«Con il senno di poi, ho potuto sfruttare al meglio quello che hanno combinato»

Lo scudetto è sempre lo scudetto, è inutile girarci attorno. Che venga vinto con facilità o meno, che venga vissuto da capitano o gregario o che venga conquistato in una disciplina sconosciuta, per l’albo d’oro – e quindi per il palmares personale – di quello sport si rimarrà per sempre Campioni d’Italia. All’interno poi della storia di quel titolo si mescolano e si nascondono aneddoti e dettagli che ne spiegano meglio l’andamento e talvolta ne riscrivono l’importanza. Tutto è relativo, tutto va contestualizzato. Chi ha tanto da raccontare dello scudetto 2012-13 – che poi, vedrete, sono punti molto semplici e chiari – è Federica Valeriano da Vercelli, classe 1985 e jolly difensivo della Rebecchi Nordmeccanica Piacenza, che vive il suo nuovo ruolo, lei che ama attaccare da posto 4, con la ’sindrome di Grisù’. Sì, alla fine, dopo la surreale diaspora invernale della ‘fu’ Universal Volley Modena, lei ce l’ha fatta: prima ha trovato l’accordo con la nuova formazione, poi nel giro di 4 mesi si è trovata a giocare tre finali, conquistando, da preziosa comprimaria, Coppa Italia e campionato, lasciando per strada – per colpa di un maledetto golden set – la Challenge Cup. Non male per chi a metà gennaio non conosceva il proprio destino. Per la verità nella finale-scudetto la Valeriano si è trovata di fronte Jenny Barazza, altra unica ex Tigre ad aver avuto un percorso simile. «Il mio stato d’animo da neotricolore? – confida la numero 2 di Piacenza – Un mix di gioia, dediche, ringraziamenti, astio e senso di rivincita». Ve l’avevamo anticipato, pochi punti ma semplici e chiari. «Gioia – prosegue Fede – perché lo scudetto è il mio sogno da fin quando tiravo le prime schiacciate a Vercelli e averlo realizzato è qualcosa ancora difficile da spiegare. Non mi capacito ancora, però di certo so che la prima dedica è per la mia famiglia che mi ha sempre assecondato. Per dire, i miei genitori sono venuti a Treviso sia per gara 1 che per gara 4 ed è stato fantastico vincere davanti a loro. In finale c’è stato molto equilibrio, onore a Conegliano ma durante i play off siamo state molto caparbie e per questo le più forti». Il rovescio della medaglia, con un sapore agrodolce, di questo titolo è legato all’avventura modenese interrotta bruscamente: «Se penso a cosa ci è successo – e il tono della voce di Federica si fa più serioso – provo ancora un sentimento di profonda rabbia verso chi ci ha preso in giro, ma che ora viene mitigato da un grande senso di rivincita nei loro confronti. Anzi, tra i tanti ringraziamenti, oltre a chi ha creduto in me portandomi a Piacenza, alle compagne, allo staff tecnico e ai tifosi, dico grazie anche a questi personaggi (i nomi di Vigo e degli Astarita escono a denti stretti, ndr) perché con il senno di poi ho potuto sfruttare al meglio ciò che hanno combinato». Un gesto al limite della misericordia e una vicenda, quella della Universal, che ha lasciato scorie: «So che l’anno prossimo – continua la piemontese, laureata in scienze motorie – Modena riavrà una formazione in A1 e città e tifosi se la meritano, ma onestamente non so se riuscirei ad accettare una proposta della nuova società perché sono rimasta scottata, pur sapendo che sono due realtà completamente diverse. Diciamo che mi affascina restare in una squadra che ha ambizioni e obiettivi come Piacenza e l’anno prossimo giocherei pure la Champions League. Con la dirigenza ci incontreremo a giorni per decidere il nostro futuro e si propongono la riconferma, accetto subito!». Altro da aggiungere a ruota libera? «Beh sì. Da professoressa di educazione fisica – risponde divertita l’ex Busto Arsizio, con cui vinse la Coppa Cev nel 2010 – sono rimasta impressionata dalla professionalità di Turlea, Leggeri, Secolo e Nicolini (le cosiddette veterane essendo nate tra il ‘75 ed il ‘79, ndr) che hanno saputo curarsi e gestirsi in modo impeccabile». Adesso è tempo di vacanze e di «godersi un po’ di relax a casa, perché – conclude Fede – quando passi tutto l’anno a fare e disfare la valigia, hai voglia di riposarti e goderti la quotidianità di casa tua, poi tra un torneo di beach volley e il 4×4 Tour, ci infilerò anche le vere ferie». Intanto si guarda e si gusta la sua foto con il trofeo dello scudetto. Perché lei, Federica Valeriano, ce l’ha fatta ed è Campione d’Italia. nSimone Carpanini