Due prelievi di cuore da un donatore deceduto sono stati eseguiti all’Ospedale Civile di Baggiovara, segnando un traguardo storico per la sanità modenese. I due donatori, un uomo di 63 anni e una donna di 64, ricoverati nella Terapia Intensiva diretta dalla dottoressa Lesley De Pietri, hanno consentito il prelievo non solo del cuore, ma anche di fegato, reni e polmoni. Si tratta dei primi casi in Emilia-Romagna in cui è stato possibile eseguire il prelievo del cuore da donatore a cuore fermo, una procedura estremamente complessa che prevede l’utilizzo immediato di tecnologie avanzate come l’ECMO per mantenere la funzionalità degli organi dopo l’accertamento di morte. Questo tipo di intervento rappresenta una risorsa molto preziosa per i trapianti di questo tipo anche perché nella normalità dei casi la donazione viene effettuata da donatore in morte encefalica quindi a cuore ancora battente. In questi casi, invece, il prelievo degli organi avviene solo dopo l’accertamento di morte con criteri cardiologici, ossia dopo l’assenza di ogni battito cardiaco per 20 minuti. Poiché il cuore del donatore è fermo, ossia ha cessato di battere, in questo tipo di donazione risulta necessario l’utilizzo di un sistema di perfusione extracorporea degli organi toracici e addominali, per garantire la loro perfusione in assenza della circolazione sanguigna spontanea. Con questo importante traguardo Modena si conferma un polo d’eccellenza: nel 2024 il Policlinico è stato l’ospedale con il numero più alto di segnalazioni di potenziali donatori e ha fornito 32 donatori, 24 per morte encefalica e 8 da donatore a cuore fermo. 32 donatori potenzialmente capaci di salvare vite di altri pazienti.

OSPEDALE DI BAGGIOVARA, DUE PRELIEVI DI CUORE DA DONATORE A CUORE FERMO
All’Ospedale Civile di Baggiovara, per la prima volta in Emilia-Romagna, sono stati effettuati due prelievi di cuore da donatore a cuore fermo. Modena si conferma punto di riferimento nazionale per le donazioni e i trapianti.