Nel pomeriggio del 26 novembre, la sede modenese dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili ha accolto un incontro formativo dedicato a uno dei temi più delicati e strategici per l’economia contemporanea: il sistema antiriciclaggio e l’insieme dei presìdi organizzativi richiesti ai professionisti per mitigare i rischi associati alle operazioni sensibili. L’iniziativa nasce nell’ambito del protocollo d’intesa nazionale siglato tra il Comando Generale della Guardia di Finanza e il Consiglio Nazionale dei Commercialisti, e declinato localmente attraverso la collaborazione tra il Comando Provinciale del Corpo e l’ODCEC di Modena.
L’esigenza alla base dell’evento è chiara: garantire un coordinamento efficace tra chi vigila sul buon funzionamento del sistema finanziario—la Guardia di Finanza—e chi, per ruolo professionale, presidia quotidianamente i flussi economici delle imprese e dei privati, intercettando eventuali anomalie. Una cooperazione che diventa essenziale nel contrasto al riciclaggio di proventi illeciti e al finanziamento del terrorismo, ambiti in cui tempestività, conoscenza tecnica e dialogo costante rappresentano gli strumenti più preziosi.
A inaugurare i lavori sono stati il Colonnello Francesco Mazza, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, e il Presidente dell’ODCEC di Modena, Dott. Alessandro Cavani, che hanno ribadito l’importanza di una formazione congiunta per rafforzare la capacità di lettura dei fenomeni finanziari complessi.
A seguire, gli interventi degli Ufficiali del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena e dei membri della Commissione Antiriciclaggio dell’Ordine hanno offerto una panoramica concreta delle attività svolte sul territorio: da un lato, le metodologie operative con cui la Guardia di Finanza tutela l’integrità del mercato dei capitali; dall’altro, le casistiche più ricorrenti di operazioni sospette che arrivano all’attenzione degli studi professionali. Un mosaico di esperienze che, ricomposto, mira a illuminare quei punti d’ombra dove i tentativi di riciclaggio tendono a insinuarsi.
La platea, composta non solo da commercialisti ma anche da avvocati, notai e consulenti del lavoro, ha seguito l’incontro sia in presenza sia tramite videoconferenza. Un’aula “ibrida”, connessa da più lati, per una tematica che richiede la stessa ampiezza di sguardo.
L’appuntamento ha rappresentato un momento di confronto sostanziale tra istituzioni e professioni che, nel rispetto dei propri ruoli, lavorano per lo stesso obiettivo: proteggere l’economia reale dall’ingresso di capitali illeciti e mantenere pulito il circuito finanziario locale. Una sorta di sentinella collettiva, alimentata da competenze complementari e da un impegno condiviso.
Creare sinergie efficaci—hanno ricordato i relatori—è la condizione necessaria per individuare con tempestività gli indicatori di anomalia, valutare correttamente il rischio e migliorare l’efficacia delle attività ispettive. In altre parole, trasformare la collaborazione in un vero e proprio strumento operativo, capace di rendere più solido l’intero sistema di prevenzione.






































