Bella storia di integrazione dove 21 profughi hanno dato la loro disponibilità per svolgere lavori volontari

L’integrazione segna un punto a proprio favore qui a Sassuolo: siamo nel campo sportivo di via Monchio, un campo abbandonato alle erbacce da quattro anni e che adesso verrà gestito dalla Virtus Ancora. Prima, però, bisognava rimetterlo in sesto: e così stamattina, all’opera, c’erano alcuni operai del comune (e qualche assessore…operaio con guanti da lavoro), ma anche tre dei profughi (o, per meglio dire, “richiedenti asilo politico) che da tempo, qualcuno anche da un anno, vive a Sassuolo. Si chiamano Samba, Kante e Seku, i primi due vengono dal Mali, l’altro dal Senegal, sognano di fare i calciatori, ma la loro realtà per ora è fatta solo di attesa di un percorso burocratico che li porti ad avere i documenti in regola per andare altrove, fuori dall’Italia.

In totale a Sassuolo i richiedenti asilo politico sono 46, provenienti da diversi paesi dell’Africa e del Medio Oriente, gestiti con vitto, alloggio (in appartamenti privati con regolare contratto d’affitto) e rapporti burocatici con la Prefettura dalla Cooperativa Caleidos, che gestisce i profughi in tutta la provincia di Modena, in cambio dei famosi 35 euro al giorno: 21 dei profughi sassolesi hanno dato volontariamente la loro disponibilità a lavorare, per sdebitarsi dell’ospitalità. E sono stati accolti a braccia aperte, dopo corsi di formazione e sicurezza, tutto in regola, scarpe antinfortunistiche comprese. Oggi al lavoro qui al campo sportivo, ma l’altro giorno nella piazza davanti alle poste e – tanto per intenderci – tutti i giovedi di luglio hanno dato una mano a mettere le sedie per gli spettacoli in piazza. Piccoli gesti molto apprezzati.