Si è tenuta allo stadio Braglia la veglia funebre di Fabrizio Cesaro, scomparso pochi giorni fa a 41 anni a causa di un incidente autostradale nei pressi di Padova.

Se ne è andato in una sera d’estate, lottando fino all’ultimo secondo per la propria vita. Ma quell’incidente è stato troppo violento anche per lui. Chi non lo conosceva poteva restare intimorito dalla sua corporatura, ma poi bastavano due chiacchiere per vedere nei suoi occhi una cordialità e una simpatia che superavano ogni altro aspetto. Era ben voluto da tutti, tanto che in 400 questa mattina hanno voluto abbracciarlo un’ultima volta allo stadio Braglia, il luogo in cui aveva vissuto alcuni dei momenti più felici della sua vita seguendo la sua grande fede per il Modena: c’era ovviamente la famiglia, avvolta in un dignitoso dolore, attutito in parte dall’amore strabordante che l’altra sua famiglia, quella dei tifosi gialloblù, gli ha tributato per quasi un’ora con cori e fumogeni. In tanti hanno voluto dirgli addio, sono arrivati tifosi da Bologna, Reggio Emilia, Padova, Ferrara, Brescia, Cesena, ma anche da Crotone. E c’era anche una folta delegazione di giocatori canarina, da Gozzi a Zucchini, da Marzorati a Manfredini, da Luppi a Mazzarani. Erano tutti lì per condividere con lui e la sua famiglia un ultimo saluto, prima che il dolore dei suoi cari diventasse più intimo e raccolto. Non era un semplice tifoso, era prima di tutto un padre e un marito. Il suo nome era Fabrizio Cesaro.