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La crisi non spaventa Ryanair: a Bologna e Pisa sino al 2018


    Il vettore low cost prolunga i contratti con i due scali italici

    Alunni disabili in forte aumento Autorità divise sulle ragioni


      Le posizioni di Comune, Ausl e Ufficio scolastico regionale

      Un preoccupante incremento suffragato dai numeri ma ancora difficilmente spiegabile con certezza. Stiamo parlando dell’aumento di alunni certificati disabili nelle scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori statali modenesi. Aumento che sta mettendo in crisi il sistema scolastico, i servizi comunali (che risultano di conseguenza inadeguati) e quindi le famiglie. Ma sulle cause, la nebbia è ancora fitta. Le autorità sono infatti divise e su posizioni molto distanti tra loro. L’assessore comunale all’istruzione, Adriana Querzè, dopo aver riconosciuto che «l’aumento è molto significativo» sottolinea la necessità di «indagare a partire dalla tipologia delle certificazione e dalla distribuzione nelle età. Ci ragioneremo insieme all’Ausl. Io non posso immaginare che i bimbi modenesi abbiano una incidenza più alta di disabilità rispetto a quelli delle altre città, anche dell’Emilia Romagna. È necessario capire cosa sta succedendo sul nostro territorio». E sibillinamente afferma: «Magari c’è una maggiore sensibilità nel concedere i certificati…». Ipotesi che viene però subito scartata dal dottor Paolo Stagi, direttore del Servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl. Il medico sottolinea che per arrivare a certificare un minore come disabile l’iter da seguire è molto lungo e passa da una commissione molto rigorosa formata da medici Ausl, della Medicina Legale e dell’Inps. Sostiene quindi che i dati sono (ancora) difficili da spiegare a causa della ristrettezza dell’arco di tempo considerato e del luogo ristretto in cui si registra il fenomeno (la città di Modena). Scartata l’ipotesi legata alla forte immigrazione, l’ufficio scolastico regionale individua tra le possibili ragioni della crescita la relazione tra disabilità e reddito delle famiglie, ma soprattutto il cambiamento del modello culturale dei genitori. A scriverlo nero su bianco è il dirigente tecnico Raffaele Iosa in un recentissimo studio intitolato ‘L’integrazione scolastica in Emilia-Romagna, tra paradossi e nuovi scenari’. L’autore parte da una semplice quanto inquietante considerazione: «Il totale degli studenti in regione è aumentata nel decennio del 23%, mentre quelli con disabilità sono cresciuti esattamente del doppio: il 46%. E tutto questo a fronte di un decennio in cui, con diversi modi, si è cercato di prosciugare le certificazioni ex legge 104/1992 con azioni statali e regionali». Ma allora da cosa deriva questo fenomeno? Il dirigente parla di «fattori noti in epidemiologia e in sociologia». Entra quindi nel dettaglio denunciando «la forte tendenza alla clinicizzazione presente nelle società post-moderne», che trasforma in disturbi gli sfondi individuali «di dolore fisico, intellettivo, relazionale, in misura nettamente maggiore del passato». Rimarca a tal proposito: «Non è un caso che l’area in aumento certificativo non sia quella organica, ma quella connessa al cognitivo, al relazionale, cioè lo ‘psico’ in genere». La tendenza è connessa a «un’idea mitica dello star sempre bene propria della post-modernità e segnala un’insofferenza sia della scuola che della società ad accogliere le differenze se non sono per forza clinicizzate. Si assomma a questa spinta il mito genetico, con una sorta di ‘determinismo biologico’ che spiegherebbe (clinicizza, ammala) molti comportamenti umani una volta considerati ‘inadeguati’, ma non di per sè ‘ammalati’. La clinicizzazione esalta il ‘sintomo specifico’ e disistima una visione olistica delle persone, creando una specie di giustificazionismo che riduce il ruolo della coscienza e della responsabilità. Insomma, se qualcosa non va è colpa di una malattia, quindi fuori dalla coscienza». Gli effetti sulla pedagogia «sono molto forti, comportando il rischio di un’ospedalizzazione della didattica». Contano, tra l’altro, «i modelli culturali dei genitori attuali», che sempre più cercano «la perfezione dei figli, con una robusta tendenza a eccessi di cura e di non naturalezza nell’evoluzione». Iosa conclude la sua analisi rimarcando come la clinicizzazione sia «l’interfaccia del mito della perfetta salute, in cui qualsiasi dolore è racchiuso in certificazioni, terapie, farmaci miracolosi. Svapora così la persona nel suo insieme, con effetti pesanti nelle politiche sanitarie, sociali e quindi scolastiche. La questione, infatti, non è solo medica, ma culturale: non bastano le misure amministrative provate in questi anni per contenere le certificazioni; occorre una nuova idea di salute, di malattia, di dolore, e insieme una nuova idea di cura che metta al centro la persona e non il sintomo. Accettando per esempio che il dolore è vita, non solo male, e che gli umani hanno la forza della resilienza prima della medicina salvifica». nLuca Soliani

