La struttura risalente agli anni Trenta è stata indicata fra quelle a rischio nell’ultimo censimento regionale

Si allungano ancora i tempi di una riapertura del teatro Carani di Sassuolo. Ai noti problemi dovuti al cedimento strutturale che vide nell’ottobre scorso la caduta di una porzione di soffitto durante uno spettacolo, decretandone l’inagibilità, si sommano adesso quelli legati all’amianto. La struttura risalente agli anni Trenta infatti è stata indicata fra quelle a rischio nell’ultimo censimento regionale degli edifici aperti al pubblico (sia pubblici che privati) con presenza di eternit. Il pericolo per la salute viene visto come concreto, tale da portare all’assegnazione della classe 2 in ordine di priorità d’intervento, con oltre mille punti assegnati. Si tratta di fatto di uno dei siti su cui c’è maggiore preoccupazione nell’ambito di un elenco dove, delle 1.200 che c’erano, rimangono ancora 353 situazioni da risolvere con urgenza in ambito regionale. Nella stessa Sassuolo peraltro sono indicati anche l’ex ospedale e i magazzini comunali di via Pia, ma in quest’ultimo caso siamo in classe 4, quella meno allarmante. Per il teatro invece il quadro si fa sempre più complicato perché, in assenza di un accordo di lungo periodo con il Comune, sarà ben difficile trovare qualcuno disponibile a questo punto ad accollarsi anche le spese di rifacimento del tetto. Intanto, il Comitato sorto a difesa del Carani rigetta con forza l’idea di un abbandono del contenitore culturale per trasferire gli eventi al teatro Astoria di Fiorano quale nuovo punto di riferimento del distretto ceramico.