Non ha ottemperato all’obbligo di presentarsi alla Polizia di Stato che l’aveva fermata e denunciata. La procura ha così fatto scattare nei suoi confronti ulteriori misure restrittive che potrebbero portarla in carcere. Dove già si trova l’uomo fermato insieme lei lo scorso 27 novembre. I due, in stato di alterazione psicofisica, erano a bordo di un auto fermata dalla squadra mobile per un controllo. Sul mezzo gli agenti trovarono un computer appartenuto ad una 28 enne modenese morta poche ore prima per overdose nel suo appartamento in zona sacca. Sul suo corpo nessun segno di violenza. Sull’auto dei due vennero rinvenute due siringhe sporche di sangue coincidente con quello della ragazza morta. Subito nei loro confronti scattò l’accusa per ricettazione per il possesso del computer rubato, ma le indagini proseguirono per accertare la loro presenza e le loro eventuale coinvolgimento nella siquaione che aveva portato alla morte della donna all’interno dell’appartamento. Secondo una prima ricostruzione la ragazza avrebbe ospitato coloro con i quali avrebbe condiviso della droga in quella che per lei si è trasformata nella dose letale. Chi era con lei vista la situazione, avrebbe deciso di allontanarsi, prendendo con se le siringhe usate ed il computer portatile della donna. Il cadavere della giovane è stato scoperto dai familiari al rientro a casa, sono stati loro a dare l’allarme al 112 e a dare il via alle indagini che si sono incrociate con quelle della Polizia di Stato che poche ore dopo il ritrovamento del corpo ha fermato i due. Per lui era scattato il fermo per lei solo l’obbligo, non ottemperato di presentarsi in questura. Una violazione che aggrava la sua posizione e che ha fato scattare nei suoi confronti le ulteriori misure restrittive.