      Emergenza oneri, così Zocca affronta la missione impossibile


        Lavoro ciclopico per venirne a capo: ecco il piano

        ZOCCA – Che l’opera di regolarizzazione delle pratiche Urbanistiche del decennio 1998-2008 fosse ciclopica a Zocca, lo si era capito. Ma adesso si hanno le esatte dimensioni dell’impresa con cui si tenta di porre rimedio alla gestione passata del settore che ha condotto al famoso buco da 1,4 milioni per cui Sergio Leonelli, fratello dell’ex sindaco Carlo ma soprattutto responsabile dell’Ufficio per quel decennio, patteggiò nel novembre 2009 cinque anni di pena ridotti a due e ancora da scontare. Un buco legato a introiti sulle pratiche che non sono mai arrivati nelle casse comunali, con due conseguenze per l’ente pubblico: l’esigenza tanto di richiedere il dovuto quanto di verificare la correttezza stessa degli atti. Una patata bollente che è stata affidata all’architetto Serena Bergamini, a capo dell’ufficio ad hoc istituito a inizio 2013 ‘per la verifica delle pratiche edilizie pregresse’. Un ufficio che, come gli altri, ha i suoi obiettivi da raggiungere nel medio e lungo periodo, messi nero su bianco nel Piano delle performance che ogni Comune deve adottare. Ed ecco che nel dare conto della situazione, l’architetto parla di questo: 300 pratiche edilizie per le quali non risultano introitati gli oneri, 43 determine finalizzate alla quantificazione e richiesta di corretto pagamento e circa 100 comunicazioni in merito, 15 istruttorie approfondite di pratiche edilizie, 10 sopralluoghi in collaborazione con la polizia Municipale, 3 richieste di parere alla Soprintendenza della Regione, 9 comunicazioni di avvio al procedimento in materia edilizia e urbanistica, 2 annullamenti in autotutela di titolo abilitativo, 10 incontri con avvocati e consulenti di parte del Comune, 30 incontri con avvocati/tecnici/privati per problematiche inerenti il mancato introito degli oneri concessori, 250 comunicazioni ai controinteressati per richieste di accesso agli atti, 2 accessi agli atti di notevole entità (tutti gli atti inerenti le pratiche edilizie oggetto di mancato introito degli oneri concessori), 10 accessi agli atti di media entità inerenti pratiche edilizie specifiche, 10 richieste di documentazione da parte della polizia Municipale per le verifiche di competenza a seguito delle segnalazioni dell’Ufficio. C’è poco da commentare: è la fotografia di un lavoro infinito partito nel 2013 e spalmato fino al 2015 perché la criticità della materia non consente di stabilire una tabella di marcia. E’ lo stesso dirigente infatti ad osservare che «le pratiche edilizie interessate risultano essere in numero decisamente ingente e particolarmente complesse risultano le problematiche urbanistiche emerse, le quali, in molti casi, necessitano di attenta valutazione in merito ai provvedimenti necessari ed obbligatori da assumere. Risulta pertanto impossibile identificare e quantificare un numero di pratiche e procedimenti che possano essere assunti ad essere indicatori del raggiungimento dell’obiettivo intrapreso, proprio per la complessità ed entità del fenomeno e le variabili non prevedibili anche in termini di ricorsi in giudizio». Di qui la necessità di un aggiornamento costante, passo dopo passo. Sarebbe una situazione difficile per qualunque Comune. Figuriamoci in un piccolo centro di montagna. nDaniele Montanari

        L’AMMANCO DA 1,4 MILIONI


          E le infinite conseguenze sulle pratiche

          Arrivano i campionati di ‘SliderKing’, la velocità senza confini


            La lezione solidale di uno sport in cui possono gareggiare tutti, anche i disabili, per vincere

