Un sistematico uso dell’appalto di prestazioni mediche, il superamento del limite di spesa farmaceutica, ma anche una scarsa efficienza, in termini di tempo, nel realizzare interventi oggetto di contributi statali e regionali. Sono le principali critiche mosse dalla Corte dei conti al bilancio dell’Azienda Usl modenese del 2023. Quell’anno, le perdite ammontavano a 32,5 milioni di euro. Attraverso una delibera del 2025, la sezione regionale della Corte ha rilevato problemi che già avevano caratterizzato i conti del 2022, in particolare sulla gestione del personale. La magistratura contabile ha criticato l’uso dei cosiddetti “medici a gettone” soprattutto per le Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia e per i Pronto soccorso di Carpi e Mirandola; spese che si sono tradotte in oltre 2 milioni di euro per affidare le prestazioni a medici esterni. L’azienda aveva motivato questa scelta con la difficoltà nel reperire personale medico, ma secondo la Corte dei conti si tratta di un’operazione da stigmatizzare, dal momento in cui “non risolve il problema della carenza di personali e anzi, nella falsa aspettativa di tamponarne gli effetti, non fa che aggravarne la portata, procrastinando l’adozione di misure di sistema”. Un’altra criticità è stata riscontrata nella spesa per il lavoro atipico, come personale interinale o contratti di formazione o di somministrazione. Nonostante questa voce di spesa si sia ridotta rispetto all’anno precedente, nel 2023 pesava 5,2 milioni di euro. Ancora troppo, secondo la Corte dei conti. I contabili invitano l’azienda a conformarsi alle indicazioni della propria delibera, e spronano l’amministrazione regionale ad assicurarne l’osservanza da parte dell’Azienda.
