Emilia-Romagna, regione di giocatori d’azzardo.
Non la prima in Italia, ma comunque la quarta regione n(dopo Lombardia, Campania e Lazio).
Il dato emerge da una ricerca di Nomisma sul valore delle somme giocate nella rete locale esistente di sale da gioco “fisiche”, quindi giocate non on-line.
Sottraendo le vincite ottenute alle somme giocate, l’indagine rivela – nel 2024 – una spesa annuale in Emilia-Romagna per il gioco d’azzardo di 1,3 miliardi, l’8% di quanto speso complessivamente in tutta Italia.
Nella nostra regione la presenza di punti vendita fisici è capillare, in quasi tutte le categorie: giochi numerici, lotterie, Gratta-e-vinci, scommesse in sale, slot machines e sale Bingo.

Il settore dei giochi pubblici legali e regolamentati produce in Emilia-Romagna un valore aggiunto di 1,7 miliardi, contribuendo all’1% del PIL e occupando 24.700 lavoratori.

Secondo l’analisi, l’avvento delle nuove tecnologie e, in particolare, dell’intelligenza artificiale porterà ad un fisiologico calo delle giocate e del volume d’affari dei punti vendita fisici, che resteranno – tuttavia – una valida alternativa, sicura e responsabile, di intrattenimento”, almeno secondo quanto scritto dagli analisti di Nomisma.
Andando verso una graduale trasformazione dell’attività, però, si sentirà sempre di più la necessità di una normativa nazionale uniforme.