Ed è scontro tra Pd e Lega Nord.

La Regione Emilia-Romagna stanzia 700mila euro per chiudere i grandi campi nomadi. Ma la Lega Nord, che vorrebbe smantellarli tutti, anche quelli di dimensioni più piccole, va all’attacco del Partito Democratico. Il tema, del resto, si sa, è di quelli che scottano. E allora, anche oggi, in viale Aldo Moro, è finita con toni roventi la discussione sulla nuova legge regionale per l’inclusione dei Rom. Tutto è successo nella seduta della Commissione Politiche Sociali. Sul tavolo tre proposte: una elaborata dalla giunta Pd, una targata Lega e una a firma Fratelli d’Italia. In un primo momento sembrava che il relatore designato – ossia colui che, dopo il passaggio in Commissione, dovrà illustrare la legge davanti al Consiglio – sarebbe stato il leghista Daniele Marchetti. Ma alla fine la maggioranza di centrosinistra non si è fidata e ha votato il democratico Giuseppe Boschini, ex vicesindaco di Modena. Come testo, è passato quello della giunta. Uno strappo che ha scatenato l’ira del Carroccio: “Quelli del Pd rifiutano il dialogo, il tema Rom sarà il loro Vietnam” pronostica lo stesso Marchetti, infuriato perché – dice – “non si è arrivato ad un testo condiviso che mettesse insieme le tre proposte”. “Ma i tre testi non si potevano fondere perché tra essi ci sono profonde divergenze”, gli risponde l’assessore regionale Gualmini. Sta di fatto che, alla fine, la legge che sbarcherà in Aula per la discussione sarà quella marchiata centrosinistra. Che, per la cronaca, prevede l’abolizione dei campi nomadi di grandi dimensioni, in favore di micro-aree per le roulotte autofinanziate dai Rom oppure di soluzioni abitative tradizionali: case o case popolari. Per raggiungere questi obiettivi, come detto, la Regione ha previsto 700mila euro destinati ai Comuni affinché smantellino i grandi campi. La Lega Nord, però, insiste sulla linea dura: “Il tempo del buonismo è finito – attaccano dal Carroccio –, ora inizia il tempo dello scontro e del rispetto delle leggi”.