio nazionale i pretendenti sono stati 85mila (+23% rispetto al 2012) per 10.771 posti disponibili. Solo 1 su 8, quindi, entrerà. Per i tanti che falliranno le strade sono due: cambiare totalmente corso di studi, oppure tentare l’anno successivo, magari iscrivendosi ad un corso con qualche esame in comune. In tempi recenti, però, si sta affermando una terza via, sicuramente onerosa, ma che sta seducendo sempre più modenesi: quella dell’avventura oltreconfine. Per farsi un’idea basta ricordare i tanti italiani che diventano avvocati in terra spagnola saltando l’esame: stessa storia per le formule che promettono di aggirare lo scoglio del famigerato numero chiuso. Spagna, Belgio, Romania, Ungheria. Ma anche Bulgaria e la gettonatissima Albania. Sono molti i Paesi dell’Unione europea pronti ad accogliere gli studenti italiani che non sono riusciti a superare i test di accesso alle facoltà più ambite. Nota stonata: bisogna fare i conti con un calendario non coincidente e con costi intermediari difficili da calcolare. E basta fare una veloce ricerca sul web per trovare soluzioni di ogni sorta. Bocciato al test di accesso in Medicina, vuoi provare a indossare il camice bianco in Spagna? Sono 17mila euro all’anno, esclusi i servizi di agenzia. Decisamente più ridotte le tariffe in Romania, dove si possono frequentare corsi in Medicina, Odontoiatria, Farmacia, Scienze infermieristiche e Fisioterapia al modico prezzo annuale di 3.700 euro. Dopo il primo anno vuoi tentare il rientro nel Bel Paese? Per questa scorciatoia c’è il possibile ricorso al Tar, nel quale ci sono tra l’80 e il 90% di possibilità di vincere, e ritornare a frequentare un’università italiana. Che la terra iberica sia una meta allettante per gli italiani lo sanno bene le università private spagnole. Alcune, come la Alfonso X o la Universidad europea de Madrid, presentano piani dettagliati d’iscrizione in italiano e linee telefoniche dedicate. Ad offrire un servizio del genere non poteva mancare un gigante della formazione privata, Cepu, che ha una sua branca dedicata alla preparazione ai test internazionali. In particolare per Medicina e Odontoiatria, corsi a numero chiuso per eccellenza, il fantasma delle prove d’ammissione viene affossato grazie all’Associazione Interuniversitaria Europea di Chiasso (Aieu) dove puoi frequentare il biennio dei corsi di laurea in lingua inglese della Medical University of Sofia (Mus). Questo vero e proprio polo accademico prevede la frequenza di un «corso preparatorio necessario per essere ammessi al biennio di Medicina e Odontoiatria, finalizzato all’acquisizione degli standard richiesti dalla Mus. Il corso preparatorio è tenuto da docenti italiani e madrelingua ed è organizzato dal sopra citato Cepu International e i contatti in Italia si terrebbero proprio nelle sedi del colosso della formazione. Una volta frequentato il corso preparatorio, si passa al biennio in lingua inglese da tenere a Chiasso per poi continuare i successivi anni a Sofia. E come un supermarket dell’accesso, è possibile acquistare il pacchetto completo che comprende la preparazione alle prove italiane e i percorsi propedeutici a quelle straniere. Oltre agli atenei spagnoli, figurano nell’elenco università bulgare (Medical University Sofia), ungheresi (Università di Debrecen), ceche (Charles University Praga). Ma quanto costa? Difficile dirlo con precisione. Al numero verde specificano che dipende dal grado di preparazione del candidato. Dalla testimonianza di una ragazza pubblicata su un forum, i costi per i primi due anni da svolgere a Chiasso si aggirerebbero intorno ai 50mila euro senza vitto e alloggio. «C’è anche la possibilità di un alloggio nel campus con la possibilità di incontrare i professori e prepararti agli esami. Per questo trattamento sono altri 10mila euro», scrive uno studente di Torino. Cifre esorbitanti, sicuramente non in linea con la figura del giovane che vuole tentare di mantenersi gli studi lavorando, ma vi sono famiglie che pur di assicurare un futuro al figlio non temono il salasso. Un gruppo di studenti italiani iscritti a Sofia, in Bulgaria, ha anche aperto un blog per illustrare le differenze con il sistema italiano e invogliare gli aspiranti colleghi. «La Mus – si legge sul sito – è l’università di medicina di Sofia e per entrarvi non è necessario un test assurdo come quello italiano ma è sufficiente avere qualche nozione di biologia chimica e fare un test di inglese che verifichi la vostra conoscenza della lingua, in caso non abbiate un certificato che già lo attesti». In questa carrellata di occasioni all’estero non può mancare un breve cenno all’Università Nostra Signora del buon consiglio di Tirana.L’ateneo albanese negli ultimi anni ha allacciato una serie di collaborazioni con altri enti italiani, dall’università Tor Vergata di Roma a quelli di Firenze e Palermo, e perfino il portale internet è stato realizzato con il finanziamento della Regione Lombardia. Per accedere a Medicina basta superare una selezione totalmente in italiano che, come specificato, nella sezione informazioni «non è un concorso e mira ad accertare se lo studente è in grado di poter affrontare un percorso didattico molto impegnativo e severo». Parole magiche per le matricole italiane inseguite dal fantasma dei test d’ammissione. (vi.ma)

