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mercoledì, Settembre 3, 2025
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Picchiate e segregate: tre casi di violenza sulle donne in poche ore


    La violenza contro le donne sembra non conoscere tregua. In poche ore, sono emersi i casi di tre donne minacciat, segregate e picchiate dai propri conviventi o ex compagni. A Lacco Ameno, sull’isola di Ischia, i carabinieri di Casamicciola Terme hanno arrestato un 47enne del posto, Marino Sora, per aver preso a calci e pugni l’ex compagna «colpevole» secondo la sua visione di non volerne sapere più di lui e di non rispondergli più al telefono. L’aggressione è avvenuta al culmine di una lite scoppiata nella casa della donna, la quale, dopo essere riuscita a scappare, è andata a chiedere aiuto ai carabinieri. Portata al locale pronto soccorso, i sanitari l’hanno medicata per una frattura composta all’osso nasale sinistro e per vari traumi contusivi. La prognosi è di 25 giorni. Arrestato per maltrattamenti familiari e lesioni gravi, l’uomo è stato portato nel carcere di Poggioreale. Scenario non molto diverso a Firenze, dove un uomo ha inseguito la moglie, assieme al figlio piccolo, fin dentro una pizzeria in piazza Alberti. L’aggressore, unun cittadino di nazionalità romena di 26 anni, è poi finito in manette: è accusato di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona. Intorno alle 21, la moglie, di 25 anni, è entrata spaventata nel locale, chiedendo aiuto. I titolari del locale hanno subito allertato il 112. In seguito, dalle indagini è emerso che l’uomo la rinchiudeva abitualmente in casa, senza darle possibilità di uscire da sola. La donnna continuava a dire che veniva spesso picchiata, mostrando chiari segni di percosse. I militari, dopo varie insistenze, hanno bloccato l’uomo per condurlo in caserma dove, dopo aver sentito il pm di turno, è stato tratto in arresto. L’uomo è stato accompagnato nel carcere di Sollicciano mentre la donna, medicata al pronto soccorso, è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni. Ancora, ad Albenga, in provincia di Savona, un muratore di 37 anni è stato arrestato per aver picchiato a ripetizione con calci e pugni la convivente di 39 anni. I due figli della coppia erano costretti ad assistere alle scene che, ormai, si ripetevano costantemente. Sono stati i vicini di casa, intorno alle 2.30 di notte, dopo l’ennesimo litigio con grida sospette, ad avvertire i carabinieri che sono intervenuti nella casa dei conviventi. La donna è stata portata in ospedale, medicata, e dimessa con una prognosi di 22 giorni; il marito è stato portato in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

    I MALI DELLA SOCIETA’


      Succede nel Belpaese

      Rimini, 17enne ucciso da alcol e droga


        Il mix letale durante una serata in discoteca con gli amici In Riviera è caccia allo spacciatore che ha venduto la dose

        Matteo Severi avrebbe compiuto 18 anni tra venti giorni, ma sua vita è stata spezzata da un mix di alcol e metanfetamine, durante una nottata in Riviera. Il giovane cesenate è entrato in coma nella notte di sabato, ed è morto domenica pomeriggio. Era partito per passare la serata in discoteca con gli amici. Dopo aver acquistato diversi liquori, la compagnia si è diretta in un locale sul lungomare riminese. Qui, i ragazzi si sono separati, e gli amici sostengono di non sapere da chi Matteo abbia comprato la droga. All’uscita, all’alba, il ragazzo si è sentito male e si è accasciato al suolo. Gli amici hanno chiamato l’ambulanza: quando i sanitari li hanno raggiunti, la situazione era già disperata, Matteo è entrato subito in coma. Ieri i ragazzi, che inizialmente, in stato di choc, avevano affermato di non essersi resi conto di nulla, hanno ammesso di avere bevuto molto e di avere tutti acquistato e fatto uso di droghe, in particolare Mdma. Pastiglie che, soprattutto se mescolate con l’alcol, possono essere letali. Ora in Riviera è caccia allo spacciatore. Sul corpo di Matteo verrà eseguita l’autopsia. Questo è il terzo caso a Rimini, in un solo mese, di un giovane ucciso dalla droga.

        Ravenna, militare muore folgorato mentre è di guardia allo scalo merci


          Forse ha urtato un cavo dell’alta tensione

          Un militare di 21 anni, Bernardo Ceraldi, originario della provincia di Latina, è morto domenica sera a Ravenna, folgorato mentre stava facendo la guardia ad un carro armato. L’incidente è avvenuto poco prima delle ore 22 allo scalo merci in via del Mangano. Sul posto sono intervenuti il 118, i carabinieri e i vigili del fuoco. La ricostruzione dell’accaduto, classificato dal 118 come «infortunio sul lavoro», è ancora in corso; si stanno occupando delle indagini il pm Isabella Cavallari e la polizia ferroviaria. Al momento, come prima ipotesi, si pensa che il giovane militare possa aver toccato accidentalmente un cavo dell’alta tensione dopo essere salito su uno dei carri armati in transito allo scalo merci. Sono stati alcuni colleghi a dare l’allarme, dopo aver visto la forte luce causata dalla violenta scarica elettrica. Un commilitone in servizio con Ceraldi ha prestato i primi soccorsi al collega, ma non c’è stato nulla da fare. I medici del 118 hanno constatato il decesso, e la procura di Ravenna ha disposto l’autopsia.

