Tra gennaio e marzo il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è sceso rapidamente, registrando un calo del 3,2%, confermando così il trend negativo già emerso nell’ultimo trimestre del 2024. Anche il fatturato complessivo ha subito una contrazione simile, mentre il fatturato estero ha segnato un lieve aumento dello 0,7%. A dirlo sono i dati della congiuntura in Emilia-Romagna presentata da Unioncamere, Intesa Sanpaolo e Confindustria. La contrazione ha riguardato quasi tutti i settori, con intensità variabile. L’unico comparto in crescita è stato quello alimentare e delle bevande, seppur a ritmi più contenuti rispetto al passato. Allo stesso tempo le industrie del sistema moda hanno confermato la loro fase recessiva, così come la metallurgia e i settori meccanici ed elettrici, con flessioni rilevanti in produzione, fatturato e ordini. Le esportazioni manifatturiere emiliano-romagnole hanno subito una nuova flessione dell’1,5%, in controtendenza rispetto al trend nazionale che mostra una lieve ripresa. Il contesto internazionale è caratterizzato da crescenti incertezze geopolitiche e da un aumento dei costi energetici, fattori che pesano sulle prospettive di crescita della regione. Nonostante ciò, le previsioni indicano una possibile timida ripresa del valore aggiunto industriale nel corso del 2025, sostenuta da una domanda estera stabile e da una lieve accelerazione dei consumi interni.