Il governatore dell’Emilia-Romagna non va all’attacco del premier: “Spiegheremo al Governo le nostre ragioni, ma non dimentichiamo che la manovra è finalmente espansiva”

Nessuno strappo con l’amico Matteo. Stefano Bonaccini resta fuori dalla polemica in atto fra il premier Renzi e le Regioni sui tagli previsti nella Legge di Stabilità. Il presidente dell’Emilia-Romagna interviene con una nota molto abbottonata, alla vigilia del delicato incontro convocato a Roma: sorta di resa dei conti tra Renzi e i governatori. “Andiamo a incontrare il Governo, a cui spiegheremo le nostre ragioni”, dice Bonaccini. “Ma – aggiunge – vorrei ricordare a tutti che stiamo parlando di un provvedimento che sta dentro a una Legge di stabilità che per la prima volta è espansiva”. Un colpo al cerchio un colpo alla botte, in un contesto che si sta facendo tesissimo, con le dure prese di posizione del governatore piemontese Chiamparino, da un lato, e il premier, dall’altro. La partita si gioca quasi totalmente sul campo della Sanità. Nel 2014, in Emilia-Romagna, su una spesa complessiva di 13 miliardi di euro, 8 miliardi e mezzo sono andati a ospedali e Ausl. Ad essere precisi, la Legge di Stabilità non impone un taglio, bensì esclude un aumento. Semplificando, si può dire che ogni anno la somma che lo Stato gira alle Regioni per la Sanità aumenta di circa il 2,5%: è qui che Renzi vuole intervenire, riducendo tale incremento all’1%. Per l’Emilia-Romagna significherebbe rinunciare a circa 800 milioni di euro rispetto a quanto preventivato. Ma Bonaccini vede il bicchiere mezzo pieno, sottolineando che, comunque, un miliardo di euro di aumento ci sarà. “Dobbiamo rimboccarci tutti le maniche: meno burocrazia e meno sprechi”, esorta il governatore. Che non si accoda, dunque, ai colleghi che protestano per i tagli lineari, che colpiscono tutti senza tener conto di chi è bravo e chi lo è meno. Nessuna polemica, per non toccare certi equilibri politici. Nessuno strappo con l’amico Matteo.