            POLINAGO – Dopo Montese capitale del ruzzolone, Polinago capitale del SliderKing: si svolgerà sabato e domenica l’unica tappa emiliana del campionato italiano di questo sport capace di unire normodotati e persone con disabilità nella stessa competizione, consistente nel buttarsi in discesa su strade di montagna con curve e tornanti, a bordo di una sorta di grande triciclo che simula la guida automobilistica. Sono poco più di una trentina gli atleti che si presenteranno alla partenza, a Casa Storto, per sfidarsi lungo i quasi tre chilometri di strada in discesa fino alla chiesa di Gombola, con un dislivello di 263 metri, e contendersi la vittoria nelle due categorie di valutazione: ‘ride’, nella quale a decidere la gara è la velocità dei piloti, misurata attraverso chip posizionati sul percorso, e ‘slide’ che giudica invece l’abilità nell’eseguire i ‘traversi’. In gara tra gli altri ci sarà Fulvio Marotto, in rappresentanza del Bimota team, amputato di mani e piedi, che gareggia grazie a delle protesi che si è costruito da solo e che gli hanno anche permesso, primo in Italia, di ottenere la patente per moto e auto come normodotato. Alla gara partecipano sia singoli rider che team, tra questi l’ungherese ‘Drift trike Ungary’ e la squadra femminile ‘De Longhi pink’, capitanata dalla vicecampionessa mondiale di ciclocross Mara Dal Borgo. Come spiega l’ideatore del campionato di SliderKing, il trevigiano Eddy Fedato, «l’associazione promuove lo sport come fonte di divertimento e unione tra le persone. L’idea di fondo è che tutti possono correre: normodotati e diversamente abili, uomini e donne, senza limiti d’età e con una spesa contenuta». «Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di organizzare nel nostro Comune la gara di SliderKing – ha sottolineato il sindaco di Polinago Gian Domenico Tomei – sia perché possiamo mettere a disposizione un percorso davvero spettacolare, che già usiamo per ‘La dura Gombola’, cronoscalata ciclistica estremamente impegnativa, sia perché condividiamo l’idea di fondo di unire normodotati e persone con disabilità. Il nostro obiettivo è far diventare questa manifestazione un appuntamento fisso annuale». La gara di Polinago, quinta e penultima del campionato, è organizzata da Davide Fiorentini e Silvio Galli, in collaborazione con il Comune di Polinago e si svolge su due giorni: il sabato pomeriggio, dalle 15, per le prove libere; la domenica dalle 9,30 alle 12,30 è in programma la prova di velocità mentre nel pomeriggio, dalle 14,30 alle 17 quella di ‘slide’.

            Le reazioni del centrodestra alla delibera comunale «salomonica»


              «Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso». Un detto che potrebbe andar bene anche per la storia infinita o meglio per ‘Quer pasticciaccio’ dell’Ex Consorzio Agrario che da oltre dieci anni ha ibernato ben 110mila metri quadri di territorio cittadino. La contesa politico- commerciale che ha visto contrapposti i marchi Esselunga e Coop e il comune di Modena proprietario di una fetta del comparto. Ebbene l’amministrazione comunale, tramite l’assessore all’urbanistica Gabriele Giacobazzi, martedì in commissione Seta – si occupa di ambiente, sviluppo economico e assetto del territorio – ha sventolato la bozza di delibera con toni che virano all’ottimismo. Come si legge anche nella nota stampa: «Stop al degrado, sarà possibile la trasformazione urbanistica». Per il Pdl modenese però si tratta di una soluzione salomonica – dopo «dieci anni da Ponzio Pilato» – con una soluzione al ribasso. E, infatti, i protagonisti non tirano fuori i calici e non brindano: «Daremo, eventualmente, un giudizio solo a delibera approvata», fanno sapere dalla Coop. Freno a mano tirato anche dal quartier generale di Esselunga da dove fanno sapere, anche loro, che sono in attesa che la vicenda approdi in porto. Prudenza (molto) comprensibile visti modi e tempi della burocrazia italiana e modenese. E proprio ieri la nostra città ha conquistato le colonne della stampa nazionale su questo affare e non c’è da essere orgogliosi. Si tratta della lettera che Bernardo Caprotti, 87enne fondatore del marchio Esselunga, ha spedito al quotidiano milanese. Un’accusa pesante al sistema Italia ed in particolare, seppure mai nominate direttamente, alle giunte rosse. E Modena, purtroppo, è presente nella lettera: «Noi dunque siamo un’azienda di qui, una multiprovinciale che neppure riesce ad insediarsi a Genova o a Modena». Chiaro il riferimento alla questione dell’area dell’Ex Consorzio Agrario. Ci può consolare (forse) che a Firenze l’autorizzazione in attesa di risposta, Caprotti ed Esselunga l’hanno chiesta nel 1970. Ben 43 anni per vedere forse, il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi, venir su un centro commerciale. Ma si tratta solo di burocrazia? Fino a un certo punto. Leggiamo Caprotti «E per soprammercato facciamo un mestiere che nel nostro stranissimo paese è politico. Perché? Perché sono politici i due più grandi operatori nazionali. Fuori non riescono neppure a capirlo». La denuncia non è nuova, ma la lettera arriva proprio il giorno dopo la presentazione della delibera. Non c’è però collegamento perchè l il testo arriva dopo un editoriale del quotidiano . Poi tra le città che se la prendono comoda nel dare risposte e (in)certezze – secondo l’esperienza diretta di Caprotti – siamo in compagnia di Firenze, Genova, Legnano e Roma. Ma le parole del fondatore della catena della grande distribuzione da 6,8 miliardi di fatturato riportano alla mente la vicenda della Firem di Formigine – l’azienda che ha ‘traslocato’ in Polonia alla vigilia di Ferragosto – cioè delle aziende che non riescono a stare sul ring internazionale per le troppe falle del sistema Italia. E l’Emilia non è più virtuosa come confermano le posizioni perse nella classifica europa sulla competitività delle regioni. Non è solo un problema di costo di lavoro e di tasse, ma pure di una burocrazia e di una politica che non seguono più i tempi dell’economia. E così ne soffrono tutti: imprenditori e dipendenti compresi. nGian Basilio Nieddu