          In aumento le sanzioni ai ‘portoghesi’


            L’intensificazione dell’attività di controllo sulla regolarità dei passeggeri portata avanti da Seta sta facendo registrare risultati positivi sia sul versante delle sanzioni elevate sia per quanto riguarda le somme recuperate. E i risultati più importanti di questa battaglia si registrano a Reggio Emilia. Qui nel primo semestre del 2013 sono state emesse più multe che nell’’intero 2012, mentre gli incassi da sanzioni registrati tra gennaio e giugno di quest’anno sono il triplo dello stesso periodo dell’anno scorso. L’effetto positivo dell’attività di contrasto all’evasione attuata da Seta già a partire da giugno 2012, risulta infine evidente anche sul fronte degli incassi totali, che crescono nel primo semestre 2013 di quasi il 7%. Nel dettaglio, nei primi sei mesi del 2013 sui mezzi urbani ed extraurbani di Reggio Emilia sono state elevate 17.675 multe a carico di passeggeri senza biglietto, ovvero il doppio delle circa 8mila dello stesso periodo 2012. Per quanto riguarda gli introiti derivanti da sanzioni, nel primo semestre di quest’’anno sono stati incassati 181.857 euro contro i 58.511 euro dello stesso periodo 2012, con un aumento di 123.346 euro (+310%).

            TRASPORTO PUBBLICO


              Un nuovo decalogo per i passeggeri

              Seta, via all’iter per la carta dei servizi


                L’azienda ha incontrato le associazioni dei consumatori Nel documento si rivedranno regole e standard qualitativi

                Da Ikea come ai concorsoni: in 28mila per 200 posti


                  Domande boom per l’apertura a Pisa. C’era da crederci

                  Chi è


                    Amedeo Pazzanese Nato a Roma, padre di due figli, il vice questore aggiunto della polizia di Stato Amedeo Pazzanese ha un’esperienza ultradecennale al comando della squadra Mobile di Modena. Laureato in giurisprudenza – è avvocato – da oltre 15 anni si occupa di polizia giudiziaria, con insegnamento nelle scuole di polizia ed in ambito di convegni e congressi sempre in materia di criminalità. Il dirigente della polizia di Stato è altresì componente di numerose commissioni, tra cui il pool antiracket ed antiusura e quello per la distribuzione dei beni confiscati alla mafia. Il dottor Pazzanese ha poi organizzato e svolto numerosi convegni e seminari sia per l’Università degli studi di Modena e Reggio, sia per l’azienda Policlinico, che per numerose organizzazioni private. Il capo della Mobile ha infine esperienza decennale specifica nella direzione, gestione e coordinamento di operazioni contro camorra, traffico nazionale ed internazionale di stupefacenti, tratta di esseri umani e prostituzione, e ancora reati in danno di minori, a sfondo sessuale e reati contro il patrimonio

                    Il capo della Mobile ai modenesi: «Segnalateci ogni sospetto»


                      Intervista al vice questore aggiunto Amedeo Pazzanese

                      E’ uno di quei temi che fa parlare, discutere e anche litigare. La sicurezza in città è anzi diventata la priorità dei modenesi, che stretti dalla morsa della crisi che non lascia scampo, sono sempre più preoccupati da quei reati (furti, scippi, rapine) che mirano ai propri beni, a ciò che magari si è riusciti a conquistare con tanta fatica e tanti sacrifici. Fare parte di una cittadinanza attiva, vigile e attenta, significa anche adottare quei piccoli accorgimenti che fanno la differenza. Proprio a questo si riferisce il vice questore aggiunto Amedeo Pazzanese, dirigente della squadra Mobile della Questura di Modena, che dagli studi di TgQui lancia un appello ai modenesi. Dottor Pazzanese, rapine, scippi, furti in appartamento e ai danni di esercizi commerciali esasperano la cittadinanza. Cosa può fare il modenese per aiutarvi a prevenire questi episodi di criminalità? «Segnalare ogni loro sospetto, movimenti strani sotto casa, persone mai viste che si aggirano in una determinata zona: ogni elemento potrebbe essere prezioso per prevenire un furto o una rapina. Reati del genere infatti – spiega Pazzanese – vengono spesso preceduti da sopralluoghi accurati da parte dei malviventi. Quindi, anche se la segnalazione non dovesse portare a risultati immediati (come arresti o fermi di polizia, ndr), potrebbe aiutare a scongiurare azioni criminose». L’ondata dei furti in appartamento sembra attraversare un momento di pausa, fortunatamente, anche se non si deve assolutamente abbassare la guardia. Qual è attualmente la situazione modenese riguardo questi preoccupanti fenomeni di criminalità? «La situazione attuale è simile in tutta Italia. Per tutta una serie di motivi, tra cui la crisi e le conseguenti difficoltà economiche, da qualche tempo si verifica un aumento di alcune tipologie di reato, come appunto scippi, furti e rapine. Abbiamo riscontrato anche un diverso modo di agire, che vede sempre più malviventi improvvisati. Oggi, i cosiddetti reati predatori vengono sempre più commessi da ragazzi giovani, che colpiscono in modo imprevedibile. La maggior parte delle volte non sono stanziali a Modena, magari si appoggiano a parenti, amici, e per questo le attività di repressione sono sempre più difficili». Parliamo di criminalità organizzata: cosa si sta facendo per contrastarla? «Le mafie operano su livelli diversi rispetto alla cosiddetta micro-criminalità. Le attività di interesse della criminalità organizzata non hanno impatto immediato sulla cittadinanza, sono più subdole, silenziose. Non si puo parlare di prevenzione perché non ci sono reati visibili sul territorio (se non reati commessi come mezzo per arrivare allo scopo). Di recente si è svolta una riunione con il procuratore distrettuale antimafia per l’incremento delle misure di prevenzione, personali e patrimoniali, che permettono di colpire non solo i soggetti che hanno avuto condanne per mafia, ma anche quei personaggi che, pur non essendo definibili , ruotano intorno a questo mondo».

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