        Più di 850 candidati si sono presentati per Chimica e Economia


          Ieri è toccato ai test d’ammissione ai corsi di Economia e Chimica. Per la prima è stato sbaragliato il record di presenze del 2012. Sono stati, infatti, 772 i candidati presentatisi per la prova di ammissione ai corsi di laurea triennali (Economia aziendale, Economia e finanza e Economia e marketing internazionale). Rispetto alle 858 domande pervenute nelle settimane scorse si è dunque affrettato a rispondere all’appello l’89,98% degli studenti attesi, un numero decisamente superiore (+ 6,63%) a quello del 2012, quando parteciparono al test 724 candidati. La prova, svolta nelle numerose aule che erano state distribuite tra via Berengario, viale Fontanelli, largo Marco Biagi e via San Geminiano, si è basata su un questionario di 36 domande, suddivise nelle seguenti aree: logica (13 quesiti); comprensione testuale (10 quesiti); matematica (13 quesiti). A tutti è stato dato un tempo di risposta di 90 minuti, ovvero 30 minuti per ogni gruppo di domande. Verranno ammessi complessivamente in 690, in pratica 230 aspiranti matricole per ogni singolo corso di laurea. Hanno risposto in gran numero anche i candidati che avevano fatto domanda di ammissione al corso di laurea triennale in Chimica. All’appello si sono presentati in 94 su 107 (87,85%). Questo consentirà di poter accogliere praticamente tutti quanti i candidati poiché i posti disponibili sono 100, anche se solo 93 di questi da bando sono appannaggio di studenti italiani, comunitari e non comunitari legalmente soggiornanti in Italia, mentre gli altri 7 posti sono riservati a stranieri non comunitari residenti all’estero, di cui 2 assegnati a studenti cinesi del progetto ‘Marco Polo’. La selezione, che è il primo anno che viene fatta per poter accedere a questo corso di laurea, è stata compiuta sulla base di una prova consistente in 30 domande a risposta multipla, di cui una sola corretta su 5 opzioni, riguardanti quesiti di area matematica di base (23) e quesiti di area chimica (7). Per rispondere le aspiranti matricole hanno avuto a disposizione un tempo massimo di 2 ore e potranno. Complessivamente sono 2.700 gli studenti che nelle ultime due settimane si sono seduti sui banchi dell’Unimore. L’andamento delle pre-immatricolazioni conferma sostanzialmente i numeri dell’anno scorso con un lieve progresso (+ 5 unità) dei 2 corsi di laurea triennali che si tengono a Reggio Emilia, dove si è passati (raffronto alla stessa data) da 207 preimmatricolati a 212 (+ 2,36%) e un ritardo di 15 unità (-2,54%) sui quattro corsi modenesi.

