Il caso infiamma il dibattito politico

C’è chi va all’attacco dello spregiudicato Marchionne, chi alza la cornetta e chiede chiarimenti al Governo, chi se la prende con il Governo stesso che sta a guardare e chi dà ragione al manager che fa i suoi interessi. La Ferrari che trasferisce la propria sede legale in Olanda è già un caso politico. Dopo le parole del presidente Sergio Marchionne, che venerdì scorso ha definito probabile il trasloco della Rossa nei Paesi Bassi, il governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha preso contatti con il ministro dello Sviluppo economico, la modenese Federica Guidi, per comprendere meglio le ricadute che una simile operazione potrebbe avere a livello locale. Lo ha reso noto questa mattina, durante il question time di viale Aldo Moro, l’assessore regionale Palma Costi rispondendo ad una interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle. L’interessamento di Bonaccini nei confronti del Governo, però, per i grillini, non è sufficiente. “Dall’amministrazione regionale ci aspettavamo una presa di distanza rispetto a Marchionne”, attacca la capogruppo dei pentastellati Giulia Gibertoni, che accusa il Partito Democratico di essere succube dei poteri finanziari. Poi, c’è la Lega Nord, che punta il dito invece contro il Governo Renzi, colpevole di non sapere attrarre – e in questo caso trattenere – gli imprenditori e gli investimenti. Per il Carroccio, la Ferrari fa bene ad andarsene, la colpa è dell’Italia che se la fa scappare con tasse e burocrazia. A scanso di equivoci, comunque, è bene chiarire che Marchionne non trasferirà la produzione del Cavallino Rampante all’estero: quella rimarrà saldamente a Maranello. A traslocare in Olanda sarà solo la sede legale. Questo per godere di alcuni vantaggi dal punto di vista del diritto societario, ma soprattutto per pagare meno tasse sul marchio e sui brevetti. Il tutto in vista dell’ormai vicino sbarco in Borsa. Che avverrà a New York, però. Perché Ferrari è un colosso mondiale e l’Italia e l’Emilia iniziano a starle stretta.