Nel video, l’intervista a Cristina Stefani, Museo Civico

C’erano pagine di Verga e Zola sul tavolo di lavoro di Giuseppe Graziosi. E accanto a quelle parole, lo scultore modellava l’argilla, dando forma a contadini piegati sulla terra, a donne colte nei gesti più umili, a bambini nel gioco. Dalla vita vera all’opera d’arte: è in questo intreccio di ispirazioni che nasce la sua poetica. Alla Gipsoteca “Giuseppe Graziosi” ci si potrà immergere in questo universo con “Il Bello del vero”, incontro che mette in dialogo scultura, musica e letteratura per restituire l’anima del verismo. A fare da filo rosso della serata sarà “La lupa” di Giovanni Verga, figura sensuale che ispirò a Graziosi una delle sue opere più celebri, presentata alla Biennale di Venezia del 1912 e oggi conservata a Modena. Attorno a lei, note musicali rievocheranno le stesse atmosfere di passione e dramma che animano le pagine letterarie e le forme scolpite.