          Un viaggio tra graduatorie ed iscrizioni


            Anche questi giorni di test d’ammissione lo hanno confermato: i corsi di laurea all’Unimore attraggono migliaia di giovani matricole da tutta Italia. Soltanto per la prova di Medicina e Odontoiatria si sono presentati in mille per contendersi 153 posti. Tradotto: ce la farà soltanto uno su dieci. E per gli esclusi non restano che due strade: cambiare totalmente l’ambito di studi, oppure riprovarci il prossimo anno, magari iscrivendosi nel frattempo ad un’altra facoltà. Negli ultimi anni si sta facendo strada anche una terza via: la carta oltreconfine. Belgio, Romania, Bulgaria. Senza dimenticare la gettonatissima Albania. Sono molti i Paesi dell’Ue che hanno fiutato il business degli studenti italiani che non sono riusciti a superare i test di accesso alle facoltà più ambite. E da quest’anno anche un colosso come Cepu, insieme all’Università di Sofia, offrono un biennio di Medicina e Odontoiatria, rigorosamente senza test d’ammissione, a Chiasso.

            A febbraio una richiesta di Hera venne bocciata


              E l’ex consigliere comunale ed ex grillino Vittorio Ballestrazzi non demorde, dopo aver reso pubblico e quindi creato un caso con l’autorizzazione data ad Hera il 14 agosto, ieri ha diffuso un’altra nota critica: «Dopo aver sentito quanto affermato dall’ingegner Galli di Hera durante la commissione consigliare del 10 settembre in comune a Modena ho cercato e trovato la domanda del febbraio 2013 dove Hera chiede, in attuazione della legge 23/2011 di potere bruciare, dopo avere incenerito tutti quelli della provincia di Modena, i rifiuti delle altre province della regione». Si è cosi armato di mouse e internet e ha rintracciato il documento. «La provincia ha negato l’autorizzazione motivando il diniego con l’incertezza del quadro normativo in materia e con la mancata risposta di Errani a una richiesta congiunta del Sindaco e del Presidente della Provincia che domandavano di chiarire la situazione. Dopo 4 mesi hanno risposto sì ad una richiesta analoga ma che permette di bruciare i rifiuti da tutt’Italia». Nel frattempo, però, bisogna sottolineare che è stato approvato un decreto che permette ai gestori degli impianti di avere questa autorizzazione. Non a caso è stata presentata un’ interrogazione a Bruxelles dove si chiede conto del provvedimento che non riguarda solo Modena, ma (in teoria) tutti gli impianti italiani.

              Anche i cittadini favorevoli chiedono delle garanzie


                In Consiglio provinciale l’opposizione si astiene. «Vogliamo più controlli»

                Di inceneritore si è parlato anche ieri. In Provincia, dopo essere stato trattato martedì in una commissione consiliare, dove l’amministrazione ha risposto alle interrogazioni del centrodestra. «Il nostro è stato un voto di astensione. Abbiamo criticato il deficit di comunicazione, anche se non ci dovrebbero essere forti criticità – spiega Bruno Rinaldi, consigliere provinciale del Pdl – Hera però deve essere più attenta alle questioni ambientali ed economiche. Io ho chiesto controlli serrati sull’inceneritore anche attraverso un continuo monitoraggio on line». Ma oltre le sedi istituzionali – in Regione è stata dimessa anche l’assessore all’ambiente Sabrina Freda – la questione inceneritore interessa i cittadini. Ieri le telecamere di TvQui hanno attraversato la città per sentire la loro opinione. I più anziani sono quelli che hanno mostrato più preoccupazione e stupisce la solidarietà intergenerazionale perchè hanno pensato soprattutto alla tutela della salute dei bambini. L’autorizzazione all’importazione di rifiuti da fuori provincia divide la cittadinanza. Ci sono i contrari, ma anche i favorevoli a bruciare i rifiuti, Ma l’apertura non significa indifferenza, anzi i cittadini s’interrogano e chiedono garanzie per la salute. Va bene, hanno detto ai microfoni i modenesi, incenerire per evitare le discariche – il male assoluto -, ma occhio alla qualità dell’aria. E vista anche la situazione di crisi c’è stato pure qualcuno che ha detto che si tratta di un’occasione per creare lavoro. Posizioni molto diverse. E’ la democrazia.

                LA POLITICA


                  L’invito dei Fratelli d’Italia

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