Che Mirella Freni sarebbe diventata uno dei talenti più apprezzati della musica mondiale fu chiaro a tutti sin dalla sua nascita, anzi: da prima ancora.

Per pochi minuti, infatti, proprio il Teatro Comunale di Modena non fu il luogo di nascita, da segnare sulla carta d’identità. La madre, operaia alla Manifattura Tabacchi, infatti, era una grande appassionata di musica e, nonostante mancassero ormai pochi giorni al parto, quel 27 febbraio dei 1935 volle a tutti i costi andare a teatro. Le doglie iniziarono sulle panchine del Comunale, riuscì ad arrivare a casa appena in tempo per dare alla luce Mirella. Di li a poco avrebbe condiviso tutto, la leggenda dice anche il latte, con il grande Luciano Pavarotti, suo coetaneo. Anche la madre di Big Luciano lavorava alla Manifattura e le due neo mamme decisero di condividere la balia senza sapere di aver dato vita ad un’amicizia che si sarebbe trasformata presto in un connubio artistico capace di elevare la nostra città nell’olimpo della musica mondiale.

Si innamorò dell’opera all’età di due anni, seduta sulle ginocchia della nonna che fu la sua più grande estimatrice e che la spinse ad inseguire il suo sogno sin da piccolissima, nonostante il padre per lei sognasse una vita più tranquilla e sicura, tanto da portarla in Rai, per partecipare ad un concorso, quando da poco aveva compiuto dieci anni. Luciano Pavarotti parlava di lei come di una sorella. Iniziarono assieme ad inseguire il sogno di una vita sul palcoscenico, andando entrambi a lezione dal Maestro Campogalliani, a Mantova, sull’automobile di Big Luciano, non certo l’ultimo modello, che spesso lei doveva spingere per farla ripartire. Il 26 gennaio 1990 il Presidente della Repubblica la insignì dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Con lei se ne va un pezzo di storia illustre della nostra nazione, l’ambasciatrice della musica e dell’arte made in Modena in tutto il mondo.