Lo conferma uno studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia

Il collasso dell’argine del fiume Secchia era stato causato dall’azione di animali selvatici quali l’istrice, il tasso e la volpe rossa. Questi animali, infatti, stanno migrando dalle aree appenniniche verso i territori della pianura e trovano negli arginali i luoghi ideali ove scavare le loro tane.

E’ l’esito di uno studio scientifico realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore e dal collega statunitense prof. John Albertson della Cornell University. La novità ed originalità dei risultati hanno suscitato l’interesse della prestigiosa rivista internazionale Water Resources Research. Lo studio, che sarà presto presentato a San Francisco dimostra come gli effetti della loro attività possano essere disastrosi,  conferma il rapporto della commissione incaricata dalla Regione Emilia Romagna ed estende l’analisi del ruolo di tane e scavi di animali nella rottura degli argini fluviali, con importanti implicazioni sulla prevenzione dei disastri e sulla corretta sorveglianza idraulica delle piene fluviali.

Lo studio riconosce l’utilità di applicare metodi d’indagine geofisica per valutare lo stato degli argini e l’efficacia degli interventi di riparazione, ma illustra, soprattutto, attraverso la ricostruzione dei casi osservati sui fiumi Secchia e Panaro, come sia necessario e urgente avviare studi di carattere multidisciplinare, mirati a individuare le corrette pratiche di gestione della fauna selvatica e della sua interazione con le opere idrauliche di difesa.