              Il pasticciaccio dell’Ex Consorzio Esselunga e Coop (molto) prudenti


                E il patron Caprotti: «Non riusciamo ad insediarci a Modena»

                «Volontari in azione perché la ditta rifiuta i lavori»


                  Troppi pagamenti in sospeso: l’azienda per la gestione degli sfalci non si fida più del Comune

                  La ditta appaltatrice si rifiuta di fare manutenzione del verde perché il Comune ha ancora troppi pagamenti in sospeso. A dirlo è l’assessore all’Istruzione Antonio Orienti rispondendo al Pd che aveva criticato duramente la decisione di affidare ai volontari la manutenzione delle aree cortilive delle scuole. «La prova del fatto che non abbiamo voluto togliere il lavoro a chi ne ha diritto – spiega l’assessore Orienti – viene dal fatto che l’appalto è tutt’ora in essere, non è stato annullato: semplicemente la ditta titolare ha deciso di non svolgere questa attività, poiché ha ricevuto pagamenti parziali dei crediti che vantava e non si è volta fidare delle rassicurazioni che le abbiamo fornito». L’amministrazione comunale ha diretta responsabilità su 27 edifici scolastici, dagli asili nido alle scuole secondarie di primo grado, ed è evidente la necessità che all’avvio delle normali attività scolastiche gli edifici ed il loro contorno siano in ordine e pronti ad accogliere gli studenti; un lavoro che deve essere svolto in prossimità dell’apertura, a pochi giorni dall’avvio. «Non si tratta di approfittare del lavoro gratuito e nemmeno di togliere uno stipendio a chi ne ha bisogno – aggunge -: semplicemente in un momento di difficoltà economica come quello che tutta Italia sta attraversando, in particolare gli enti locali, abbiamo chiesto la disponibilità e l’aiuto di chi avesse tempo e voglia di dare una mano; ottenendo una risposta davvero significativa». Gli interventi al verde scolastico sono svolti in questi giorni da diverse associazioni locali che hanno così voluto rispondere al bando per la cittadinanza attiva del Comune. Si va dai genitori e i professori delle Ruini fino alle società sportiva (centro sportivo A. Giovanardi), circoli (il circolo 1° maggio e il circolo Sant’Agostino), manche comitati di cittadini e parrocchie, senza dimenticare il prezosio contributo che gli alpini hanno offerto all’amministrazione fin dalla scorsa primavera. Secondo l’opposizione questo modo di fare mostra l’improvvisazione dell’amministrazione e soprattutto toglie del lavoro. Orienti invece ricorda l’azione sociale sottolineando la preziosa testimonianza di generosità offerta dai cittadini.

                  I fatti


                    Il guasto – Andrea entra in ascensore insieme a due amici, ma restano bloccati tra due piani. Il volo – I ragazzi forzano la porta dell’ascensore, ma nel tentativo di saltare Andrea precipita per 7 piani e muore.

                    DRAMMA IN AUSTRALIA


                      Ancora vacanze finite in tragedia

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