Alla giunta Muzzarelli non piace la riforma Madia che prevede da un lato l’uscita del Comune dalle società controllate e dall’altro le dimissioni dei dipendenti comunali dai cda delle società partecipate. Il consiglio ha infatti approvato un ordine del giorno del PD che chiede al governo di mantenere invariate cariche e controllo

di Giuseppe Leonelli

Da una parte l’applicazione pedissequa e rapidissima di una di sentenza della Corte di Cassazione dell’agosto 2016 che elimina il ‘ravvedimento operoso’ e quindi cancella la possibilità da parte dei cittadini di pagare multe inferiori sulla sosta a pagamento. Dall’altro ditino alzato e proteste formali, con tanto di odg del Pd locale, per dire no alle novità introdotte dalla riforma Madia sulla uscita del Comune dalle società partecipate. Il rispetto delle direttive sovracomunali da parte dell’amministrazione modenese funziona a corrente alternata: quando la norma nazionale conviene a piazza Grande (come nel caso della sentenza della Cassazione) viene introdotta seduta stante senza se e senza ma, quando la norma nazionale non piace (come nel caso in cui si chieda ai dipendenti pubblici di rinunciare a poltrone nei cda e al controllo diretto delle aziende partecipate) si oppongono rilievi e si presentano odg. Ieri è partito infatti il percorso per l’obbligatoria uscita dell’ente locale da Promo e da Banca Etica, così come per le dimissioni dai consigli di amministrazione delle altre società controllate di tutti i dipendenti comunali, vista l’incompatibilità del loro ruolo con la riforma Madia. Ma il Consiglio comunale stesso ha approvato l’ordine del giorno proposto dal Pd che chiede al governo di inserire nel decreto correttivo sia la possibilità di continuare a mantenere fra gli amministratori delle società controllate dipendenti degli enti controllanti sia una norma che consenta di mantenere la partecipazione comunale in Banca Etica, <per l’alto valore politico> che rappresenta.

Sulle dimissioni dei dipendenti comunali dai cda, l’assessore Ludovica Ferrari ha sottolineato come si tratti <di incarichi di responsabilità che venivano assolti a costo zero e ora dovranno essere individuati cittadini disposti ad assumersi queste responsabilità gratis>. Il punto però non è ovviamente quello dei compensi: rinunciando ad avere propri dipendenti nei cda delle partecipate il Comune a traino Pd perde una fetta di potere e di controllo. E questo, ovviamente, alla giunta del sindaco Muzzarelli non piace. E così anche la renzianissima Ferrari è costretta, per amor di patria, a criticare uno dei ministri più vicini all’ex premier Renzi.