Nel video, l’intervista a Mario, vittima dell’aggressione

Sono passati due giorni, ma per Mario – nome di fantasia per tutelarlo – il ritorno alla normalità è un traguardo lontano. La sua mente è ferma lì, a domenica, in cui tutto è cambiato. Era una serata tranquilla: la messa in Duomo, il ritorno con l’amico verso l’auto parcheggiata in viale Vittorio Veneto. Poi, l’apparizione improvvisa di un ragazzo alle spalle, la richiesta innocua di una sigaretta e, subito dopo, la lama che compare. Un coltello da cucina, otto centimetri puntati al petto, la paura che paralizza e il pensiero di non avere il tempo nemmeno di reagire. Dopo l’aggressione, il 17enne tunisino è fuggito tra le vie del centro. Le pattuglie della Squadra Volante l’hanno rintracciato in via Emilia Centro, riconoscibile anche per la mano destra fasciata, e lo hanno arrestato. Per Mario, però, il momento più difficile è arrivato in Questura: mentre era lì per sporgere denuncia con i genitori – la mamma una nota professionista modenese -, si è ritrovato di fronte il suo stesso aggressore.