Anonimo chiama il centralino e crea apprensione. Poi tutto rientra
Attimi di apprensione ieri mattina in Tribunale, teatro di un nuovo allarme bomba poi rivelatosi falso. Una voce maschile ha informato il centralino del Palazzo di Giustizia della presenza di un ordigno, poi ha subito riagganciato. E stato subito attivato il dispositivo di sicurezza, che si è tradotto in perlustrazioni e controlli allinterno di aule e corridoi. Non solo, il pericolo poteva celarsi anche allesterno del palazzo. Sono bastati pochi minuti per rendersi conto di essere davanti allennesima bufala. Della telefonata anonima è stata informata la Procura, che ha aperto un fascicolo: le indagini verranno probabilmente affidate ai carabinieri, che cercheranno di risalire al numero dal quale è arrivata la falsa segnalazione. La stagione dei finti allarme bomba si è dunque riaperta. Solo nel 2012 se ne verificarono almeno cinque, tre diretti al Tribunale, uno ai Portali e uno alla moschea. Proprio a seguito di questi episodi il Comitato per lordine pubblico ha deciso di implementare le misure di sicurezza negli uffici giudiziari, predisponendo un presidio fisso dellEsercito. In totale sono 23 i militari che controllano gli accessi in Tribunale e Procura. Una presenza forte e ben riconoscibile, che però ha anche il difetto di proiettare allesterno limmagine di una città militarizzata. Ciò ha comportato anche la nascita di un fronte contrario alla presenza dei militari, sfociato poi in uninterrogazione in consiglio comunale: «Ci sono altre zone ben più a rischio del Tribunale: i militari vengano riassegnati ad altri compiti. Oggi sono sprecati» ha dichiarato Andrea Galli del Pdl. Niente di più sbagliato, secondo il procuratore capo Vito Zincani: «Gli episodi dei mesi scorsi hanno messo a nudo una situazione paradossale: gli uffici giudiziari erano alla mercé di qualsiasi forma di attacco, sia esso concreto o meno. La presenza dei militari è necessaria, perché, se si dovessero ripetere situazioni di questo tipo, ci permetterà di valutare meglio le azioni da intraprendere». nDaniele Franda