Nel video l’intervista all’ Avvocato Luca Brezigar, Legale della famiglia
Mai alcun segnale di sofferenza o malessere. Il professor Raffaele Marangio, 78 anni, era pronto a voltare pagina: tra pochi giorni avrebbe firmato il rogito per la vendita della sua casa e si sarebbe trasferito a Roma, dalla figlia e dalla nipotina. Una vita ancora piena di progetti, bruscamente interrotta il 26 luglio, quando è stato trovato morto nella sua abitazione di via Stuffler, disteso supino tra due sedie, con una cintura stretta al collo. Per giorni, tutti avevano pensato a un malore, ipotesi avvalorata dall’ictus che lo aveva colpito nel 2018. Fino a ieri, quando la Procura, dopo 18 giorni di silenzio, ha aperto un fascicolo al fine di ricostruire quanto accaduto. Al momento non si esclude alcuna pista, nemmeno quella dell’omicidio. A lanciare l’allarme era stata proprio la figlia, residente nella Capitale. Laureato in Pedagogia a indirizzo psicologico nel 1973, Marangio aveva fondato nel 1996 l’Aspic e dal 2008 era docente a contratto di Psicologia Clinica all’Università di Modena. Intanto, gli inquirenti si stanno concentrando sulle ultime frequentazioni del professore. I legali della famiglia attendono gli esiti dell’autopsia e degli accertamenti tecnici svolti nell’abitazione.