Non sarà Piazza Grande a ospitare il 6 settembre il decennale della scomparsa di Luciano Pavarotti. Il grande evento si terrà all’Arena di Verona
di Giuseppe Leonelli
I dieci anni della scomparsa del maestro Luciano Pavarotti celebrati non nella sua Modena, ma all’Arena di Verona. Lo ha annunciato ieri con un comunicato la stessa Fondazione Pavarotti. La vedova del Tenore, Nicoletta Mantovani, che assicura che dai, qualcosina si farà anche a Modena, il sindaco Giancarlo Muzzarelli che minimizza… Ma ormai il pasticcio è fatto. E in termini di immagine il danno e’ gravissimo. Modena perde quello che è stato il suo cittadino più illustre in campo culturale. Perde un proprio simbolo, una icona, al pari di Enzo Ferrari. Forse più di Enzo Ferrari. E la perde proprio nel decennale dalla morte. Il 6 settembre ci saranno Carreras, Domingo, Bono, Zucchero… Ma non a Modena. A Verona. Non sarà la Ghirlandina a fare da cornice al ricordo di quel 6 settembre 2007. Ma l’Arena. Perché? Per dispetto? Per problemi di incomprensione personali? Per la scarsa riconoscenza di piazza Grande verso la vedova di Luciano? Forse. Ma il ‘trasloco’ e’ in fondo il simbolo del fallimento della intera politica culturale dell’amministrazione. E’ il fallimento dell’assessore Cavazza ed è il fallimento di Muzzarelli. La cultura a Modena e’ questa roba qua. E’ la cultura che spende 550 mila euro per una mostra-flop sull’avanguardia. E’ la cultura che assegna 800 mila euro a Miana per organizzare eventi estivi deserti. È la cultura che consente a Muzzarelli di affittare per 300 mila euro uno spazio di proprietà di chi gli finanzio’ la campagna elettorale. E’ la cultura che elargisce 144 mila euro ogni anno alla modenamoremio della Carafoli. A prescindere. E’ la cultura che ha fatto spendere ai modenesi 200 mila euro per una mostra sulle figurine già di proprietà comunale. Che ha assegnato 20 mila euro al giornalista del Carlino Leo Turrini per curare l’esposizione. Perché la Modena culturale di Cavazza e Muzzarelli è così: perde per strada Pavarotti, ma si ingrazia gli amanti delle figurine. E allora guardiamo a Verona. E speriamo davvero che Vasco ci trascini via per sempre.






































